venerdì 29 novembre 2019

La brutalità dell’uomo

Ogni giorno abbiamo casi in cui le donne vengono sottomesse, umiliate, violentate, percosse, uccise dagli uomini.  La domanda che ci possiamo porre è: ma loro, i maschi, pensano di essere veramente superiori al sesso femminile?
La violenza sulle donne è oramai uno degli argomenti più affrontati da quasi tutto il pianeta, perlomeno quello che si reputa "civile". Nonostante si punti a un futuro migliore per l’umanità, questo traguardo pare essere una conquista lontana. Si tenta di avvicinarsi al modo migliore per evitare le violenze sulle donne, come le aperture di centri anti violenze presenti in tutte le città italiane o corsi di formazione per gli uomini. Sì, possono sembrare grandi passi avanti, ma, purtroppo, manifestare il dissenso contro la violenza di genere e pensare a provvedimenti legali, probabilmente non è ancora sufficiente a fermare questo fenomeno. Insomma: non basta una legge per aiutare il sesso femminile, ma occorre cambiare la  mentalità dell’uomo.
Con "violenza", non intendiamo solo uno stupro, bensì anche un ricatto, la minaccia di farle male, o addirittura il riuscire a manipolare la mente della donna, violentandola quindi sessualmente, fisicamente e psicologicamente. Nonostante l’uomo sia sato tenuto nel ventre e partorito dalla donna, troppi maschi pensano di avere più potere e forza delle femmine, e cercano quindi di scaricare la loro rabbia distruggendo il sesso opposto, perché visto più fragile dal loro punto di vista, ma questa è solo VIGLIACCHERIA! 
I casi di violenza, non si presentano solo da parte di extracomunitari, da malati di mente e tossici, come fa comodo credere, ma i casi peggiori li troviamo proprio nei "normali" rapporti di coppia, dove l'aguzzino è il fidanzato, l’ex fidanzato, il marito, il compagno; in sintesi, persone che si crede di conoscere bene, quando invece non ne conosciamo davvero la personalità e come possa reagire davanti ad  un momento di crisi. E' in questi casi che, da un semplice litigio di coppia, si può inaspettatamente arrivare ad uno scatenarsi di maltrattamenti sulla donna. Un solo pugno, uno solo schiaffo, un morso o un calcio può segnare la donna, farla diventare più vulnerabile e più fragile davanti alla brutalità dell’uomo e alla sua incredibile voglia di violentarla e mancarle di rispetto. Si hanno anche scene di ‘violenza quotidiane’, quando, per esempio, alla donna  viene impedito di vestirsi in un certo modo, perché l’uomo reputa il suo vestiario non adatto (magari solo per  una semplice gonna poco più sopra il ginocchio, o per una maglia un po' più stretta o scollata), oppure le viene vietato di uscire da sola, perché scatenerebbe l'ira gelosa del partner.  Oggi giorno, del resto, le donne non posso girare per le strade da sole dopo un determinato orario, perché hanno paura delle persone che si aggirano, pronte ad aggredirle, così che anche solo far serata con le amiche, può diventare una tragedia.  
Sono poche le donne che alzano le proprie voci, cercando qualcuno che le aiuti, che le comprenda e dia loro anche solo un po’ di coraggio per andare avanti. Sono tante le donne che rimangono in silenzio davanti alla brutalità dell’uomo, soprattutto per due motivi: avere paura che possa succedere qualcosa di peggio se l’uomo scopre che lei ha parlato, o semplicemente credere che questi comportamenti siano "normali", causati dalla gelosia dell’uomo, che così dimostra il suo amore, e che quindi la situazione possa risolversi con il tempo.
Del resto, sin da piccole alle donne viene insegnato che, se uno sconosciuto inizia a dare fastidio, bisogna cambiare strada, evitare quegli uomini che "non vanno nel verso giusto".
Bisogna allora stare attente ai minimi particolari, ricordare che anche solo una frase di troppo o quel certo modo di fare, può essere interpretato dall'uomo come un segnale perché lei possa essere considerata "facile" e non essere rispettata. La donna deve evitare qualsiasi pretesto che possa dare inizio ad una piccola litigata, per non arrivare a una minaccia o direttamente alla violenza.
Sin dai tempi passati la donna ha cercato di lottare per i suoi diritti, ed è ora che li ottenga! Bisogna avere il coraggio e la forza di mostrarsi forti davanti ai maschi prepotenti e violenti: nonostante ci abbiano fatto credere di essere persone insignificanti, noi dobbiamo alzare la voce dinanzi la giustizia! Sono molti i casi che possono essere risolti, ma pochi quelli che vengono presentati nei tribunali. Viviamo in uno stato dove uno stupro è punito con pochi anni di carcere, eppure bisogna cercare di affrontare e denunciare queste persone che non porteranno mai rispetto al prossimo e che potranno causare dolore ad altre cento donne dopo di noi. 
L'Assemblea delle Nazioni Unite ha istituito il 25 novembre come la giornata in cui si ricorda che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani, quindi, donne, non abbiate timore di niente e nessuno: dobbiamo essere tutte unite per combattere e mettere fine a questa violenza.  

Cristina Bellina, V D TUR

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