venerdì 6 marzo 2020

I giorni del Corona virus - Le riflessioni di Matteo


Coronavirus... penso di aver letto e sentito questa parola un milione di volte alla televisione, sui giornali, per non parlare dei social media…

Tutto è partito dalla Cina, precisamente dalla città di Whuan, nella quale sono state registrate molte persone positive a questo virus, provocando centinaia di morti; un paio di settimane fa questo virus è “sbarcato” in Italia, per mezzo di una persona, che viene identificata dalla tv e dai giornali come “paziente zero”, che è ritornata dalla Cina in Italia, ignara del fatto che avesse contratto il virus, così, a causa della sua vita sociale molto attiva, ha contagiato varie persone in vari luoghi. Piano piano il virus, in quanto tale, si é diffuso molto velocemente tra le persone, soprattutto nella regione Lombardia, che ad oggi registra quasi mille casi positivi a questa forma virale. E' stato colpito in particolar modo il Nord Italia, mentre il Sud presenta al momento pochissimi casi, che corrispondono all’incirca all’uno percento di quelli riscontrati nella regione Lombardia . Dal momento in cui gli Italiani hanno sentito la notizia che li vede protagonisti della vicenda Coronavirus, è come se fosse scoppiata una guerra: la gente va al supermercato, acquistando ogni genere di cibo in scatola preparandosi al peggio, per non parlare degli scaffali vuoti dove c'erano i disinfettanti o gel per le mani, perché questi prodotti, oltre ad essere i primi che sono letteralmente spariti, non si trovano neanche più in commercio ed infine vi sono attacchi razzisti nei confronti delle persone cinesi, perché considerati come antagonisti responsabili di tutto quello che sta accadendo.
Credo che questo virus sia un evidenziatore sociale, che sottolinea gli effetti che la paura può provocare nelle persone: alcuni cercano di scappare nelle regioni meridionali, credendo di “scampare al contagio, alcuni vogliono lasciare proprio l’Italia, mentre altri paesi vietano ai propri cittadini di entrare in Italia, per paura di contrarre il virus.

Io sono Matteo, un adolescente di sedici anni e mezzo, che sta vivendo questa vicenda del 2020 e che non vede l’ora di raccontarla un domani ai suoi futuri nipoti, spiegando loro che cosa accadde realmente.

Penso che direi loro che quando il nonno era giovane, importammo un virus dalla Cina, chiamato Corona virus, una forma virale abbastanza seria, che provocava nelle persone vari sintomi , e tra questo quello più preoccupante era la polmonite, ma erano sintomi che, anche se gravi, si potevano curare. Invece vi era un' altra malattia che non poteva essere curata, ovvero l’ignoranza scaturita dalla paura, e quest’ultima contagiò molte più persone di quanto non fece il Coronavirus. Dovrò anche riconoscere il fatto che le televisioni contribuirono ad alimentare la paura nelle persone, poiché parlavamo solo di quello, creando una particolare attenzione sul numero di persone decedute , rispetto a quello dei guariti, che era circa il 97%.

Tornando al presente, non ho paura. Ogni giorno mi comporto esattamente come mi comportavo tre mesi fa, ascolto la mia cantante preferita, Céline Dion, esco con gli amici, studio, guardo le mie serie tv preferite e porto a spasso il mio cane come tutti gli altri giorni. Insomma, molto semplicemente Vivo!! Ho tanta voglia di incontrare una persona di origini cinesi ed abbracciarla, guardarla negli occhi e dirgli che io sono con lui/lei e che presto ne usciremo insieme più forti di prima, e che quando tutto sarà finito, ci volteremo solo per un istante, e non di più, per guardare indietro ed accorgerci ancora una volta che noi siamo forti, che la società combatte, si difende e vince.
Usciamo, divertiamoci, guardiamo il cielo e gridiamo la prima cosa che ci viene in mente, viviamo!! Non facciamo prendere il sopravvento a quella cosa che si chiama ansia, paura, ma combattiamo con il sorriso e con l'intelligenza.

Infine, ritornando al discorso che farei ai miei nipoti, penso che lo concluderei invitandoli a non avere paura, perché chi convive con questo peso muore tutti i giorni  mentre chi non lo possiede, muore una volta sola.

Matteo Saba, III A LES

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