QUI la terza puntata.
Quella notte sognai di nuovo degli occhi, ma stavolta erano ancora più irreali: gialli contornati da una leggera riga rossa. Nonostante fossero un po’ inquietanti, non avevo paura. Come la notte prima mi infondevano sicurezza…
Anche questa notte vedevo solo questi
occhi e nient’altro. Attorno era tutto buio. Erano bellissimi… Rimasi
incatenata a quei fantastici occhi. Sentivo il cuore in gola, come se avessi
corso e un qualcosa che si rimescolava dentro di me. Come la notte prima, nel
mio sogno non c’erano suoni o rumori.
Ed eccolo! Un forte battito d’ali alla finestra. Questa volta guardai direttamente la finestra. Non vidi nulla, allora scesi dal letto e mi affacciai alla finestra. Stelle, stelle e ancora stelle! Ma sul davanzale, ecco la piuma!
Ed eccolo! Un forte battito d’ali alla finestra. Questa volta guardai direttamente la finestra. Non vidi nulla, allora scesi dal letto e mi affacciai alla finestra. Stelle, stelle e ancora stelle! Ma sul davanzale, ecco la piuma!
Guardai Ryan, indecisa se
svegliarlo o no. Decisi di no, dormiva come un sasso…
Istintivamente guardai la
sveglia…
Anche questa volta non riuscii a
dormire e rimasi a guardare la piuma: era davvero bella, come quegli occhi…
Anche quella mattina vidi l’alba,
poi, verso le 6.00 sentii suonare la sveglia di Ryan. Chissà perché è suonata?
Scesi per spegnergliela, ma lui fu più rapido di me.
“Ehi! Ciao Scimmietta!” lo
salutai
“Buongiorno Tata!” mi rispose
assonnato
“Stavo per spegnerti la sveglia…”
“Menomale che l’ho sentita,
allora!”
“Non capisco!”
“L’ho messa apposta per essere
sicuro di svegliarmi prima di mamma e papà!”
Lo abbracciai. Sapevo quanto odiasse
svegliarsi presto alla mattina, ma lui aveva messo la sveglia per poter parlare
con me!
“Allora! Da quanto sei sveglia?”
mi chiese, sciogliendo l’abbraccio.
Non gli risposi subito. Prima
presi post-it, puntine, penna e piuma. “Dalle 3.33!” gli risposi, infine.
“Sul serio?!”
Annuii “Ho anche fatto lo stesso
sogno… L’unica differenza la vedi dalla piuma.”
“Il colore degli occhi.” dedusse
lui.
“Già…”
“Aspetta un momento! Degli occhi
gialli e rossi?!”
“Bellissimi…” dissi “Erano gialli
con una lieve linea rossa come contorno!”
Lui scrisse tutto quanto sui
post-it e li appiccicò vicino a quelli che aveva scritto il giorno prima.
“Quindi niente suoni o rumori…”
“No. Tutto il resto era buio e
silenzio.”
“E poi c’è lui…” disse prendendo
la foto che avevo scattato in spiaggia allo strano uccello.
“Già… Chissà che uccello era?”
Restammo un po’ a guardare quella
foto e poi feci un collegamento: “Ehi, aspetta un attimo! Se la piuma di ieri
era sua, forse è sua anche quella di questa notte!”
“Non ti seguo…” rispose mio
fratello.
“Immaginati questo uccello
anziché blu notte, con colori che vanno dal giallo al rosso…”
Ryan studiò l’immagine cambiando
il colore nella sua mente, intanto io mi ero alzata ed ero andata a prendere
l’unico libro che ieri non avevamo consultato: animali fantastici.
Appena presi il libro dalla
mensola, Ryan si illuminò: “Una fenice!”
“Esatto!” gli risposi, cercando
nel libro la pagina che ne parlava.
“Ma non può essere lo stesso
animale! Come può cambiare colore? E in una notte, poi! Non è normale!”
“Ti sfido a trovami qualcosa di
normale in questa storia, Ryan!” gli risposi continuando a cercare.
“Trovato!” esclamai alla fine “Le
fenici, chiamate anche uccelli di fuoco, sono uccelli mitologici noti per il fatto di
rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte.” lessi.
“Quindi Chiunquesia ogni tanto
prende fuoco e rinasce dalle proprie ceneri?”
Annuii continuando a scorrere le
pagine per vedere se riuscissi a trovare qualche altra informazione utile.
“È inquietante…” disse Ryan quasi
tra sé
Io scossi la testa e chiusi il
libro: “Io ne sono affascinata e comunque la mia idea potrebbe non essere
giusta…”
“Ok… Potremmo andare di nuovo in
spiaggia come ieri e se lo becchiamo di nuovo avremo la conferma che la tua
ipotesi è giusta!”
“Sì, proviamoci!” acconsentii.
Chiara Benassi, II E TUR
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