IL FU MATTIA PASCAL
Capitolo XIII IL LANTERNINO
Per quaranta giorni Mattia deve rimanere al buio, dopo l’operazione. Dopo alcuni giorni di quella “prigionia cieca” Mattia sente prepotente il bisogno di essere consolato e confortato, ma solo da Adriana.
Un giorno Paleari vuole iniziare Mattia alle sedute spiritiche e alla lanterninosofia. Introduce il discorso sostenendo che l’albero è vivo ma NON SI SENTE , non è consapevole di sé. L’uomo invece ha il triste privilegio di SENTIRSI VIVERE: questa consapevolezza è per Paleari come un lanternino che ci fa vedere sperduti sulla terra, ci fa vedere il male ed il bene.
Il lanternino produce un cerchio di luce più o meno ampio al di là del quale c’è il buio assoluto, la notte perpetua che ci accoglie quando il lanternino si spegne.
Paleari organizzerà una seduta spiritica alla quale parteciperanno lui stesso, Terenzio, la nipote del marchese Giglio d’Auletta,un pittore spagnolo, Mattia, Silvia e addirittura Adriana. Silvia comunica con un antico compagno di Accademia, Max, morto di tisi a 18 anni. Quando comunica con Max, la signorina Caporale è in grado di suonare in maniera superlativa.
Viene portato tutto l’occorrente e la seduta inizia.
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Capitolo XIV LE PRODEZZE DI MAX
Mattia e Adriana sono convinti che la seduta spiritica sia una frode. Viene formata una catena ma la signorina Caporale sostiene che non è ben equilibrata e quindi vengono cambiati i posti. Mattia può tenere la mano di Adriana.
Nel corso della seduta si verificano strani fenomeni. Silvia riceve addirittura un violento pugno.(che in realtà proviene da Terenzio)
Nelle sere successive vengono ripetute le sedute e si verificano gli stessi fenomeni, cioè scricchiolii, colpi, levitazione del tavolino, addirittura un pugno formidabile sferrato sul tavolo. Mattia stenta a prendere sonno : è impaurito e pensa che lo spirito del cadavere trovato a Miragno abbia palesato la sua presenza. Nel corso di una delle sedute Mattia è riuscito a baciare Adriana.
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