mercoledì 20 febbraio 2019

LA CRISI DEL LAVORO NEL MONDO DEI GIOVANI

Dal 2008 è penetrata in Italia un forte crisi economica. Questo ha causato un'enorme crescita della povertà, inoltre ha influenzato il mondo del lavoro.

Una parte della società che è stata molto colpita da quest’ondata di crisi è quella dei giovani, i quali non riescono a trovare un posto di lavoro fisso che gli possa garantire un futuro felice e tranquillo, per poter formare una famiglia nel loro paese natio.

I costi per l’assunzione e il mantenimento di un dipendente sono spiccati alle stelle,quando si parla di mantenimento non s’intende solo lo stipendio ma anche il versamento dei
contributi.

LE FORME D’ASSUNZIONE: PARTE PRIMA

Le forme d’assunzione per permettere ad un cittadino di lavorare( dipendente) in una azienda italiana sono nove e sono le seguenti

Contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti: il lavoratore non ha una scadenza contrattuale.

Contratto a tempo determinato: il lavoratore ha una scadenza contrattuale

Contratto somministrazione: in base al quale l’impresa può richiedere manodopera ad agenzie autorizzate

Contratto a chiamata: un datore di lavoro può chiamare il dipendente per fargli svolgere un determinato lavoro solo in caso di necessità

Lavoro accessorio (voucher): tipo di contratto molto simile alla chiamata ma che a differenza di quest’ultima ti conferma la regolarità (legale) per un preciso numero di ore in più il voucher è un documento che costa e si compra nei punti vendita appropriati. Questa forma contrattuale è stata abolita dal gennaio 2017.


LE FORME D’ASSUNZIONE: SECONDA PARTE

Apprendistato: è finalizzato all’occupazione dei giovani al primo inserimento lavorativo

Part-time: non è altro che una tipologia di lavoro subordinata tempo indeterminato. Al contrario degli altri contratti possiede un orario lavorativo inferiore.

Contratto a progetto: il lavoratore che riceveva un incarico con un progetto che coordina il suo comportamento.

Tirocini formativi/stage : periodo di studi o lavoro dove un ragazzo impara una professione.


LA DISOCCUPAZIONE NELL’UE.

Il tasso di disoccupazione all’interno dell’unione europea è molto alto. i dati statistici affermano che: i ragazzi tra i 15 e 24 anni hanno una disoccupazione pari al 15% e negli ultimi anni è arrivata anche a picchi del 26%.

I paesi dell’EU più colpiti dalla crisi economica e finanziaria sono la Grecia dove nell’2013 si registrava il 60% dei disoccupati, la Spagna tasso pari al 56,2% Croazia 49,8% e Italia 44,1%.

Per colpa di questa crisi molti giovani sono costretti a fare lavori molto umili e che non li soddisfano (dal punto di vista morale) anche possedendo delle lauree e dei titoli di studi che gli permetterebbero di fare dei lavori con una maggiore retribuzione.


«LA FUGA DEI CERVELLI»

Molto spesso i giovani sono costretti a trasferirsi all’estero con lo scopo di trovare un lavoro perché nei loro paesi natali non hanno alcuna possibilità, come detto in precedenza, di svolgere l’attività per la quale hanno studiato.

Questo fenomeno molto frequente (non solo ai giorni nostri) è chiamato «FUGA DEI CERVELLI»

Però c’è anche un altro aspetto da analizzare, il fatto che i giovani neolaureati e neodottorati vadano a lavorare in università e centri di ricerca stranieri è fisiologico, al giorno d’oggi, perché connaturato dalla forte globalizzazione attuale della ricerca. Molti sono spinti all’estero anche per curiosità e grazie al voler conoscere cose e modi d’agire diversi dai loro.

Sara Delponte, Nicolò De Rosa, Matteo Saba II A LES

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