martedì 24 febbraio 2015

INTERVISTE - UN ANNO NEGLI USA: LA TESTIMONIANZA DI ELISA

statua della libertà e bandiera a stelle e strisce

Elisa Ernandes, classe 4Dt, è appena tornata da 5 mesi negli Usa (progetto UN ANNO ALL'ESTERO). 
In questa intervista ci racconta la sua esperienza.


  • Come vive una famiglia americana? releazioni tra i componenti/ modalità di condivisione dei tempi e degli spazi/ comunicazione e rapporto genitori -figli . Fino a quale età i ragazzi vivono in famiglia?

Vivere per quasi sei mesi in una nuova casa, con persone nuove e con nuove abitudini e tradizione ti da sicuramente la possibilità di scoprire molto su come la famiglia vive e su come i vari componenti si rapportino tra loro.
Per quanto riguarda la mia esperienza, la mia famiglia americana non era poi così differenta da quella italiana. Ci sono però, ovviamente, cose che durante questi mesi, mi hanno colpito in quanto differenti, eventi da cui ho imparato molto e che mi sono ripromessa di riproporre anche con la mia famiglia italiana al mio ritorno.
Uno dei fatti che più mi ha colpito e direi che mi è forse anche più piaciuto è che in famiglia niente è scontato, ovvero anche per semplici cose i figli ringraziano i propri genitori e viceversa. La parola GRAZIE viene usata molto spesso e questo mi ha fatto notare che le cose così vengono apprezzate di più. Un esempio può essere la classica cena di famiglia fuori casa: uno dei due genitori paga e tutti i figli al termine del pasto ringraziano i genitori. Può sembrare una cosa banale ma vi assicuro che non lo è! Ringraziare non è obbligatorio o costretto, viene direttamente dai ragazzi che fin da piccoli hanno imparato ad apprezzare ogni piccolo gesto.
Io vivendo in una famiglia numerosa: mamma, papà e cinque figli ho avuto la possibilità di rapportarmi con più persone e di osservare i vari legami familiari. Come in Italia, anche in America il rapporto che si ha tra genitore e figlio è per lo più equo. Non vi sono grandi distinzioni o prese di potere. A seconda del figlio con cui si ha a che fare si hanno, ovviamente, rapporti diversi. So per certo che la mia "mamma americana" cerca di instaurare un legame con i suoi figli che sia basato su lealtà, comprensione e voglia di migliorarsi. Se vi è un'incomprensione si cerca di capirla, analizzarla e se il figlio in questione ha delle buone ragioni la mamma può cambiare idea e accettare ciò che il figlio dice/chiede. Per quanto riguarda la libertà,i ragazzi della nostra età sono più autonomi, per il semplice fatto che possiedono una macchina già a 16 anni e che a 17/18 iniziano a vivere da soli in college. Molti studenti decidono di andare in un college/università distante dalla città di provenienza e quindi iniziano una vera e propria vita autonoma. Altri, invece, cercano di mantenersi più vicini ai familiari e quindi tornano a casa ogni weekend.

  • cibo e alimentazione : abitudini alimentari

Quando si pensa al cibo americano l'mmagine di un piatto pieno di patatine fritte, hamburger e hot dog è impressa nella nostra mente. Devo ammettere che questo può essere vero o meno, dipende molto dalla famiglia in cui vivi e dalle loro abitudini alimentari. Nella mia famiglia, per esempio, alla mamma non piaceva tanto cucinare, quindi spesso mangiavamo cibo già pronto,andavamo a cena fuori o preparavamo qualcosa di veloce. Per quanto riguarda la colazione non posso lamentarmi! C'erano molti tipi di cereali da gustare con il latte, succo di frutta e il Sabato e la Domenica mattina mangiavamo molto spesso pancakes, waffles,maple syroup (sciroppo d'acero), uova e bacon. Svegliarsi con quel profumino non era niente male! Il pranzo, invece, era molto semplice. Durante la settimana mi preparavo il mio tramezzino con prosciutto e formaggio, qualche snack una bottiglia d'acqua e a volte un frutto e portavo tutto a scuola; oppure compravo il cibo dalla mensa. Non vi era un vero e proprio criterio, sceglievo cosa fare la sera prima e se per esempio c'era qualcosa di buono in mensa ed ero stanca sceglievo di comparlo altrimenti, me lo preparavo.
La cena era il pasto in cui tutta la famiglia, dopo una lunga giornata, si riuniva. Era uno dei momenti più bella giornata perchè parlavamo di qualsiasi cosa, ridevamo scherzavamo e organizzavamo attività da fare tutti insieme. Un dei miei ricordi più belli è proprio durante la cena, quando il mio "papà americano" voleva imparare delle parole in italiano e non riusciva a pronunciarle. Gli ho insegnato come si dice Buongiorno e pollo e da quel giorno ogni mattina mi salutava dicendomi "Buongiorno, let's eat some pollo!"

  • Tempo libero: cosa fanno i giovani? Quali i luoghi di ritrovo? Letture? viaggi ? Musica?

In America, o per lo meno dove vivevo io, di tempo libero o non ce ne è o ce ne è troppo. Durante la settima i ragazzi vanno a scuola fio alle tre del pomerioggio, poi hanno allenamento ogni singolo giorno, tornano a casa, fanno i compiti, mangiano e vanno a dormire. Durante il weekend hanno delle gare/partite e poi passano il resto del tempo a casa. Io vi parlo dei ragazzi del mio piccolo paesino. Sono sicura che nelle grandi città la vita sociale sia maggiore e diversa. Una cosa che ho notato in quanto ne ho davvero sentito la mancanza è che non esistono punti di ritrovo, come per esempio piazze, dove i ragazzi dopo scuola si incontrano e si divertono. La mia fortuna è stata che io ero in gruppo di exchange students e la mia mamma americana era la coordinatrice, quindi organizzavamo sempre qualcosa tutti insieme per i weekend. Ovviamente in alcuni fine settimana andavamo ai balli, molto divertenti e diversi dalle nostre discoteche e avendo anche una sorella, con cui ho legato molto, qualcosa da fare c'era sempre.

  •  La scuola:rapporto insegnanti-alunni . Discipline d'insegnamento/ qualità della scuola/ amicizie e rapporto con i coetanei / come sono visti gli studenti stranieri? tu come italiana?

Una delle prime ragioni per cui si studia all'estero è sicuramente conoscere una nuova cultura e fare tesoro di ciò che ti piace di essa. La scuola è sicuramente uno dei mezzi migliori per entrare a far parte della comunità in cui vivi, in quanto è un luogo di ritrovo, di insegnamento e spesso anche di divertimento. In America soprattutto, la scuola ha un ruolo importantissimo nella vita di ognuno. Ogni tipo di attività è legata alla scuola, che diventa un po come il centro della città.
Una delle maggiori differenze che ho trovato confrontando l'Italia con l'America è proprio l'edificio scolastico, nelle sue più svariate sfacettature. Avendo la possibiltà di trascorrere un semestre in una scuola americana, sono riuscita a capire ciò che nel sistema scolastico americano c'è di buono e ciò che invece, secondo la mia opinione, è meglio in Italia.
Partendo da come è suddivisa la giornata, in America gli studenti devono cambiare classe ogni periodo (40 min.). Tra un periodo e l'altro ci sono 3 minuti di pausa, con un totale di 8 periodi. Un periodo, normalmente nel mezzo della giornata, è dedicato per metà al pranzo e per metà allo studio autonomo in una classe. I ragazzi hanno inoltre la possibilità di scegliere, oltre alle discipline base, altre materie, rivolte ad accrescere un interesse singolo dello studente. La disposizione della giornata scolastica in questo modo è secondo me migliore di quella che abbiamo in Italia, in quanto cambiando aula e compagni tutto sembra molto meno pesante e noioso. Per quanto riguarda l'istruzione, invece, sono certa del fatto che quella italiana sia migliore. I ragazzi della mia età sbagliano la grammatica inglese e non sanno fare lo spelling di molte parole. Spesso mi è capitato di dover chiedere alcune regole grammaticali, in quanto dubbiosa, e le risposte dei miei amici o genitori sono sempre state molto vaghe e mai del tutto risolutive. Anche la geografia è uno dei loro punti deboli, evidentemente perchè non viene insegnata nel modo adeguato. Un grande problema che vi è in America o per lo meno nella zona in cui abitavo è l'insegnamento delle lingue. In tutti gli stati si inizia a studiare una lingua estera all'età di 12 anni e imparano solo la grammatica e non fanno mai conversazione.Il rapporto che vi è tra alunno e insegnante è molto simile a quello che c'è tra studenti e insegnanti italiani. Con alcuni si scherza e si ride, con altri si è più seri e silenziosi.
Ogni anno nella scuola americana che ho frequentato vengono più o meno 5 studenti stranieri, tutti di provenienze differenti. Questo è stato il quinto anno successivo e credo sia per questo che alcuni ragazzi non siano più tanto curiosi di conoscerci e di diventare nostri amici. Ho avuto la possibilità di fare amicizia con delle persone davvero fantastiche, anche se la maggior parte del giorno lo passavamo noi studenti stranieri, con qualche eccezzione di ragazzi curiosi e vogliosi di sapere di più sulle nostre culture. Il motivo per cui gli studenti straniere non sono amati da tutti in questa scuola è anche perchè gli abitanti sono molto pochi e vivono in un piccolo paesino, dove tutti sanno tutto. Noi eravamo quella piccola parte di mondo e di diversità che essendo sconosciuta, forse spaventava. A differenza, invece, nelle scuole, situate in città più grandi, la diversità è ben accetta.

  • Le maggiori diversità culturali e sociali che hai riscontarto?

Ci sono svariate diversità cuturali e sociali che potrei elencare, ma nessuna di queste è davvero poi così diversa da ciò a cui noi siamo abituati. Come si suol dire c'è sempre un eccezione alla regola e in questo caso l'eccezione sono gli Amish.
Nel paese in cui mi trovavo gran parte delle case appartenevano a questa popolazione. Esse si distinguono dalle altre in quanto sono tutte bianche e di legno; sono normalmente molto grandi, hanno in giardino delle altalene per i bambini e parcheggiati nel cortile, invece delle macchine, ci sono i carretti trainati da cavalli. Fin dal primo momento in cui li ho visti ho trovato una grande curiosità nel sapere quale fosse la loro routine quotidiana e chiedendo ai miei genitori ospitanti sono venuta a conoscenza di molte cose riguardanti la loro vita, alcune delle quali condiverò con voi. Gli Amish sono una comunità religiosa, molto comune nei piccoli paesi dell'America. Essi non hanno alcun legame con il mondo odierno e con la tecnologia, non possiedono nè elettricità nè automobili. Possono avere un solo lavandino con acqua corrente in tutta la casa e questo deve trovarsi nella stanza dove vi è la porta di ingresso. Hanno le loro scuole private, normalmente molto piccole; l'insegnante è solitamente una ragazza single e gli studenti vanno a scuola fino all'età di 13 anni. All'età di 16 anni i giovani entrano nella fase del ‘rumspringa’, durante il quale lasciano le loro case per andare a scoprire il mondo che li circonda. Alla fine del ‘rumspringa’, i giovani sono liberi di decidere se tornare o meno nella comunità. La famiglia è il fulcro del credo Amish e così il matrimonio è la decisione più importante della vita. I ragazzi e le ragazze cominciano a pensarci già a 16 anni. Il colore dell’abito della sposa è quasi sempre blu ed è confezionato da lei stessa e lo indosserà poi sempre tutte le domeniche e con lo stesso abito verrà sepolta quando morirà. Le donne e le ragazze indossano abiti molto modesti con maniche lunghe e gonne mai sopra la caviglia: non si tagliano mai i capelli che portano raccolti sulla nuca coperti da una cuffia bianca se sono sposate o nera se sono single. Non hanno gioielli.Gli uomini ed i ragazzi sono vestiti per lo più di scuro con gilet e bretelle. Non hanno baffi (considerati militaristi), ma, dopo il matrimonio si fanno crescere la barba.

  • Politica:cosa si pensa di Obama? Cosa si pensa dell'Italia ?

Per quanto riguarda l'aspetto della politica purtroppo non ho appreso molto e quindi le mie conoscenze sono alquanto scarse. Ho notato che nel piccolo paese in cui vivevo la figura di Obama era ben vista solo da una piccola parte della popolazione. La maggior parte invece non lo considera un buon presidente, in quanto ha idee più rivolte ad un aspetto democratico e non repubblicano.
L'Italia è amata dalla maggior parte degli americani, la lingua è considerata come una delle più belle dal punto di vista sonoro e molti dei miei amici hanno voluto imparare alcune parole in italiano. Ho notato inoltre che alcuni film creati in America hanno spesso relazioni con l'Italia.

  • Che cosa ti mancava dell'Italia? quali sono sono state per te più difficili da affrontare?

Questi mesi sono stati tra i migliori della mia vita e se devo essere sincera l'Italia non mi mancava poi così tanto. Il giorno della partenza, lo ricordo come se fosse ieri, ero agitata. Un'insieme di emozioni e pensieri mi attraversano la mente. Non sapevo cosa aspettarmi, non sapevo se mi sarei trovata bene, non avevo idea di cio a cui andavo incontro, ma la voglia di conoscere, di imparare, di crescere era ciò a cui più pensavo. Ero convinta che sei mesi sarebbero stati davvero lunghi e mi sarebbero mancati molto i miei genitori, mio fratello e i miei amici, ma mi sbagliavo. Grazie alla tecnologia, oggi, vivere in un altro continente o vivere nella stessa città non fa poi così tanta differenza. Mi sentivo spesso con chiunque volessi e avevo sempre tante cose da fare quindi il tempo per pensare all'Italia era ben poco!! Qualcosa che mi mancava però c'era, il cibo!! Normalmente non mi piacciono tanto le minestre di verdura ma quando ero in America sentivo davvero la loro mancanza.

  • In che modo questa esperienza ti ha cambiata/ accresciuta/ reso consapevole?

Uno degli obbiettivi dell'exchange è sicuramente quello di crescere come persona, dal punta di vista culturale e sociale ma anche quello di far si che i cittadini del posto ti conoscano. Gli studenti stranieri arrivano in America considerati come ambasciatori del proprio paese, disposti a insegnare e far conoscere la cultura, le tradizioni e i costumi del  loro luogo di provenienza. Tanto è vero che in molti paesi di tutto il mondo viene data la possibilità agli studenti delle scuole superiori di spendere un anno all'estero gratuitamente. Nel mio gruppo di exchange students eravamo solo io e altre 3 persone su 15 che hanno dovuto pagare per intraprendere quest'esperienza. Il resto del gruppo tramite dei concorsi è andato gratuitamente. Sono stati i cittadini Americani a pagare per loro tramite delle imposte.
Potessi tornare indietro rifarei questa esperienza all'infinito, senza rimpianti!
Ho imparato ad apprezzare ciò che c’è di bello nel nostro paese e ciò che invece si potrebbe migliorare. Ho avuto l’occasione di fare varie attività di volontariato; mi ha davvero colpito quanto il volontariato faccia parte del quotidiano qui, vigili del fuoco, ambulanze e molto altro sono portati avanti da volontari che fanno questo per il bene della comunità.  Ho avuto l’opportunità di conoscere ragazzi da molte parti del mondo e venire a conoscenza delle diversità e delle cose simili. Insomma, questa esperienza non mi è servita solo per migliorare la lingua ma anche per migliorare me stessa e per arricchire la mia conoscenza sul mondo e ciò che è intorno a noi.

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