sabato 21 ottobre 2017

Ragionando sul domani

Quinta superiore. L'anno “fatidico”. Quando cinque anni fa ho varcato la soglia di questo Istituto per la prima volta, mai avrei pensato che potessero passare così in fretta; eppure i parenti me lo hanno sempre detto: “Goditi i tuoi anni migliori, rimpiangerai la scuola...”
E in effetti sto già cominciando a sentirne la mancanza, se penso che l'anno prossimo una buona parte della mia vita cambierà, però mi sento anche pronta per questo tipo di cambiamento, e sono impaziente di iniziare un nuovo capitolo. Da luglio in poi avrò carta bianca.
Fino ad ora ho dovuto scegliere solo l'indirizzo della scuola superiore che volevo frequentare e limitarmi a svolgere i miei “doveri” di studente, ma ho l'impressione che sia stato fin troppo facile, in confronto a ciò cui dovrò pensare d'ora in avanti.

Sono sempre stata una persona decisa. Infatti ho già scelto la strada che voglio percorrere una volta finito questo ultimo anno: continuare a studiare all'Università. Ovviamente mi informerò meglio durante questi mesi, però ho scoperto l'esistenza di una facoltà che incontra completamente i miei sogni futuri: intermediazione linguistica. Si tratta di una quinquennale dove si approfondiscono due lingue a scelta (nel mio caso inglese e tedesco) e negli ultimi due anni una specializzazione in traduzione e interpretariato. Sono ancora indecisa su quale ramo di questi campi potrebbe piacermi di più, ma sono sicura che lo capirò durante gli anni, quando mi verranno anche spiegate meglio le numerose figure professionali che offre questo tipo di lavoro. Devo ammettere che durante la visita dello scorso anno al Parlamento Europeo di Strasburgo sono rimasta affascinata da come gli interpreti traducevano il dibattito in corso, però mi piace molto fare traduzioni scritte. Comunque per questo avrò tempo di scegliere con più calma.
Per quanto riguarda il luogo dove frequenterò i miei studi, almeno per i primi tre anni, sarà Genova; dopodiché potrei terminarli in altre città italiane con Università più “prestigiose”, ma bisogna capire se mi sentirò pronta a lasciare “casa”. Ad ogni modo, ho sempre sognato un futuro nei Paesi del Nord Europa (dopo averli visitati in vacanza), in particolare nella capitale inglese, perché mi sono subito sentita a mio agio rispetto al loro modo di vivere e alle loro priorità (l'impegno massimo nel lavoro, mentre in Italia, ad esempio, si dà più importanza alla costruzione di una famiglia).
Sono consapevole delle difficoltà che un trasferimento lontano da casa potrebbe comportare, ma presumo che, se ne incontrerò, faranno parte del mio percorso di crescita.
Ho dimenticato di aggiungere che la facoltà che voglio frequentare ha un test d'ingresso, ma se devo essere sincera, non mi preoccupa poi così tanto, potrò studiare nei mesi estivi, ed essendo sulle materie che preferisco, non dovrebbe generare problemi.

Spero che tutta questa sicurezza non mi si ritorca contro.
Sento ugualmente un “vento di cambiamento” che sta arrivando...
Sento che “sto diventando grande” e che la “piccola me” mi sta già sfuggendo di mano...
Forse avevano ragione i parenti.
Iris Tagliani, V E tur 

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