martedì 12 maggio 2020

Debate on Meet


 (video a cura della prof.ssa Borghini)

Si è concluso il corso di Debate che ha coinvolto 24 studenti e 12 docenti. La finale si è svolta venerdì 8 maggio, rigorosamente in diretta Meet. Sei studenti divisi in due squadre hanno dibattuto sulla mozione "La plastic tax è uno strumento efficace per ridurre la dispersione nell’ambiente di imballaggi in plastica" E’stata un’amichevole di altissimo livello! Complimenti ragazzi! Crediamo fortemente che si tratti di un nuovo inizio per l’avvio del Club del Debate al Firpo Buonarroti!

Prof.ssa Silvia Borghini 

sabato 25 aprile 2020

Liliana Segre e il 25 aprile

"Solo se si studia la storia si comprende cosa è stato il depauperamento mentale di masse di italiani e tedeschi indottrinate dai totalitarismi fascista e nazista. Bisogna raccontare alle giovani generazioni cos’è stata la dittatura"
Liliana Segre ci spiega perché il 25 aprile 1945 è una data da ricordare, in un articolo uscito un anno fa.



Per me il 25 aprile del 1945 non fu il giorno della Liberazione. Non poteva esserlo perché io quel giorno ero ancora prigioniera nel piccolo campo di Malchow, nel Nord della Germania. C’era un grande nervosismo da parte dei nostri aguzzini, ma non sapevamo nulla di quel che accadeva in Europa. A darci qualche notizia furono dei giovani francesi prigionieri di guerra mentre passavano davanti al filo spinato. « Non morite adesso! » , scongiurarono alla vista delle disgraziate ombre che eravamo. «Tenete duro. La guerra sta per finire. E i tedeschi stanno perdendo sui due fronti: quello occidentale con gli americani e quello orientale con i russi». Nelle ultime ore da prigioniere assistemmo alla storia che cambiava. Fuori dal lager ci costrinsero all’ennesima orribile marcia ma niente era uguale a prima. La mia personale festa di liberazione fu quando vidi il comandante del campo mettersi in abiti civili e buttare a terra la sua pistola. Era un uomo terribile, crudele, che a ogni occasione picchiava selvaggiamente le prigioniere. La vendetta mi parve a portata di mano, ma scelsi di non raccogliere quell’arma. All’improvviso realizzai che io non avrei mai potuto uccidere nessuno e questa era la grande differenza tra me e il mio carnefice. Fu in quel momento che mi sentii libera, finalmente in pace.
Il 25 aprile del 1945 fu quindi un’esplosione di gioia che mi sarebbe arrivata più tardi filtrata dai racconti di amici e famigliari. Avevo avuto bisogno di una tregua prima di tornare in Italia. E dovevo guarire da troppe ferite per riuscire a fare festa insieme agli altri. Ero stata ridotta a un numero, costretta a vivere in un mondo nemico e costantemente con il male altrui davanti a me, come diceva Primo Levi. Ci vollero anni perché riscoprissi il sentimento della felicità collettiva.
Poi quel momento è arrivato. E il 25 aprile è diventata una festa famigliare, la festa della libertà ritrovata. Simboleggiava la caduta definitiva del nazifascismo e la liberazione. E rendeva omaggio al sacrificio di partigiani e militari, ai resistenti senz’armi, ai perseguitati politici e razziali. Era la festa del popolo italiano ma anche una festa celebrata in famiglia insieme a mio marito Alfredo, che era stato un internato militare in Germania per aver detto no alla Rsi. Avevamo patito entrambi la privazione della libertà e potevamo capire il significato profondo di quella data che poneva le fondamenta della democrazia e della carta costituzionale. Ogni 25 aprile sventolavamo idealmente la nostra bandiera.
Non ho mai smesso di sventolare quella bandiera. E ancora oggi mi ostino a spiegare ai ragazzi perché è una festa fondamentale. Ma è sempre più difficile combattere con i vuoti di memoria. Solo se si studia la storia si comprende cosa è stato il depauperamento mentale di masse di italiani e tedeschi indottrinate dai totalitarismi fascista e nazista. Bisogna raccontare alle giovani generazioni cos’è stata la dittatura, soprattutto ora che il saluto romano non stupisce più nessuno. Mi chiedo se a una parte della politica non convenga questa diffusa ignoranza della storia. Chi ignora il passato è più facilmente plasmabile. E non oppone “ resistenza”.
In anni non lontani, c’è stato anche chi ha proposto di abolire il 25 aprile dal calendario civile. Temo che prima o poi si arriverà a cancellarlo. Perché il tempo è crudele: livella i ricordi e confonde la memoria, mentre le persone muoiono e le generazioni passano. Qualche anno fa ci siamo illusi che intorno a questa data fosse stata raggiunta l’unanimità delle forze politiche. Oggi leggo con preoccupazione che alla festa della Liberazione si preferisca una cerimonia di altro genere. Se devo dire la verità, rimango esterrefatta. In tarda età assisto a degli atti che non avrei mai immaginato di vedere: soprattutto avendo vissuto cosa volesse dire essere vittime prima del 25 aprile, quando la democrazia non c’era, e dissidenti e minoranze venivano imprigionati, torturati e anche uccisi.
Così come rimango tristemente stupita di fronte alla cancellazione della prova di storia alla maturità. La mancanza di memoria può portare a episodi come quello che ha coinvolto pochi giorni fa un istituto alberghiero di Venezia. Un insegnante su Facebook ha offeso la Costituzione con parole che preferisco non ripetere. E si è augurato che Liliana Segre finisca in «un simpatico termovalorizzatore». Questa non l’avevo ancora sentita: probabilmente il « simpatico termovalorizzatore » è la forma aggiornata del forno crematorio.
Preferisco però concentrarmi sui moltissimi italiani che mi vogliono bene. E insieme ai quali festeggerò il 25 aprile, un rito laico che continua a emozionarmi. E a portarmi via con sé. Perché la libertà è una condizione assoluta, irrinunciabile. E non importa se qualche ministro resterà a casa. Sono sicura che domani saremo in tanti a provare la stessa emozione civile. Buon 25 aprile a tutti.
(da La Repubblica, 24.4.2019)

venerdì 24 aprile 2020

Genova, un giorno prima del 25 Aprile

24 aprile 1945: l'Insurrezione di Genova

In questi giorni, per festeggiare il 25 aprile, molte saranno le iniziative organizzate in città e nei luoghi delle lotte partigiane in memoria dei caduti, ma anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo voluto puntare l’attenzione dei nostri lettori su questa importante data. O meglio: sul giorno precedente.
La nostra città, infatti, prima in Europa, il 24 aprile, grazie ai suoi partigiani, costrinse alla resa l'esercito tedesco, arrivando alla storica firma della Resa di Villa Migone. Ricordiamo quindi quei giorni di lotta, da cui deriva la nostra libertà.

I tedeschi sfilano disarmati in via XX settembre

Ecco, la guerra è finita.

Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.

È l’inizio di una poesia di Dino Buzzati, dedicata al 25 aprile, che in poche righe esprime la ritrovata libertà  dell’Europa e i valori conquistati, che ogni anno ricordiamo in difesa della democrazia e della libertà. Ma vediamo cosa accadde a Genova.

Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria e il Comando Militare Regionale, riuniti congiuntamente, decisero l’inizio dell’insurrezione. Le operazioni militari per la liberazione della città iniziarono la mattina successiva e il CLN regionale assunse di fatto le funzioni di governo. Onde evitare un bagno di sangue, furono contemporaneamente avviate trattative tra il comando tedesco della piazza di Genova e i vertici locali della Resistenza, e nella sera del 25 aprile, presso Villa Migone, il generale Meinhold, firmò l’atto di resa (di seguito pubblicato).

Si tratta dell’unico caso europeo in cui un corpo d’armata tedesco si sia arreso a formazioni partigiane. Quando due giorni dopo arrivarono a Genova le truppe alleate, trovarono la città non solo già liberata, ma anche in condizioni di vita quasi normali, con i tram che circolavano e le case illuminate.

L’insurrezione di Genova venne giustamente definita ”insurrezione modello”, ma alto era stato comunque il prezzo pagato dai patrioti genovesi, con 300 morti e oltre 3000 feriti.


TESTO DELLA RESA 

In Genova il giorno 25 aprile 1945 alle ore 19:30;

tra il sig. Generale Meinhold,quale Comandante delle Forze Armate Germaniche del settore Meinhold, assistito dal Cap. Asmus, Capo di Stato Maggiore, da una parte;

il Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria, sig. Remo Scappini, assistito dall'avv. Errico Martino e dott. Giovanni Savoretti, membri del Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria e dal Magg. Mauro Aloni, Comandante della Piazza di Genova, dall'altra;

è stato convenuto:

1) Tutte le Forze Armate Germaniche di terra e di mare alle dipendenze del sig. Generale Meinhold si arrendono alle Forze Armate del Corpo Volontari della Libertà alle dipendenze del Comando Militare per la Liguria;

2) la resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità e in primo luogo con la consegna delle armi;

3) il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si impegna ad usare ai prigionieri il trattamento secondo le leggi internazionali, con particolare riguardo alla loro proprietà personale e alle condizioni di internamento;

4) il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si riserva di consegnare i prigionieri al Comando Alleato anglo-Americano operante in Italia.

Fatto in quattro esemplari di cui due in italiano e due in tedesco.
Scappini Remo - Meinhold  -avv. Errico Martino -Giovanni Savoretti - Asmus  - Maggiore Mauro Aloni



La Redazione

venerdì 17 aprile 2020

La 4A CAT vince il premio "Progetto APVE I valori di Enrico Mattei nella realtà dell'Industria ligure"!

Gli alunni della 4A CAT, seguiti dal prof. Matteo Raineri, hanno partecipato al progetto “I valori di Enrico Mattei nella realtà dell'Industria ligure”.

Sono stati ospitati dall'azienda Tecnomarine, la quale ha spiegato loro come sono stati introdotti i valori (coraggio, innovazione e visione prospettica) all'interno della realtà lavorativa, hanno lavorato in gruppo, con il tutor esterno e con il tutor interno, preparando una presentazione finale che è andata in gara con le altre scuole che hanno partecipato al progetto.

 La premiazione, avvenuta oggi, 17 Aprile 2020, ha visto il nostro istituto Firpo-Buonarroti al primo posto!

Si ringraziano:

- Il patrocinatore dell'evento: Dott. Nappi di APVE Genova
- Il tutor interno: Prof. Eric Pino
- Il tutor esterno: Dott. Karanvir Metha

Cliccando questo LINK potete vedere il video della premiazione con le presentazioni fatte dagli studenti. 

COMPLIMENTI, RAGAZZI, DALLA REDAZIONE DEL GIORNALINO!




giovedì 16 aprile 2020

I giorni del Corona virus - Simone racconta...7

Oggi Simone Giornalista, affronta un tema molto importante: l'inquinamento al tempo del Corona virus. Buona lettura!




Giornalista Simone Narducci, III A LES

domenica 5 aprile 2020

I giorni del Corona virus - Simone racconta...6

Oggi vi presentiamo un grande lavoro di Simone Giornalista, che ci parla della nostra amata città: Genova! Buona lettura!



Giornalista Simone Narducci, III A LES