Elisa Ernandes, classe 4Dt, è appena tornata da 5 mesi negli Usa (progetto UN ANNO ALL'ESTERO).
In questa intervista ci racconta la sua esperienza.
- Come vive una famiglia americana? releazioni tra i componenti/ modalità di condivisione dei tempi e degli spazi/ comunicazione e rapporto genitori -figli . Fino a quale età i ragazzi vivono in famiglia?
Vivere
per quasi sei mesi in una nuova casa, con persone nuove e con nuove
abitudini e tradizione ti da sicuramente la possibilità di scoprire
molto su come la famiglia vive e su come i vari componenti si
rapportino tra loro.
Per
quanto riguarda la mia esperienza, la mia famiglia americana non era
poi così differenta da quella italiana. Ci sono però, ovviamente,
cose che durante questi mesi, mi hanno colpito in quanto differenti,
eventi da cui ho imparato molto e che mi sono ripromessa di
riproporre anche con la mia famiglia italiana al mio ritorno.
Uno
dei fatti che più mi ha colpito e direi che mi è forse anche più
piaciuto è che in famiglia niente è scontato, ovvero anche per
semplici cose i figli ringraziano i propri genitori e viceversa. La
parola GRAZIE viene usata molto spesso e questo mi ha fatto notare
che le cose così vengono apprezzate di più. Un esempio può essere
la classica cena di famiglia fuori casa: uno dei due genitori paga e
tutti i figli al termine del pasto ringraziano i genitori. Può
sembrare una cosa banale ma vi assicuro che non lo è! Ringraziare
non è obbligatorio o costretto, viene direttamente dai ragazzi che
fin da piccoli hanno imparato ad apprezzare ogni piccolo gesto.
Io
vivendo in una famiglia numerosa: mamma, papà e cinque figli ho
avuto la possibilità di rapportarmi con più persone e di osservare
i vari legami familiari. Come in Italia, anche in America il rapporto
che si ha tra genitore e figlio è per lo più equo. Non vi sono
grandi distinzioni o prese di potere. A seconda del figlio con cui si
ha a che fare si hanno, ovviamente, rapporti diversi. So per certo
che la mia "mamma americana" cerca di instaurare un legame
con i suoi figli che sia basato su lealtà, comprensione e voglia di
migliorarsi. Se vi è un'incomprensione si cerca di capirla,
analizzarla e se il figlio in questione ha delle buone ragioni la
mamma può cambiare idea e accettare ciò che il figlio dice/chiede.
Per quanto riguarda la libertà,i ragazzi della nostra età sono più
autonomi, per il semplice fatto che possiedono una macchina già a 16
anni e che a 17/18 iniziano a vivere da soli in college. Molti
studenti decidono di andare in un college/università distante dalla
città di provenienza e quindi iniziano una vera e propria vita
autonoma. Altri, invece, cercano di mantenersi più vicini ai
familiari e quindi tornano a casa ogni weekend.
- cibo e alimentazione : abitudini alimentari
Quando
si pensa al cibo americano l'mmagine di un piatto pieno di patatine
fritte, hamburger e hot dog è impressa nella nostra mente. Devo
ammettere che questo può essere vero o meno, dipende molto dalla
famiglia in cui vivi e dalle loro abitudini alimentari. Nella mia
famiglia, per esempio, alla mamma non piaceva tanto cucinare, quindi
spesso mangiavamo cibo già pronto,andavamo a cena fuori o
preparavamo qualcosa di veloce. Per quanto riguarda la colazione non
posso lamentarmi! C'erano molti tipi di cereali da gustare con il
latte, succo di frutta e il Sabato e la Domenica mattina mangiavamo
molto spesso pancakes, waffles,maple syroup (sciroppo d'acero), uova
e bacon. Svegliarsi con quel profumino non era niente male! Il
pranzo, invece, era molto semplice. Durante la settimana mi preparavo
il mio tramezzino con prosciutto e formaggio, qualche snack una
bottiglia d'acqua e a volte un frutto e portavo tutto a scuola;
oppure compravo il cibo dalla mensa. Non vi era un vero e proprio
criterio, sceglievo cosa fare la sera prima e se per esempio c'era
qualcosa di buono in mensa ed ero stanca sceglievo di comparlo
altrimenti, me lo preparavo.
La
cena era il pasto in cui tutta la famiglia, dopo una lunga giornata,
si riuniva. Era uno dei momenti più bella giornata perchè parlavamo
di qualsiasi cosa, ridevamo scherzavamo e organizzavamo attività da
fare tutti insieme. Un dei miei ricordi più belli è proprio durante
la cena, quando il mio "papà americano" voleva imparare
delle parole in italiano e non riusciva a pronunciarle. Gli ho
insegnato come si dice Buongiorno e pollo e da quel giorno ogni
mattina mi salutava dicendomi "Buongiorno, let's eat some
pollo!"
- Tempo libero: cosa fanno i giovani? Quali i luoghi di ritrovo? Letture? viaggi ? Musica?
In
America, o per lo meno dove vivevo io, di tempo libero o non ce ne è
o ce ne è troppo. Durante la settima i ragazzi vanno a scuola fio
alle tre del pomerioggio, poi hanno allenamento ogni singolo giorno,
tornano a casa, fanno i compiti, mangiano e vanno a dormire. Durante
il weekend hanno delle gare/partite e poi passano il resto del tempo
a casa. Io vi parlo dei ragazzi del mio piccolo paesino. Sono sicura
che nelle grandi città la vita sociale sia maggiore e diversa. Una
cosa che ho notato in quanto ne ho davvero sentito la mancanza è che
non esistono punti di ritrovo, come per esempio piazze, dove i
ragazzi dopo scuola si incontrano e si divertono. La mia fortuna è
stata che io ero in gruppo di exchange students e la mia mamma
americana era la coordinatrice, quindi organizzavamo sempre qualcosa
tutti insieme per i weekend. Ovviamente in alcuni fine settimana
andavamo ai balli, molto divertenti e diversi dalle nostre discoteche
e avendo anche una sorella, con cui ho legato molto, qualcosa da fare
c'era sempre.
- La scuola:rapporto insegnanti-alunni . Discipline d'insegnamento/ qualità della scuola/ amicizie e rapporto con i coetanei / come sono visti gli studenti stranieri? tu come italiana?
Una
delle prime ragioni per cui si studia all'estero è sicuramente
conoscere una nuova cultura e fare tesoro di ciò che ti piace di
essa. La scuola è sicuramente uno dei mezzi migliori per entrare a
far parte della comunità in cui vivi, in quanto è un luogo di
ritrovo, di insegnamento e spesso anche di divertimento. In America
soprattutto, la scuola ha un ruolo importantissimo nella vita di
ognuno. Ogni tipo di attività è legata alla scuola, che diventa un
po come il centro della città.
Una
delle maggiori differenze che ho trovato confrontando l'Italia con
l'America è proprio l'edificio scolastico, nelle sue più svariate
sfacettature. Avendo la possibiltà di trascorrere un semestre in una
scuola americana, sono riuscita a capire ciò che nel sistema
scolastico americano c'è di buono e ciò che invece, secondo la mia
opinione, è meglio in Italia.
Partendo
da come è suddivisa la giornata, in America gli studenti devono
cambiare classe ogni periodo (40 min.). Tra un periodo e l'altro ci
sono 3 minuti di pausa, con un totale di 8 periodi. Un periodo,
normalmente nel mezzo della giornata, è dedicato per metà al pranzo
e per metà allo studio autonomo in una classe. I ragazzi hanno
inoltre la possibilità di scegliere, oltre alle discipline base,
altre materie, rivolte ad accrescere un interesse singolo dello
studente. La disposizione della giornata scolastica in questo modo è
secondo me migliore di quella che abbiamo in Italia, in quanto
cambiando aula e compagni tutto sembra molto meno pesante e noioso.
Per quanto riguarda l'istruzione, invece, sono certa del fatto che
quella italiana sia migliore. I ragazzi della mia età sbagliano la
grammatica inglese e non sanno fare lo spelling di molte parole.
Spesso mi è capitato di dover chiedere alcune regole grammaticali,
in quanto dubbiosa, e le risposte dei miei amici o genitori sono
sempre state molto vaghe e mai del tutto risolutive. Anche la
geografia è uno dei loro punti deboli, evidentemente perchè non
viene insegnata nel modo adeguato. Un grande problema che vi è in
America o per lo meno nella zona in cui abitavo è l'insegnamento
delle lingue. In tutti gli stati si inizia a studiare una lingua
estera all'età di 12 anni e imparano solo la grammatica e non fanno
mai conversazione.Il rapporto che vi è tra alunno e insegnante è
molto simile a quello che c'è tra studenti e insegnanti italiani.
Con alcuni si scherza e si ride, con altri si è più seri e
silenziosi.
Ogni
anno nella scuola americana che ho frequentato vengono più o meno 5
studenti stranieri, tutti di provenienze differenti. Questo è stato
il quinto anno successivo e credo sia per questo che alcuni ragazzi
non siano più tanto curiosi di conoscerci e di diventare nostri
amici. Ho avuto la possibilità di fare amicizia con delle persone
davvero fantastiche, anche se la maggior parte del giorno lo
passavamo noi studenti stranieri, con qualche eccezzione di ragazzi
curiosi e vogliosi di sapere di più sulle nostre culture. Il motivo
per cui gli studenti straniere non sono amati da tutti in questa
scuola è anche perchè gli abitanti sono molto pochi e vivono in un
piccolo paesino, dove tutti sanno tutto. Noi eravamo quella piccola
parte di mondo e di diversità che essendo sconosciuta, forse
spaventava. A differenza, invece, nelle scuole, situate in città più
grandi, la diversità è ben accetta.
- Le maggiori diversità culturali e sociali che hai riscontarto?
Ci
sono svariate diversità cuturali e sociali che potrei elencare, ma
nessuna di queste è davvero poi così diversa da ciò a cui noi
siamo abituati. Come si suol dire c'è sempre un eccezione alla
regola e in questo caso l'eccezione sono gli Amish.
Nel
paese in cui mi trovavo gran parte delle case appartenevano a questa
popolazione. Esse si distinguono dalle altre in quanto sono tutte
bianche e di legno; sono normalmente molto grandi, hanno in giardino
delle altalene per i bambini e parcheggiati nel cortile, invece
delle macchine, ci sono i carretti trainati da cavalli. Fin dal primo
momento in cui li ho visti ho trovato una grande curiosità nel
sapere quale fosse la loro routine quotidiana e chiedendo ai miei
genitori ospitanti sono venuta a conoscenza di molte cose riguardanti
la loro vita, alcune delle quali condiverò con voi. Gli Amish sono
una comunità religiosa, molto comune nei piccoli paesi dell'America.
Essi non hanno alcun legame con il mondo odierno e con la tecnologia,
non possiedono nè elettricità nè automobili. Possono avere un solo
lavandino con acqua corrente in tutta la casa e questo deve trovarsi
nella stanza dove vi è la porta di ingresso. Hanno le loro scuole
private, normalmente molto piccole; l'insegnante è solitamente una
ragazza single e gli studenti vanno a scuola fino all'età di 13
anni. All'età di 16 anni i giovani entrano
nella fase del ‘rumspringa’, durante il quale lasciano le loro
case per andare a scoprire il mondo che li circonda. Alla fine del
‘rumspringa’, i giovani sono liberi di decidere se tornare o meno
nella comunità.
La
famiglia è il fulcro del credo Amish e così il matrimonio è la
decisione più importante della vita. I ragazzi e le ragazze
cominciano a pensarci già a 16 anni. Il colore dell’abito della
sposa è quasi sempre blu ed è confezionato da lei stessa e lo
indosserà poi sempre tutte le domeniche e con lo stesso abito verrà
sepolta quando morirà.
Le
donne e le ragazze indossano abiti molto modesti con maniche lunghe e
gonne mai sopra la caviglia: non si tagliano mai i capelli che
portano raccolti sulla nuca coperti da una cuffia bianca se sono
sposate o nera se sono single. Non hanno gioielli.Gli
uomini ed i ragazzi sono vestiti per lo più di scuro con gilet e
bretelle. Non hanno baffi (considerati militaristi), ma, dopo il
matrimonio si fanno crescere la barba.
- Politica:cosa si pensa di Obama? Cosa si pensa dell'Italia ?
Per
quanto riguarda l'aspetto della politica purtroppo non ho appreso
molto e quindi le mie conoscenze sono alquanto scarse. Ho notato che
nel piccolo paese in cui vivevo la figura di Obama era ben vista solo
da una piccola parte della popolazione. La maggior parte invece non
lo considera un buon presidente, in quanto ha idee più rivolte ad un
aspetto democratico e non repubblicano.
L'Italia
è amata dalla maggior parte degli americani, la lingua è
considerata come una delle più belle dal punto di vista sonoro e
molti dei miei amici hanno voluto imparare alcune parole in italiano.
Ho notato inoltre che alcuni film creati in America hanno spesso
relazioni con l'Italia.
- Che cosa ti mancava dell'Italia? quali sono sono state per te più difficili da affrontare?
Questi
mesi sono stati tra i migliori della mia vita e se devo essere
sincera l'Italia non mi mancava poi così tanto. Il giorno della
partenza, lo ricordo come se fosse ieri, ero agitata. Un'insieme di
emozioni e pensieri mi attraversano la mente. Non sapevo cosa
aspettarmi, non sapevo se mi sarei trovata bene, non avevo idea di
cio a cui andavo incontro, ma la voglia di conoscere, di imparare, di
crescere era ciò a cui più pensavo. Ero convinta che sei mesi
sarebbero stati davvero lunghi e mi sarebbero mancati molto i miei
genitori, mio fratello e i miei amici, ma mi sbagliavo. Grazie alla
tecnologia, oggi, vivere in un altro continente o vivere nella stessa
città non fa poi così tanta differenza. Mi sentivo spesso con
chiunque volessi e avevo sempre tante cose da fare quindi il tempo
per pensare all'Italia era ben poco!! Qualcosa che mi mancava però
c'era, il cibo!! Normalmente non mi piacciono tanto le minestre di
verdura ma quando ero in America sentivo davvero la loro mancanza.
- In che modo questa esperienza ti ha cambiata/ accresciuta/ reso consapevole?
Uno
degli obbiettivi dell'exchange è sicuramente quello di crescere come
persona, dal punta di vista culturale e sociale ma anche quello di
far si che i cittadini del posto ti conoscano. Gli studenti stranieri
arrivano in America considerati come ambasciatori del proprio paese,
disposti a insegnare e far conoscere la cultura, le tradizioni e i
costumi del loro luogo di provenienza. Tanto è vero che in
molti paesi di tutto il mondo viene data la possibilità agli
studenti delle scuole superiori di spendere un anno all'estero
gratuitamente. Nel mio gruppo di exchange students eravamo solo io e
altre 3 persone su 15 che hanno dovuto pagare per intraprendere
quest'esperienza. Il resto del gruppo tramite dei concorsi è andato
gratuitamente. Sono stati i cittadini Americani a pagare per loro
tramite delle imposte.
Potessi
tornare indietro rifarei questa esperienza all'infinito, senza
rimpianti!
Ho
imparato ad apprezzare ciò che c’è di bello nel nostro paese e
ciò che invece si potrebbe migliorare. Ho avuto l’occasione di
fare varie attività di volontariato; mi ha davvero colpito
quanto il volontariato faccia parte del quotidiano qui, vigili
del fuoco, ambulanze e molto altro sono portati avanti da
volontari che fanno questo per il bene della comunità. Ho
avuto l’opportunità di conoscere ragazzi da molte parti del mondo
e venire a conoscenza delle diversità e delle cose simili. Insomma,
questa esperienza non mi è servita solo per migliorare la lingua ma
anche per migliorare me stessa e per arricchire la mia conoscenza sul
mondo e ciò che è intorno a noi.
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