L’atto di
migrare verso una terra che promette condizioni di vita migliori è sempre stata
una variabile intrinseca della storia dell’uomo. Fin dagli albori delle vicende umane, infatti,
molteplici popolazioni si sono spostate di terra in terra, causando innumerevoli
conseguenze che hanno contribuito alla formazione della nostra società del 21°
secolo, influenzandone lingua, cultura,
religione ed usanze. Oggi l’immigrazione è un fenomeno che si può
tranquillamente considerare “globale” , causato principalmente dalle gravose
condizioni politiche ed economiche del terzo mondo. Oggi l’Europa è uno dei
maggiori continenti incaricati di
fronteggiare questo sempre più ingestibile problema, data la vicinanza ai principali stati in cui l’emigrazione si sta verificando. Si stima che per
ora il numero di rifugiati in Italia ammonti circa a 5'000'000, ovvero l’ 8%
del totale dei cittadini (66'000'000). Risulta comunque un dato irrisorio
rispetto ad altri paesi europei, ed in particolare, al mondo intero. Inoltre, negli
ultimi decenni, si è assistito ad un forte aumento dell’immigrazione, per via
dello scoppio di vari conflitti di interessi tra molteplici popolazioni, che
hanno ridotto molti paesi già in crisi, in paesi in totale miseria.
Oggi
l’Italia è preoccupata per gli sbarchi clandestini di
extra-comunitari che arrivano nella nostra penisola per cercare lavoro ed una migliore
condizione di vita. In continuazione, infatti, clandestini disperati, che hanno
perso casa e lavoro, provenienti da Europa Orientale, Nord
Africa, Europa Occidentale, Africa
Subsahariana, America Latina, America Settentrionale o da altri paesi, si imbarcano
su decrepite imbarcazioni, speranzosi di raggiungere la salvezza. Molti di
questi immigrati giungono sulle coste italiane con gommoni, o natanti in
pessime condizioni, senza cibo né acqua ed in gran sovrannumero, occupando
letteralmente ogni spazio del ponte della nave. Inoltre, molto spesso, tra loro sono presenti
persone senza documenti con una preparazione insufficiente alla traversata.
La
popolazione italiana, così come quella mondiale, è evidentemente spaccata in
due: coloro che collaborano ed approvano
l’integrazione del migrante, e coloro che vorrebbero chiudere per sempre le vie d'accesso per bloccare questo fenomeno. E’ da considerare comunque, che questo
fenomeno è così rilevante nella nostra quotidianità anche per via della
scadente gestione di questo non solo da parte del governo italiano ma anche di tutti i grandi stati. Infatti l’operazione di smistamento dei
migranti, affidata agli organi amministrativi del governo, non è coordinata in
maniera ottimale, per via di altri problemi interni da fronteggiare, quali
crisi delle banche, inquinamento, e sovrappopolazione. Un insieme dovuto alla
scarsa organizzazione degli stati, alle poche risorse destinate a fronteggiare
questo problema ed ad un insufficiente controllo del fenomeno, che hanno portato
all’aggravarsi del fenomeno. Esistono
però molte persone, che senza obbligo dello stato, decidono di rendersi utili
al caso, agendo di loro iniziativa, per
cercare di risolvere questo grande problema:
una tra queste è l’agricoltore Cèdric Herrou.
Questo contadino
francese, è tutt’ora condannato dalla procura di Nizza, ad otto mesi di carcere
con l’accusa di “aiuto all’ingresso, alla circolazione e al soggiorno di
stranieri irregolari”. Da quando è stato condannato, l’agricoltore, presentandosi con un’aria distaccata ed un po’ da
misantropo per sua stessa ammissione, è subito finito su tutti i giornali e i
TG d’Europa. Persino Charlie Hebdo gli ha dedicato un’ironica
caricatura con su scritto: “Cet homme est un monstre”. Da oltre un anno, Cédric
si occupa di ospitare e rifocillare gli immigrati in difficoltà all’ingresso dalla Roya, una zona montuosa della Provenza,
al confine con l’Italia, dove vive e coltiva i suoi olivi. Da qui, ogni giorno
tentano di passare decine, centinaia di migranti provenienti dal nostro paese a
piedi, per sfuggire ai controlli della polizia. L’agricoltore si occupa di recuperarli
facendo uso del suo furgone, e con l’aiuto dell’associazione Roya Citoyenne offre loro da
mangiare e dormire, nei due camper e nelle quattro tende piazzate sul suo
terreno. Dopo qualche giorno li lascia ripartire, oppure affida i minori alle
autorità, perché se ne prendano cura, com’è loro compito, peraltro evidenziato
dai recenti trattati internazionali.
Lo Stato
francese sembra invece essere molto riluttante all’accoglienza, specialmente dei
minori, tanto che, sostiene Cédric, parecchi minorenni, passata la
frontiera a Ventimiglia, vengono rispediti indietro dalle autorità. L’anno
scorso, infatti, la Francia ha respinto 34mila persone alla frontiera tra
Mentone e Ventimiglia ed ha trattenuto solo 350 minorenni, rispettando le leggi
imposte dal Dublino.
“Era
una famiglia che entrava nella mia valle a piedi. Erano in cattive condizioni
di salute. Li ho presi e li ho portati a casa mia con l’auto, senza tanto
stare a pensare che erano stranieri: io se vedo gente che sta male l’aiuto e
chiamo il dottore...”, afferma
Cèdric davanti alle telecamere in un’intervista con dei giornalisti italiani.
Ci sono minorenni che cercano di passare in Francia da soli?
“Sì, ormai molti passano dalla ferrovia e arrivano direttamente a casa mia. Io li sistemo, li faccio riposare, per loro faccio le carte per il Tribunale dei minori e poi li accompagno dalla polizia.”
“Sì, ormai molti passano dalla ferrovia e arrivano direttamente a casa mia. Io li sistemo, li faccio riposare, per loro faccio le carte per il Tribunale dei minori e poi li accompagno dalla polizia.”
Quindi alla fine collabora con le autorità.
“Io ho un rapporto molto cordiale con la polizia della Valle. Non sono contro la polizia, sono contro il sistema che li costringe a obbedire a ordini illegali. E loro lo fanno, perché sono formati per eseguire, senza stare troppo a riflettere.”
“Io ho un rapporto molto cordiale con la polizia della Valle. Non sono contro la polizia, sono contro il sistema che li costringe a obbedire a ordini illegali. E loro lo fanno, perché sono formati per eseguire, senza stare troppo a riflettere.”
La sua
storia divide le coscienze ed è finita al centro di un procedimento
giudiziario, ma quella di Cedric Herrou, è soprattutto una storia che parla di
umanità ed empatia.
Ad ottobre,
Herrou aveva guidato un gruppo di attivisti nell’occupazione di un villaggio
vacanze in disuso – appartenente alla società Ferrovie dello Stato (Société
Nationale des Chemins de fer Français) - e lo ha adibito a punto di
accoglienza per migranti. Al suo interno aveva ospitato oltre 50
profughi.
Per questo
l’uomo ora rischia fino a 5 anni di reclusione e 30 mila euro di multa, è
incriminato per avere facilitato l’ingresso illegale in Francia di circa 200
migranti sprovvisti del permesso di soggiorno.
Mercoledì 4 gennaio, l’uomo è comparso
dinanzi ai giudici del tribunale di Nizza. Anche in quell’occasione non
si è tirato indietro e ha difeso il suo operato. “Se dobbiamo infrangere la
legge per aiutare delle persone, facciamolo!”. Herrou ha infatti spiegato
cercando di chiarire: “Agisco illegalmente, ma lo faccio
per salvaguardare i diritti dei minori, ed in generale dei migranti. È nostro
dovere alzarsi in piedi quando le cose vanno male. Per questo io continuerò. La
democrazia ci impone di uscire per
le strade e guardare negli occhi le persone che ci sono accanto, e
aiutarle anche quando non le conosciamo”.
Nella valle
tutti lo conoscono, e sanno cosa fa per aiutare i migranti, molti lo
sostengono,tanto che alla fine del 2016 circa 4 mila lettori di Nice Matin lo avevano
votato come “ cittadino
dell’anno”.
Herrou ha
provato a spiegare che tutto quello che sta facendo è per aiutare migranti che
fuggono da guerra, repressione, fame, e tra queste molti minori, persone che lo
Stato, dopo aver chiuso la frontiera, lascia al suo destino.
Io considero il
suo operato esempio di empatia, umiltà, umanità e valori. Anche se la sua
iniziativa illegale risulta mettere in pericolo l’intera nazione, specialmente
in questo periodo, dove l’Europa è spesso minacciata da attacchi terroristici
ed intimidazioni. Come si sentirebbe infatti il signor Herrou, se uno dei suoi
migranti accolti facesse parte di una cellula terroristica, e divenisse
responsabile di una strage? Il contadino 37enne si è incaricato di una grande
responsabilità senza rendersene conto, probabilmente. Le leggi sull’immigrazione infatti esistono per
preservare l’ordine e la sicurezza, proprio per questo motivo, nonostante
l’inefficienza degli organi governativi che si occupano di mantenerle, siamo
tenuti a rispettarle. Un conflitto tra umanità e rigore, di non facile soluzione.
Giorgia La Fauci, IV E tur
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