Il cov-2019 è un’epidemia che genera nella popolazione un’influenza più aggravata rispetto al normale, che può essere rischiosa per la vita di anziani e malati. Questo virus dalla Cina si sta diffondendo in quasi tutto il mondo ma soprattutto in Italia, e per questo è un argomento che mi tocca molto. Questa epidemia è molto diffusa in Lombardia, tanto da renderla zona rossa e da vietare quasi tutti i contatti umani con le persone esterne, ma anche in altre regioni come il Veneto, l'Emilia Romagna, il Piemonte, e anche in Liguria ci sono diversi casi. Ciò mi mette abbastanza timore, non tanto per me a cui, essendo giovane e in salute, non mi potrà causare seri problemi, ma per i miei parenti, sopratutto i nonni, che a causa della loro anzianità sono più a rischio.
Come ogni giovane mi sento obbligata alla reclusione e questa decisione ha però portato molte persone a comportamenti irrazionali, perché ad esempio alcuni supermercati sono stati svuotati senza un apparente motivo: mi sono ritrovata in coda alla cassa avendo una bottiglia di latte e davanti a me persone con le valigie che facevano provviste per mesi, e ciò mi è sembrato eccessivo, perché sembra di ritornare ai tempi della guerra!
Vi sono poi situazioni assurde: è stata effettuata la chiusura di ogni istituzione scolastica, ma numerosi pub e locali rimangono aperti con elevato numero di clienti che si ammassano nei locali! Questo fenomeno mette a rischio molte persone e come conseguenza anche i loro cari, e questo mi rende difficile capire certe decisioni prese dallo stato.
Un buon metodo per affrontare la quarantena potrebbe essere, oltre ad allontanarsi dalle zone infette, quello di restare in casa con amici e parenti svolgendo passatempi, così da evitare contatti con l’esterno.
La situazione che stiamo vivendo si può definire orrenda: da quando sono nata non è mai successo di trovarsi in una situazione del genere! C’è tanto allarmismo, ma bisogna utilizzare il cervello cercando di limitare il contatto umano, anche se è un sacrificio per tante persone, per il lavoro e per gli studi. Dobbiamo pensare che questo è un periodo limitato, se noi seguiamo le precauzioni che ci sono state date, questo virus avrà vita breve.
È surreale quello che sta accadendo: in questo periodo per le strade nessuno vuole parlare con nessuno, se non attraverso rabbia e diffidenza. Se qualcuno dà un colpo di tosse, le persone scappano, e molti stanno diventando avidi e senza scrupoli. Si ha razzismo nei confronti di chi é asiatico, i supermercati, come dicevo prima, saccheggiati come se fossimo in guerra. Una cosa è sicura abbiamo dimostrato a noi stessi di non essere in grado di gestire il panico. Abbiamo dimostrato a noi e al mondo che per governarci non c’è niente di più facile che metterci paura! Sì, il coronavirus ci ha messo paura, la paura di vivere non di morire. C’è differenze tra fare informazione e creare panico Tutto questo è surreale, ma non bello. Le precauzioni per non contrarre o diffondere il virus sono semplici: lavarsi le mani, cambiare tutti i giorni vestiti e non starnutire senza coprirsi la bocca: ma queste non erano le basi dell’igiene personale?
Il Coronavirus non è una pandemia letale ma un’infezione appena più seria di un’influenza, da non sottovalutare ma nemmeno da farci cambiare la nostra etica, il rispetto per i concittadini italiani o per i cinesi. Per un’influenza non si diventa razzisti o ipocondriaci da un giorno all’altro! Per maggiori informazioni basta andare sul sito del ministero della salute in cui possiamo anche scoprire che indossare le mascherine non serve a nulla, se non si sospetta di essere infetti. La paura si può tollerare ma la cattiveria no. Siamo essere umani, e proprio in momenti come questi dovremmo ricordarci di essere più umani, altrimenti non sarà un virus a distruggerci, ma saremo noi stessi.
Vittoria Olivetti, III A LES
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