Il Consiglio dei Ministri, il
quattordici Gennaio 2017, ha approvato otto decreti di
attuazione della legge 107, la cosiddetta Buona
Scuola.
Si parla di potenziamento, alternanza scuola lavoro, garantire
diritto allo studio, esame di maturità, concorso scuola
docenti e il piano di digitalizzazione e formazione per personale scolastico.
Sicuramente le proposte porteranno dei cambiamenti su cui tutti noi dovremmo
riflettere; l 'argomento che mi ha incuriosito di più è quello che riguarda
l'esame di maturità, anche perché non ho avuto né a scuola neé in famiglia la
possibilità di affrontare con chiarezza e in modo approfondito il cambiamento
che noi alunni dovremmo affrontare.
Mi sembra di aver capito, dalla lettura di articoli di giornale, che i cambiamenti consisteranno
in due sole prove scritte, una diversa composizione della commissione di
maturità, variazione del calcolo del voto dell'esame, l'inserimento di una
prova invalsi e ammissione all'esame con la media del sei, compreso il voto di
condotta e non più con almeno la sufficienza in tutte le discipline.
Pur non avendo chiare le conseguenze di questi cambiamenti e provando
da sola a riflettere sul perchè si è voluto cambiare, il mio primo pensiero è
stato che il ministro dell'istruzione volesse assicurarsi che la percentuale di
studenti italiani diplomati rimanesse ad un livello medio alto, a discapito di
una buona preparazione teorica. Riflettendo sul mondo del lavoro e soprattutto
sulle modalità della comunicazione e informazione digitale, ho iniziato a
pensare che, di fronte ad un mondo
che è in continuo cambiamento, anche noi giovani siamo soggetti che devono
utilizzare maggiormente le capacità di saper fare, piuttosto che sapere solo
nozioni. Penso che noi giovani dobbiamo acquisire maggiori competenze nel saper
mettere in pratica, quindi nel saper rispettare un filo logico del nostro fare
e questo aspetto che trovo nei lavori di alternanza scuola-lavoro mi
stimola e mi appassiona anche verso lo studio.
Sinceramente trovo che ad oggi confrontandomi anche con amici di altre scuole
il progetto di alternanza sia un po’snobbato da alcuni professori, male
organizzato e scarno, mentre è invece un aspetto del nostro percorso scolastico che ci stimolerebbe a credere di più
nelle nostre potenzialità di futuri adulti. Queste proposte si scontrano con un
monte ore che prevede lo svolgimento di un programma teorico e mi rendo conto
che gli insegnanti sono in difficoltà. Conscia del fatto che come tutti i
cambiamenti ci saranno aspetti positivi e negativi, rimane in me la paura
di affrontare una prova che mai nessuno ha affrontato, inoltre vedere gli
insegnanti preoccupati non trasmette in me fiducia, ma aumenta l' ansia
del non riuscire. Di fronte a questa riforma scolastica mi domando come tutti
gli alunni, che come me sono certificati DSA, dovranno affrontare le prove
scritte, in particolare la
prova invalsi che già adesso è motivo di discussioni all'interno della scuola.
Sempre più spesso mi rendo conto che alunni, come me, DSA e BES vivono
quotidianamente rapporti con professori e compagni che non comprendono le
nostre difficoltà, insistono nel proporre un metodo che non è adatto a chi ha
un cervello che funziona in modo diverso; la mia speranza è che nella scuola ci
sia più attenzione ad ogni singolo alunno, al rispetto della nostra
individualità, facendoci vivere con minore senso di inadeguatezza e aumentando
invece la stima in noi stessi e nelle nostre potenzialità.
In attesa del voto del Parlamento, rifletterò ancora su questa proposta di
Buona Scuola nella speranza di maggiori chiarimenti.
Giulia Calosci, IV D tur
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