"Siamo
la prima generazione che può eradicare la povertà estrema, ma anche
l'ultima che può invertire la rotta rispetto al cambiamento
climatico": queste le parole di Ahmad Alhendavi, inviato
speciale per i giovani delle Nazioni Unite, durante la quarta
giornata della COP21, la Conferenza ONU sul clima aperta a Parigi il
30 novembre con la partecipazione di 190 Paesi. Obiettivo della
Conferenza è quello di concludere, a quasi 20 anni dal Protocollo di
Kyoto, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da
tutte le nazioni. All'inizio del terzo millennio la Terra mostra
sempre più i segni di una vera e propria crisi ambientale: in
particolare, è diventato insostenibile il consumo di risorse
naturali. Oggi l'impronta ecologica di tutta la popolazione mondiale,
indicatore che misura la quantità di superficie terrestre utilizzata
da ogni persona per soddisfare i propri consumi e smaltire i rifiuti
prodotti, è maggiore della capacità naturale della Terra di
riprodurre le risorse necessarie per la sopravvivenza dell'uomo.
Occorre
però precisare che l'impronta ecologica dei Paesi industrializzati è
assai maggiore di quella dei Paesi più poveri della Terra, i quali,
pur costituendo la maggioranza della popolazione terrestre, consumano
e inquinano solo una piccola parte delle risorse naturali del
pianeta. In altri termini, le nazioni ricche sfruttano intensamente
anche le risorse dei Paesi meno avanzati e ne mettono a rischio gli
equilibri ambientali e le possibilità di sviluppo, creando nei loro
confronti un vero e proprio debito ecologico.
Da
oltre due secoli, da quando cioé si è sviluppata la civiltà
industriale, grandi quantità di sostanze nocive emesse dai mezzi di
trasporto, dalle industrie e dalle centrali elettriche inquinano le
regioni urbane più popolose del pianeta, provocando gravi malattie e
danneggiando edifici, foreste, coltivazioni. Negli ultimi decenni la
crescita incontrollata dei consumi di combustibili fossili e
l'abbattimento di vaste foreste hanno determinato un aumento di
anidride carbonica nell'atmosfera. E' cresciuto così, in modo
innaturale, l'effetto serra, e, di condìseguenza, c'è stato un
graduale innalzamento della temperatura media del pianeta. Secondo
gli ultimi dati, il 2015 potrebbe essere l'anno più caldo mai
registrato e segnare la famigerata soglia di 1 grado in più dall'era
preindustriale; con 2 gradi in più, e a questi ritmi gli analisti ne
prevedono oltre 5 entro la fine del secolo, gli effetti sarebbero
irreparabili.
Possiamo
solo augurarci che i partecipanti alla COP21 riescano finalmente ad
accordarsi per rendere il protocollo di Kyoto realmente efficace.
Secondo Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma delle
Nazioni Unite per l'ambiente "E' un momento decisivo della
nostra storia: un mondo sano, giustizia sociale e opportunità
economiche per tutti sono obiettivi raggiungibili, ma non dobbiamo
mentire a noi stessi: bisogna agire oggi".
Iris Tagliani III E tur
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