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Specchio a
specchio tra ballerine
“Ciao, mi presento: sono Alexa, una
ragazza che vuole intraprendere il suo sogno da quando è una bambina ma che
purtroppo non ne ha avuto la
possibilità, per una malformazione alla coscia destra... Sì, il mio sogno è diventare una ballerina, non mi
importa del successo, voglio soltanto esprimermi
e dimostrare a tutti quello che sono realmente. Ora ogni ballerina mi potrà
dire: “Beh che
c’entra! Si può diventare ballerina anche senza alcune parti del corpo, come ad esempio Simona Atzori, ballerina famosissima, senza
braccia ma molto brava.
Essere una ballerina significa saper ballare, sì, ma non solo, vuol
dire saper esprimere con tutta l'anima quello che si prova, può essere amore, passione, malinconia, rabbia… non importa:
l'importante è provare qualcosa.
Sì, avete ragione se avete
pensato a questo ma io ho paura... Sì, avete
capito bene, ho paura di non riuscire ad
esprimermi, ho paura che le altre ballerine del mio corso o comunque chi mi
veda non mi sappia capire e la cosa più paurosa che temo è quella di sentire le
altre ragazze prendermi in giro vedendomi con le collant aderenti e sentire
"guarda quella ahahaha ha una coscia più piccolaaa”.
Sì, ho paura, lo ammetto”.
Questo è quello che avevo scritto sul mio
diario segreto...
Erano passate due settimane e oramai chi cavolo ci pensava più a quello che avevo
scritto?! Era la sera del 15 settembre quando arrivò mia madre ponendomi domande sulla danza
e io avevo l'ansia, perché già immaginavo che avesse letto di nascosto il mio diario,
lo avevo capito dalla frase: “Se tu iniziassi danza,
sono sicura che le altre ragazze non ti direbbero niente”, io non ci volevo credere,
ma ad un certo punto lei mi disse: “Sai l'ho letto, non volevo ma l'ho letto; sappi che io sono tua madre,
colei che ti ha fatto e ti amerò per sempre”.
Avevo capito che l'aveva detto per darmi fiducia e farsi dire quello che avevo
scritto. Così,
per farla felice, le dissi: “Okay, da
domani voglio andare a danza!”. Mi misi a letto sotto le coperte, a pensare a come comportarmi con l'insegnante e
soprattutto con le altre ragazze.
Ed ecco arrivare il giorno
tanto atteso: mi presentai lì in accademia alle
11, come mi avevano chiesto, e nel frattempo sentivo il cuore esplodere. Mi fecero entrare
nella sala di danza, dove c'erano le altre
ragazze. Eravamo tutte vestite uguali, mi
sentivo felice, molto. Arrivò l'insegnante, molto giovane, bella e dolce,
che mi disse: “Piacere, Gaia” ed io “Piacere, Alexa”. Tutte le altre non
avevano notato la mia gamba, erano simpatiche
con me, ad un certo punto Gaia disse: “Alexa, vai al centro della sala e inizia a fare quello che
ti senti sopra queste note di Ultimo”. Iniziai a ballare con l'ansia,
ma mi sentivo in
estasi e, waoo! non mi avevano detto niente!
Ma ad un certo punto sentii una ragazza molto
bella e molto magra dire: “Ma, ragazze, sarà anche brava a ballare,
ma è malformata!”. Sentii
il mio corpo gelare, non vidi più nulla dalle lacrime ferme sul bordo
dell'occhio ma che mi stavano per scivolare. Iniziai a correre, me ne andai fuori dalla sala e mi sedetti su delle
scalette. Arrivò l'insegnante e mi disse di non ascoltarle, che le
avrebbe messe in castigo, che una vera ballerina
non si ferma alla prima battutina di una ragazzetta…
Così mi sentii più carica, sempre triste però con forza e determinazione. Rientrate in sala e mi fece ripartire... Finita lezione
mi prese da parte l'insegnante e mi chiese se volevo essere la nuova
protagonista del saggio di fine anno. Io dissi di sì,
ovviamente, era il mio sogno.
Trascorsi tre mesi, facendo
ogni giorno allenamento, sentendo critiche sulla
mia malformazione e facendo ogni giorno pianti
sotto le coperte, arrivò il giorno della “tabella”, cioè un
foglio con su scritto le parti di ognuna. La
ragazza smorfiosa disse subito: Tanto si sa già,
sarò io la protagonista”, invece, appena
arrivato il foglio, vide che lei era dietro di
me e che la protagonista ero io! Dovevo fare un pezzo da sola,
su un palco immenso, davanti
a tutti: ero super felice.
Lei scoppiò a piangere dalla rabbia,
andò su tutte le furie, ma la mia insegnante sia
arrabbiò e disse che per guadagnarsi il posto da
protagonista ci si deve impegnare, mantenere
sempre la calma, rispondere bene e soprattutto portare rispetto per le altre
compagne.
Ormai mancavano 3 giorni al
saggio… Mamma mia che ansiaaa!!!
Ecco il 23 dicembre: è arrivato il momento di salire sul palco. Vedo tutta quella
gente, inizio ad agitarmi, ma mi vengono subito in
mente le parole della mia insegnante,
così inizio a caricarmi e a dare il meglio di me
stessa.
Finito il balletto, andammo nei camerini. Tutte le ragazze mi chiesero scusa per le battutine, tranne una, la smorfiosa,
ma improvvisamente sentii una voce che mi chiamava. Andai verso lei:
era la smorfiosetta, non ci potevo credere! Si era pentita, mi stava chiedendo scusa per tutto. Ero strafelice...
Uscii dal teatro e mi misi a ringraziare mia madre per avermi costretto a iscrivermi a danza,
e ringraziai anche la mia insegnante, pronta ad INSEGNARE che
ballerine si diventa solo se credi
a te stessa e nel tuo sogno, e io, ormai, ci
credevo.
Micol Bellinghieri, I A LES
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