E' con grande piacere e soddisfazione che pubblichiamo un articolo di Stefano Pavlovic che, pur avendo cambiato sezione, è rimasto a far parte della nostra redazione. Buona lettura!
Il
luogo in cui ho svolto l’attività relativa al progetto “scuola
alternanza lavoro” è stato il Teatro della Tosse.
Per
alcune caratteristiche il teatro può definirsi azienda.
La
forma giuridica o l’organizzazione che gli ideatori del progetto
teatrale hanno scelto è la fondazione.
Questo
tipo di forma giuridica è quasi sempre optata dalle organizzazioni
che hanno scopo culturale o no profit.
La
struttura è ubicata nella parte più antica della città di Genova,
è stata costruita in uno spazio antecedentemente occupato da
abitazioni civili e dal teatro Nazionale.
Il
bombardamento degli inglesi, durante la seconda guerra mondiale, ha
distrutto l’intero quartiere. Il teatro è stato ricostruito nella
medesima area e gli è stato modificato il nome.
La
struttura se pur piccola è ben articolata: è costituita da tre
sale, la sala Aldo Trionfo, la sala Dino Campana e la Claque,
quest’ultima destinata al cabaret e alla musica.
Ciascuna
delle tre sale ha dimensioni e finalità diverse. In generale il
prodotto che offre questa “azienda-teatro” è alternativo
rispetto alle produzioni classiche proposte dai teatri più grandi
della città.
Ad
esempio la sala D. Campana è la più piccola e offre il prodotto più
alternativo e innovativo, rispecchiando in pieno la personalità e
l’originalità del poeta a cui è dedicata.
Gli
ospiti sono rappresentati da due tipologie differenti: lo spettatore
pagante e la compagnia che offre la sua rappresentazione. Queste due
componenti costituiscono i due elementi essenziali di qualsiasi
genere di spettacolo.
Per
il funzionamento del teatro occorrono figure qualificate in diversi
ambiti: curatori della parte amministrativa, della linea culturale
proposta e portata avanti dall’Ente, i promotori del prodotto
culturale, tecnici di varie qualifiche per garantire il buon
funzionamento della macchina teatrale, tecnici responsabili delle
normative di sicurezza, tecnici per l’allestimento delle
scenografie, degli abiti, dei trucchi, ecc…
Essendo
l’Ente teatro un’organizzazione con finalità esclusivamente
culturali sono fondamentali le risposte alle seguenti istanze: il
prodotto deve essere accuratamente scelto e deve attenersi alle
finalità e agli obiettivi sanciti dalla normativa che disciplina lo
statuto della fondazione.
Nel
caso del Teatro della Tosse il prodotto è diretto e presentato a
fasce di clientela particolari, come famiglie, scuole, infanzia,
adulti e amanti della “cultura di nicchia”.
Questo
teatro offre molta sperimentazione.
Nel
caso di teatro si può trattare di fornitori culturali che sono
rappresentati dalle compagnie e dai registi che offrono le loro
produzioni.
Le
compagnie vengono scelte in base alla linea culturale prestabilita
dal direttore del teatro.
Il
teatro è piccolo in dimensioni, ma riesce a offrire una
programmazione annuale, non si può parlare di vera e propria
concorrenza con il teatro Carlo Felice che è il riferimento
nazionale di Genova e propone altri generi destinati ad un altro tipo
di clientela, anche le dimensioni fisiche dei due teatri non sono
paragonabili, non si può parlare, quindi, di un’effettiva
competizione.
Le
strategie di marketing adottate dall’Ente sono in generale comuni a
quelle adottate da tutte le aziende: divulgazioni attraverso mezzi
informatici, grafica pubblicitaria, passaparola e ultimamente si è
aggiunta, secondo me, l’alternanza scuola-lavoro.
Un’altra
strategia di marketing che ho notato è la diversificazione delle
fasce di età e degli spettacoli proposti.
Il
Teatro della Tosse essendo giuridicamente un Ente culturale deve
attenersi per la contabilità e il funzionamento economico alle norme
insite nella tipologia “Ente culturale”.
Nel
caso del Teatro della Tosse i punti di debolezza e di forza
coincidono. Ad esempio la sperimentazione teatrale, essendo una
novità e quindi non conosciuta, prevede un’affluenza di pubblico
non numerosa. Pertanto si può parlare di rischio, tuttavia lo stesso
elemento di rischio diventa l’elemento principale che cattura
l’attenzione della clientela.
Le
mie mansioni all’interno del teatro consistevano in attività di
sondaggio, di cura e informazione del cliente-spettatore.
Le
competenze acquisite nel percorso scolastico attraverso materie
specifiche di indirizzo, mi sono state d’aiuto in determinate
circostanze. Mi hanno chiarito in maniera tecnico-formale
l’organizzazione dell’”azienda-teatro” all’interno della
quale operavo.
La
mia esperienza è durata quindici giorni, tra tutte le realtà
lavorative che la scuola mi ha offerto questa è stata la più
coinvolgente e la più interessante di tutte.
Innanzitutto
mi sono trovato all’interno di un luogo intimo e protetto, carico
di storia e di significato che è evidente già dalla sua denotazione
architettonica.
Un
ambiente in cui sono presenti tutti quegli elementi che creano la
magia della comunicazione. Sul palco vengono riprodotte le storie e
le emozioni degli uomini, la platea reagisce a sua volta con
altrettanto spessore emotivo. Il ritmo è dato dalla parola degli
attori, dai silenzi e dal codice che usano gli spettatori per
accordare il loro consenso: l’applauso.
L’acustica
è un aspetto sostanziale del teatro, il costruttore deve tener conto
della propagazione del suono e costruire in modo che questo non venga
danneggiato.
Tutto
ciò ho potuto notarlo dopo aver assistito ad alcune rappresentazioni
e dopo essermi ambientato in quegli spazi. Le emozioni provate sono
state forti.
L’esperienza
mi ha portato a chiedermi molte cose: come mai, ad esempio, in certi
momenti le emozioni erano così intense da procurarmi i brividi?
La
risposta è complessa e sfaccettata, ma allo stesso tempo semplice, è
stato il “tutto” che in precisi istanti ha funzionato così bene
da coinvolgermi profondamente dal punto di vista emozionale. Per
“tutto” intendo la magica combinazione dello spazio e degli
attori. Per attori mi riferisco sia la pubblico che ai teatranti, in
quanto tutti e due costituiscono parte attiva della drammaturgia.
Ho
studiato poco di teatro, ma sono riuscito, comunque, a percepire ciò
che ha spinto e stimolato i greci a concepire, amare e vivere la
rappresentazione dell’emotività umana.
Stefano Pavlovic, V A tur
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