In
due conferenze stampa in contemporanea organizzate a Washington
(Stati Uniti) e a Cascina (Italia), i ricercatori degli esperimenti
LIGO (Stati Uniti) e VIRGO (Europa) hanno annunciato di avere
rilevato e verificato l’esistenza delle “onde gravitazionali”,
una scoperta fondamentale per la fisica e che probabilmente varrà il
Nobel ai suoi autori.
Furono
ipotizzate per la prima volta da Albert Einstein un secolo fa come
conseguenza della sua teoria della relatività generale e per decenni
gli scienziati hanno cercato indizi di vario tipo per dimostrarne
l’esistenza, ma finora i loro tentativi erano stati viziati da
interferenze di vario tipo e dalla mancanza di strumentazioni
sensibili a sufficienza. Ma cosa sono esattamente queste
onde gravitazionali?
L'onda
gravitazionale è un'increspatura nel tessuto dello spazio-tempo.
Immaginiamo che lo spazio sia un gigantesco tappeto di gomma: gli
oggetti dotati di massa deformano il tappeto, come ad esempio una
palla da bowling che viene lasciata cadere su un trampolino elastico;
più la massa è grande e più lo spazio è incurvato e deformato per
effetto della gravità.
Per
esempio, la ragione per la quale la Terra gira intorno al Sole è che
il Sole è molto massiccio, il che provoca una grande deformazione
dello spazio intorno ad esso. Se provassimo a muoverci in linea retta
intorno a una deformazione, ci troveremmo in pratica a girare in
tondo.
Così
funzionano le orbite: non c'è una vera forza che trattiene i pianeti
in circolo, c'è solo la curvatura dello spazio.
Le
onde gravitazionali sono prodotte ogni volta che delle masse
accelerano, modificando la deformazione dello spazio. Qualunque
oggetto dotato di massa e/o energia può generare onde
gravitazionali. Tuttavia, siccome la gravità è molto debole
rispetto alle altre forza nell'universo, occorrono oggetti molto
massicci che si muovono molto velocemente per produrre delle
increspature abbastanza grandi da essere rilevate. Ma come si fa a
rivelare un'increspatura dello spazio?
Grazie
alla velocità della luce. Se lo spazio tra due punti si dilata,
allora la luce impiega più tempo per andare da un punto all'altro;
se invece lo spazio si restringe, la luce ci mette meno tempo per
andare da un punto all'altro.
Ed
è proprio qui che interviene l'esperimento LIGO (osservatorio
interferometro a laser per onde gravitazionali) il quale è riuscito
a misurare in maniera molto precisa la dilatazione e il
restringimento dello spazio misurando l'interferenza tra i fasci
laser che sono riflessi da un'estremità all'altra.
L'effetto
di un'onda gravitazionale si confonde talmente facilmente con il
rumore di fondo che c'è bisogno di una tecnica raffinata per
analizzare i dati.
Gli
scienziati sperano d'identificare le caratteristiche delle onde
gravitazionali confrontando le ondulazioni che misurano
nell'esperimento con le ondulazioni che si aspettano dalle onde
gravitazionali. E' un po' come se provassimo a riconoscere una
canzone canticchiata ad un concerto.
Rivelare
le onde gravitazionali è estremamente importante perché ci
permetterebbe di studiare e osservare l'universo in un modo
completamente nuovo, scoprendo e cercando cose nuove che non sapevamo
che esistessero e testando le teoria su come funziona l'universo.
Monica Hernandez
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivi qui il tuo commento: sarà pubblicato dopo la moderazione.