giovedì 6 giugno 2019

LE RAZZE UMANE ESISTONO?


LE RAZZE UMANE ESISTONO? Quest'articolo rappresenta le conclusioni di un'inchiesta basata su documenti, articoli, grafici - portata avanti per otto settimane da alcune ragazze della II E tur: brave fanciulle! 

“I pregiudizi sono le catene forgiate dall’ignoranza per tenere separati gli uomini”
Marguerite di Blessington

“Provate a pensare un attimo a quali sono le vostre origini…le conoscete tutte? Non credo. Questo perché non possiamo saperlo. Personalmente io sono un vero e proprio mix di nazionalità e culture: i genitori di mia nonna paterna erano ebrei russi, mentre quelli di mio nonno tedeschi inglesi; e se andiamo a sommare mio padre americano e mia madre italiana è incredibile quante culture e nazionalità possano intrecciarsi in una sola persona” 
Zoe Bratt

Col tempo tante delle cosiddette conoscenze biologiche sulla razza si sono rivelate semplici pregiudizi, decorati con qualche dato raccolto come si poteva e interpretato ancora peggio.
Per prima cosa è necessario dare una definizione al termine “razza” cioè un gruppo di individui di una specie contraddistinti da caratteri esteriori ed ereditari comuni. È anche vero che, come dice Barbujani, questo termine nel corso del tempo ed oggi è usato con significati diversi che, spesso utilizzati in modo scorretto, portano a discussioni inutili e inconcludenti. Quindi per comprendere ciò di cui si parla veramente in questo articolo dobbiamo dire che si parla di “razza biologica” cioè qualcosa che possiamo studiare con i criteri della scienza.
Ci sono specie in cui esistono razze biologiche, perché gli individui sono stati isolati geograficamente così a lungo da accumulare mutazioni specifiche e distinte tra i diversi gruppi. Questo è quanto è accaduto agli scimpanzè che sono infatti oggi divisi in quattro razze. Al contrario nella specie tonno pinna gialla gli esemplari sono molto mobili e si allontanano dal territorio in cui sono nati, garantendo un continuo rimescolamento di DNA. Così facendo difficilmente si formano gruppi di individui che accumulano un numero di mutazioni tale da poter essere considerati distinti. Gli uomini sono come il tonno pinna gialla: non sono stati isolati geograficamente abbastanza a lungo da creare varietà genetiche distinte. Per questo motivo il termine razza non può essere attribuito alla specie umana. La somiglianza genetica del genere umano è dovuta alle continue migrazioni in corso negli scorsi millenni ed in atto ancora ora, che hanno definito scambi e unioni di geni fra persone di diverse aree geografiche.
Le radici dell'umanità appartengono ad un unico ceppo africano ma, una volta che i gruppi umani si sono diffusi nel globo, ognuno ha sviluppato un fenotipo adatto alla specifica regione della Terra in cui si è insediato. La nostra diversità, infatti, ha una struttura geografica: individui che vivono in posti geograficamente vicini hanno un aspetto simile tra loro. Attenzione però: spesso, non sempre! Mettiamoci alla prova con il ritratto sottostante.
  


Tutto noi diremmo che è Africana perché ha i capelli crespi, la pelle molto scura e le labbra carnose. Invece viene dalle isole Andamane in Asia!

Fino al Novecento molti studiosi si dichiarano convinti non solo dell’esistenza delle razze umane ma anche che a diverse “razze” corrispondano diversi livelli di sviluppo intellettuale. Pensiamo anche ai milioni di morti durante la Seconda Guerra Mondiale a causa della teoria della razza ariana portata avanti dai nazisti. Bertolt Brecht provò tanto imbarazzo e vergogna ad essere tedesco e scrisse per l'appunto in versi contro la Germania: “Parlino gli altri della propria vergogna, io parlo della mia”. Il partito nazista tedesco fu da sempre apertamente razzista, antisemita e si battè per la purezza biologica, condannando la mescolanza delle razze.

Nella seconda metà del Novecento, la scoperta del DNA dà il via ad una nuova fase della biologia. Il DNA è in tutte le nostre cellule, organizzato in 46 cromosomi. Nel 2003 viene pubblicato il primo genoma umano intero e seguono i risultati di un progetto che sembrava fantascientifico: leggere il genoma di mille persone cominciato a Cambridge nel 2007. Questo conduce a varie conclusioni come: ogni cellula della stessa persona ha un genoma identico e tutte le cellule hanno la stessa sequenza di basi nel DNA. Oggi abbiamo il confronto tra il genoma completo di un essere umano e quello di uno scimpanzé: le differenze sono intorno appena al 2%. Ancora più stupefacente è il confronto tra due membri della nostra specie: in media, abbiamo in comune con qualunque sconosciuto il 99.9% del nostro DNA!

A queste conclusioni era già arrivato Luca Cavalli-Sforza, che è stato uno degli scienziati italiani che ci ha lasciato prove concrete e solide ancora oggi. Egli per provare che le razze umane non esistono ha sviluppato la matematica necessaria per analizzare tutti i vari dati e ha utilizzato i gruppi sanguigni e i geni. È proprio analizzando questi dati che ha ottenuto qualcosa che fino ad allora era insospettato cioè che, a causa dei continui flussi migratori, le popolazioni hanno continuato a rimescolarsi in giro per il mondo fino a non molto tempo fa.
Abbiamo l’esempio delle gemelle Biggs che si sono guadagnate la copertina di National Geographic nell’aprile del 2018. Fin da piccole, le gemelle mostravano tratti simili ma combinazioni di colori molto diversi. Marcia aveva i capelli biondi e la pelle chiara come la mamma inglese, Millie i capelli e la pelle scura come il padre di origine giamaicana.



Tutto questo ci porta ad un’unica conclusione logica: le razze umane non esistono ma sono solo una convenzione sociale.

Testo collettivo di 
Francesca Dapelo, Martina Rossi, Monica Melo, Silvia Parziale, Nicole Bacigalupo, II E tur


- Guido Barbujani, “Gli Africani siamo noi”, edizioni Laterza, 2016
- National Geographic, aprile 2018         
- Claudia Borgioli, Sandra von Borries, Emanuela Busà “Biologia”, De Agostini, 2017









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