All’inizio sembrava un problema lontano nato in Cina, non vicino noi. In breve tempo però le nostre condizioni di tranquillità sono finite e ci siamo accorti dell'enorme e drammatica scia di questo virus in tutto il mondo.
La chiusura delle scuole inizialmente ci sembrava una giusta precauzione ma passeggera, ma non era così. Era solo il primo campanello d’allarme che in breve ci ha messo di fronte ad uno scenario ben più grave e difficile, direi inarrestabile.
Ora tutti a casa: chiusi e consapevoli che solo così contribuiremo a salvare il salvabile.
Ogni dramma lascia smarriti e impauriti, questo è davvero epocale e devastante per come si evolve e miete ogni giorno nuove vittime.
La consapevolezza della nostra impotenza fa la sua parte alla grande, ma ci deve pur essere una via d’uscita. Questo tunnel un giorno finirà.
Ora dobbiamo non farci prendere oltre modo dallo scoraggiamento e guardare realisticamente con riconoscenza tutti quelli che, in prima linea, danno il massimo delle loro competenze lavorative per alleviare le sofferenze di chi soffre.
Siamo circondati da angeli ingabbiati per non prendersi il virus e non ce ne rendiamo conto abbastanza.
Siamo circondati da mani tese che neppure immaginavamo che esistessero, mani che non si possono toccare ma che sono più strette che mai.
La lotta fra il bene e il male continua, ma l’ultima parola sarà la vittoria del bene sul male.
A noi non ci resta altro che pregare, sperare e credere che questo avverrà, e al più presto.
Matteo Fredducci, V D TUR
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