giovedì 28 novembre 2019

LE SFACCETTATURE DELL'ODIO

Il 25 novembre è stata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Riflettendo su questo argomento ho pensato a quanto, negli ultimi anni, questa forma di odio sia aumentata notevolmente. A parer mio, nonostante le molteplici campagne contro questo tipo di violenza, sostenute anche da personaggi pubblici, nulla è realmente migliorato, ciò perché, probabilmente, non vi è una giusta pena per coloro che compiono questo reato.
Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affermato che molte donne continuano ad essere trattate in malo modo e ad essere oggetto di violenze, che purtroppo non si consumano solo all'esterno delle mura domestiche, ma anche in famiglia. Mattarella sostiene che ci sia ancora molto lavoro da fare, poiché ogni donna dovrebbe sentire le istituzioni vicine, cosa che purtroppo ad oggi, continua il nostro Presidente, non avviene abbastanza.
Sono numerosi i tipi di violenza, sia fisica che psicologica, che ogni giorno una donna rischia di subire. Il caso più grave è sicuramente il femminicidio, termine usato per la prima volta dalla scrittrice e attivista messicana Marcela Lagarde alla fine del ventesimo secolo, un termine purtroppo molto usato ultimamente, visto che si stima che in Italia ogni 72 ore, in media, muoia una donna. In Italia solo nel 2016 si è preso ufficialmente atto di quanto stesse accadendo, dopo 3 omicidi di donne per mano dei mariti in soli 2 giorni! La cosa che accomunava questi omicidi era il suicidio del marito subito dopo aver compiuto l'atto. Ecco, ciò che più mi fa riflettere, e al contempo mi infastidisce, è il fatto non solo di avere ammazzato una persona con cui avevi costituito la tua famiglia, ma di essere stati anche così vigliacchi da non essere stati in grado di assumersi le proprie responsabilità!
Un'altra forma comune di violenza fisica contro la donna è lo stupro, un gesto sempre più frequente e diffuso, e la cosa ancor più raccapricciante è che la maggior parte delle vittime sia minorenne. Credo che, anche se ovviamente alla morte non vi è rimedio, chi subisce una violenza simile porterà per sempre con sé una ferita che non guarirà mai. Un caso simile può essere considerata, per esempio, la molestia, un tipo di violenza che si verifica spesso nel mondo del lavoro o addirittura nelle scuole, quasi fosse "normale" fare apprezzamenti, avere atteggiamenti e gesti offensivi nei confronti delle donne.
Nella società odierna un altro tipo di violenza, questa volta non più fisica bensì psicologica, ha preso piede molto in fretta, mi riferisco ai cosiddetti "odiatori da tastiera". Giusto pochi mesi fa una nota influencer italiana, Chiara Ferragni, ha spiegato sul suo profilo Instagram cosa significhi essere continuamente al centro di critiche che mirano a ferire e denigrare una persona, ma la cosa più sconvolgente, emersa dal suo post, è che sono soprattutto le donne a scrivere i commenti più feroci, usando stereotipi tipicamente maschilisti, probabilmente dettati dall'invidia. Per questo, secondo me, non bisogna cadere nel luogo comune che soltanto gli uomini siano i colpevoli della violenza (in questo caso, ripeto, psicologica) sulle donne, ma in alcuni casi sono le donne stesse ad esercitarla.
Quest'ultima osservazione però non significa che la disparità tra sessi non sia presente, anzi! Diversi studi, tanto per allargare il discorso, riportano che le donne guadagnano in media il 43 % in meno rispetto agli uomini, a parità di mansioni: come lo si può permettere, considerando inoltre il peso del lavoro domestico, che spesso ricade unicamente sulle spalle della donna?
Insomma, da qualsiasi punto di vista si guardi, tutto mi fa comprendere che viviamo all'interno di una società in cui non si è più consapevoli di quale sia il punto di non ritorno, di quanto si possa ferire una persona anche solo attraverso una semplice parola, un gesto. Per quanto crediamo di vivere in un'epoca che si professa civilizzata come la nostra, il fenomeno della violenza sulle donne sta raggiungendo l'apice. Credo sia arrivato il momento di intervenire con maggior serietà e competenza perché non è più possibile vivere in un mondo in cui le parole femminicidio, stupro, violenza di genere ecc. siano presenti nei titoli delle prime pagine dei giornali. Qualcosa deve a tutti i costi cambiare, in primis la nostra mentalità, che, in molte occasioni, ci fa credere di essere padroni anche di altre persone.
Rebecca Sabatino, V D TUR


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