Il 25 novembre ricorre la giornata internazionale dedicata alla violenza sulle donne, una ricorrenza nata con lo scopo di sensibilizzare le persone al fine di cancellare definitivamente questi fatti che, sfortunatamente, continuano a ripetersi davanti ai nostri occhi, giorno dopo giorno.
Le forme di violenza possono essere molteplici, molte a noi anche sconosciute, tra le più subdole troviamo la violenza verbale e psicologica, ma quella che possiede il triste primato di essere la più “chiacchierata” sui giornali e nei servizi televisivi, è senza dubbio quella fisica. Essa si può distinguere come violenza sessuale, tramite degli abusi, oppure come violenza incentrata sulle percosse, che possono anche giungere all'omicidio o indurre al suicidio.
La donna è sempre stata considerata inferiore all’uomo, fin dall’epoca antica, quando i suoi compiti si limitavano alla cura dei figli e della propria abitazione, lasciando esclusivamente all’uomo la possibilità di sostenere il nucleo familiare dal punto di vista lavorativo. Ad oggi, ormai, si sostiene di aver raggiunto la tanto desiderata parità dei sessi nei paesi così detti "civili", per cui molte donne hanno lottato duramente in passato, tuttavia secondo me non è così; definirla “parità” effettiva la trovo quasi un’esagerazione. La vera parità oltre che comprendere pari diritti e pari doveri, come il diritto al voto, raggiunto in Italia solo nel 1946, con il primo Suffragio Universale anche femminile, si basa soprattutto sul rispetto reciproco, elemento non sempre presente.
Recentemente mi sono imbattuta in una notizia riguardante una coppia di ragazzi residenti nella mia città; informandomi, sono venuta a conoscenza della situazione di questa coppia e delle problematiche che l’affliggevano. La ragazza da qualche tempo era vittima di violenze da parte del suo compagno, il quale sosteneva invece di compiere questi gesti solamente per amore nei confronti della fidanzata; durante uno violento litigio lui, mentre preso dalla pazzia cercava di uccidere la giovane, è precipitato dal balcone riportando innumerevoli ferite molto gravi. Questo è solamente uno dei tanti esempi (ormai quasi quotidiani) di vicende riguardanti la violenza sulle donne. Purtroppo però molte di queste non riescono a denunciare i fatti avvenuti, per toppa paura o per troppo (mal riposto) amore. Per queste ragioni sono nate delle associazioni in grado di aiutare e sostenere le donne in difficoltà.
Giunti ormai al XXI secolo, non concepisco come problematiche simili possano essere ancora presenti in misura così grande. Nonostante non ci siano vere e proprie soluzioni per fermare questi avvenimenti, bisognerebbe guardare in faccia la realtà e capire che invece di progredire verso un futuro migliore, si sta solamente regredendo ad un passato spaventoso.
Francesca Bassignani, V D tur
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