domenica 20 marzo 2016

SETTANT'ANNI FA IL PRIMO VOTO DELLE DONNE/1

Settant’anni fa, il 10 marzo 1946, le donne, che avevano compiuto 21 anni, poterono per la prima volta recarsi alle urne elettorali per votare; quell’anno tornarono al voto anche gli uomini che non votavano dal ‘24. Fu in occasione delle elezioni amministrative di più di 400 comuni.
Sui giornali di quegli anni ci furono diverse opinioni. Alcuni giornalisti parlarono delle elezioni senza fare alcun riferimento al primo voto delle donne, in altri articoli comparvero raccomandazioni, per esempio alle signore veniva consigliato di stare attente a non lasciare segni di rossetto quando inumidivano la scheda con le labbra, altrimenti sarebbe stata annullata. In un articolo si diceva che le mogli avrebbero votato agli ordini dei mariti ma queste rispondevano che avrebbero votato per i preti; ma altri invece scrissero che per la prima volta entrava un po’ di buon senso nella politica e nell’amministrazione.
Non ci sono molte testimonianze che ricordino cosa sia stato per le donne il loro primo voto, se non le parole “Stringiamo le schede come biglietti d’amore” scritte da Anna Garofalo una giornalista del 1946, che nel suo articolo racconta le emozioni delle signore in fila in attesa di entrare per mettere quel segno, quella crocetta accanto al nome “Abbiamo tutte nel petto un vuoto da giorni d’esame, ripassiamo mentalmente la lezione: quel simbolo, quel segno, una crocetta accanto a quel nome”.
Il decreto legislativo che conferiva il diritto di voto alle donne venne emanato il 31 gennaio 1945, le uniche donne a essere escluse erano le prostitute schedate che lavoravamo al di fuori della loro casa. Qualche mese dopo anche Papa Pio XII si dimostrò favorevole e diede la sua benedizione sull’espansione di voto. Circa un anno dopo alle donne di almeno 25 anni fu concessa l’eleggibilità, che già dalla prima votazione diede i suoi frutti con l’elezione di donne sia nelle amministrazioni locali, sia per l’Assemblea Costituente. L’Italia raggiunge questo traguardo dopo molti altri paesi, come l’Inghilterra dove si sviluppò il termine “suffragette”, inventato da un giornalista di Londra.  Le donne lo accettarono con orgoglio, anche se dato con disprezzo, perché per loro riconosceva un movimento femminile con uno scopo preciso, fu per questo che lo iniziarono a pronunciare accentuando il GET centrale che per loro indicava il verbo “to get” (ottenere). In Italia questo movimento fu meno violento rispetto all’Inghilterra e forse fu anche per questo che le donne arrivarono al voto solo anni dopo.

Le donne hanno lottato molto per questo diritto e sembra assurdo che in molti Stati non lo abbiano ancora acquisito e siano considerate inferiori agli uomini. In Italia, dopo aver conquistato il diritto al voto, le donne si sono attivamente impegnate nella vita politica del paese, arrivando a ricoprire cariche istituzionali di rilievo (Presidente della Camera, ministero della difesa).
Elisa Bombino III D tur

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