domenica 5 febbraio 2017

"NON SARO’ COMPLICE DEL SILENZIO"



L’atto di migrare verso una terra che promette condizioni di vita migliori è sempre stata una variabile intrinseca della storia dell’uomo.  Fin dagli albori delle vicende umane, infatti, molteplici popolazioni si sono spostate di terra in terra, causando innumerevoli conseguenze che hanno contribuito alla formazione della nostra società del 21° secolo,  influenzandone lingua, cultura, religione ed usanze. Oggi l’immigrazione è un fenomeno che si può tranquillamente considerare “globale” , causato principalmente dalle gravose condizioni politiche ed economiche del terzo mondo. Oggi l’Europa è uno dei maggiori continenti  incaricati di fronteggiare questo sempre più ingestibile problema, data la vicinanza ai principali stati in cui l’emigrazione si sta verificando. Si stima che per ora il numero di rifugiati in Italia ammonti circa a 5'000'000, ovvero l’ 8% del totale dei cittadini (66'000'000). Risulta comunque un dato irrisorio rispetto ad altri paesi europei, ed in particolare, al mondo intero. Inoltre, negli ultimi decenni, si è assistito ad un forte aumento dell’immigrazione, per via dello scoppio di vari conflitti di interessi tra molteplici popolazioni, che hanno ridotto molti paesi già in crisi, in paesi in totale miseria.
Oggi l’Italia è preoccupata per gli sbarchi clandestini di extra-comunitari che arrivano nella nostra penisola per cercare lavoro ed una migliore condizione di vita. In continuazione, infatti, clandestini disperati, che hanno perso casa e lavoro, provenienti da Europa Orientale, Nord Africa, Europa Occidentale, Africa  Subsahariana, America Latina, America Settentrionale o da altri paesi, si imbarcano su decrepite imbarcazioni, speranzosi di raggiungere la salvezza. Molti di questi immigrati giungono sulle coste italiane con gommoni, o natanti in pessime condizioni, senza cibo né acqua ed in gran sovrannumero, occupando letteralmente ogni spazio del ponte della nave.  Inoltre, molto spesso, tra loro sono presenti persone senza documenti con una preparazione insufficiente alla traversata.
La popolazione italiana, così come quella mondiale, è evidentemente spaccata in due: coloro che collaborano ed approvano l’integrazione del migrante, e coloro che vorrebbero chiudere per sempre le vie d'accesso per bloccare questo fenomeno. E’ da considerare comunque, che questo fenomeno è così rilevante nella nostra quotidianità anche per via della scadente gestione di questo non solo da parte del governo italiano ma anche di tutti i grandi stati.  Infatti l’operazione di smistamento dei migranti, affidata agli organi amministrativi del governo, non è coordinata in maniera ottimale, per via di altri problemi interni da fronteggiare, quali crisi delle banche, inquinamento, e sovrappopolazione. Un insieme dovuto alla scarsa organizzazione degli stati, alle poche risorse destinate a fronteggiare questo problema ed ad un insufficiente controllo del fenomeno, che hanno portato all’aggravarsi del fenomeno.  Esistono però molte persone, che senza obbligo dello stato, decidono di rendersi utili al caso,  agendo di loro iniziativa, per cercare di risolvere questo grande problema:  una tra queste è l’agricoltore Cèdric Herrou.
Questo contadino francese, è tutt’ora condannato dalla procura di Nizza, ad otto mesi di carcere con l’accusa di “aiuto all’ingresso, alla circolazione e al soggiorno di stranieri irregolari”. Da quando è stato condannato, l’agricoltore, presentandosi con un’aria distaccata ed un po’ da misantropo per sua stessa ammissione, è subito finito su tutti i giornali e i TG d’Europa. Persino Charlie Hebdo gli ha dedicato un’ironica caricatura con su scritto: “Cet homme est un monstre”. Da oltre un anno, Cédric si occupa di ospitare e rifocillare gli immigrati in difficoltà all’ingresso dalla Roya, una zona montuosa della Provenza, al confine con l’Italia, dove vive e coltiva i suoi olivi. Da qui, ogni giorno tentano di passare decine, centinaia di migranti provenienti dal nostro paese a piedi, per sfuggire ai controlli della polizia. L’agricoltore si occupa di recuperarli facendo uso del suo furgone, e con l’aiuto dell’associazione Roya Citoyenne offre loro da mangiare e dormire, nei due camper e nelle quattro tende piazzate sul suo terreno. Dopo qualche giorno li lascia ripartire, oppure affida i minori alle autorità, perché se ne prendano cura, com’è loro compito, peraltro evidenziato dai recenti trattati internazionali.
Lo Stato francese sembra invece essere molto riluttante all’accoglienza, specialmente dei minori, tanto che, sostiene Cédric, parecchi minorenni, passata la frontiera a Ventimiglia, vengono rispediti indietro dalle autorità. L’anno scorso, infatti, la Francia ha respinto 34mila persone alla frontiera tra Mentone e Ventimiglia ed ha trattenuto solo 350 minorenni, rispettando le leggi imposte dal Dublino. 

Era una famiglia che entrava nella mia valle a piedi. Erano in cattive condizioni di salute. Li ho presi e li ho portati a casa mia con l’auto, senza tanto stare a pensare che erano stranieri: io se vedo gente che sta male l’aiuto e chiamo il dottore...”,  afferma Cèdric davanti alle telecamere in un’intervista con dei giornalisti italiani.
Ci sono minorenni che cercano di passare in Francia da soli?
“Sì, ormai molti passano dalla ferrovia e arrivano direttamente a casa mia. Io li sistemo, li faccio riposare, per loro faccio le carte per il Tribunale dei minori e poi li accompagno dalla polizia.”
Quindi alla fine collabora con le autorità.
“Io ho un rapporto molto cordiale con la polizia della Valle. Non sono contro la polizia, sono contro il sistema che li costringe a obbedire a ordini illegali. E loro lo fanno, perché sono formati per eseguire, senza stare troppo a riflettere.”

La sua storia divide le coscienze ed è finita al centro di un procedimento giudiziario, ma quella di Cedric Herrou, è soprattutto una storia che parla di umanità ed empatia.
Ad ottobre, Herrou aveva guidato un gruppo di attivisti nell’occupazione di un villaggio vacanze in disuso – appartenente alla società Ferrovie dello Stato (Société Nationale des Chemins de fer Français) - e lo ha adibito a punto di accoglienza per migranti. Al suo interno aveva ospitato oltre 50 profughi.
Per questo l’uomo ora rischia fino a 5 anni di reclusione e 30 mila euro di multa, è incriminato per avere facilitato l’ingresso illegale in Francia di circa 200 migranti sprovvisti del permesso di soggiorno.
Mercoledì 4 gennaio, l’uomo è comparso dinanzi ai giudici del tribunale di Nizza. Anche in quell’occasione non si è tirato indietro e ha difeso il suo operato.  “Se dobbiamo infrangere la legge per aiutare delle persone, facciamolo!”. Herrou ha infatti spiegato cercando di chiarire: Agisco illegalmente, ma lo faccio per salvaguardare i diritti dei minori, ed in generale dei migranti. È nostro dovere alzarsi in piedi quando le cose vanno male. Per questo io continuerò. La democrazia ci impone di uscire per le strade e guardare negli occhi le persone che ci sono accanto, e aiutarle anche quando non le conosciamo”.
Nella valle tutti lo conoscono, e sanno cosa fa per aiutare i migranti, molti lo sostengono,tanto che alla fine del 2016 circa 4 mila lettori di Nice Matin lo avevano votato come “ cittadino dell’anno”.
Herrou ha provato a spiegare che tutto quello che sta facendo è per aiutare migranti che fuggono da guerra, repressione, fame, e tra queste molti minori, persone che lo Stato, dopo aver chiuso la frontiera, lascia al suo destino. 
Io considero il suo operato esempio di empatia, umiltà, umanità e valori. Anche se la sua iniziativa illegale risulta mettere in pericolo l’intera nazione, specialmente in questo periodo, dove l’Europa è spesso minacciata da attacchi terroristici ed intimidazioni. Come si sentirebbe infatti il signor Herrou, se uno dei suoi migranti accolti facesse parte di una cellula terroristica, e divenisse responsabile di una strage? Il contadino 37enne si è incaricato di una grande responsabilità senza rendersene conto, probabilmente. Le leggi  sull’immigrazione infatti esistono per preservare l’ordine e la sicurezza, proprio per questo motivo, nonostante l’inefficienza degli organi governativi che si occupano di mantenerle, siamo tenuti a rispettarle. Un conflitto tra umanità e rigore, di non facile soluzione.
Giorgia La Fauci, IV E tur


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