Una parte della società che è stata molto colpita da quest’ondata di crisi è quella dei giovani, i quali non riescono a trovare un posto di lavoro fisso che gli possa garantire un futuro felice e tranquillo, per poter formare una famiglia nel loro paese natio.
I costi per l’assunzione e il mantenimento di un dipendente sono spiccati alle stelle,quando si parla di mantenimento non s’intende solo lo stipendio ma anche il versamento dei
contributi.
LE FORME D’ASSUNZIONE: PARTE PRIMA
• Le forme d’assunzione per permettere ad un cittadino di lavorare( dipendente) in una azienda italiana sono nove e sono le seguenti
• Contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti: il lavoratore non ha una scadenza contrattuale.
• Contratto a tempo determinato: il lavoratore ha una scadenza contrattuale
• Contratto somministrazione: in base al quale l’impresa può richiedere manodopera ad agenzie autorizzate
• Contratto a chiamata: un datore di lavoro può chiamare il dipendente per fargli svolgere un determinato lavoro solo in caso di necessità
• Lavoro accessorio (voucher): tipo di contratto molto simile alla chiamata ma che a differenza di quest’ultima ti conferma la regolarità (legale) per un preciso numero di ore in più il voucher è un documento che costa e si compra nei punti vendita appropriati. Questa forma contrattuale è stata abolita dal gennaio 2017.
LE FORME D’ASSUNZIONE: SECONDA PARTE
• Apprendistato: è finalizzato all’occupazione dei giovani al primo inserimento lavorativo
• Part-time: non è altro che una tipologia di lavoro subordinata tempo indeterminato. Al contrario degli altri contratti possiede un orario lavorativo inferiore.
• Contratto a progetto: il lavoratore che riceveva un incarico con un progetto che coordina il suo comportamento.
• Tirocini formativi/stage : periodo di studi o lavoro dove un ragazzo impara una professione.
LA DISOCCUPAZIONE NELL’UE.
• Il tasso di disoccupazione all’interno dell’unione europea è molto alto. i dati statistici affermano che: i ragazzi tra i 15 e 24 anni hanno una disoccupazione pari al 15% e negli ultimi anni è arrivata anche a picchi del 26%.
• I paesi dell’EU più colpiti dalla crisi economica e finanziaria sono la Grecia dove nell’2013 si registrava il 60% dei disoccupati, la Spagna tasso pari al 56,2% Croazia 49,8% e Italia 44,1%.
• Per colpa di questa crisi molti giovani sono costretti a fare lavori molto umili e che non li soddisfano (dal punto di vista morale) anche possedendo delle lauree e dei titoli di studi che gli permetterebbero di fare dei lavori con una maggiore retribuzione.
«LA FUGA DEI CERVELLI»
• Molto spesso i giovani sono costretti a trasferirsi all’estero con lo scopo di trovare un lavoro perché nei loro paesi natali non hanno alcuna possibilità, come detto in precedenza, di svolgere l’attività per la quale hanno studiato.
• Questo fenomeno molto frequente (non solo ai giorni nostri) è chiamato «FUGA DEI CERVELLI»
• Però c’è anche un altro aspetto da analizzare, il fatto che i giovani neolaureati e neodottorati vadano a lavorare in università e centri di ricerca stranieri è fisiologico, al giorno d’oggi, perché connaturato dalla forte globalizzazione attuale della ricerca. Molti sono spinti all’estero anche per curiosità e grazie al voler conoscere cose e modi d’agire diversi dai loro.
Sara Delponte, Nicolò De Rosa, Matteo Saba II A LES
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