mercoledì 17 aprile 2019

VISITA ALLA CASA DELLO STUDENTE, MUSEO DELLA RESISTENZA EUROPEA.

Noi della V E tur, insieme ai compagni della V C tur, abbiamo partecipato a una visita guidata nel "Sotterraneo dei tormenti", nascosto sotto la mensa della Casa dello Studente di corso Gastaldi. Ad organizzarla, in vista del 25 aprile, il centro di documentazione “LOGOS”, che si occupa di preservare la memoria di ciò che avvenne dopo l’8 settembre del 1943, a Genova.
Una bravissima guida ci ha condotto a piccoli gruppi nei lunghi corridoi, nelle grandi sale e nelle minuscole celle, teatro delle pagine più oscure della nostra città. Un luogo che è diventato Museo della Resistenza europea e dedicato a Rudolf Seiffert, operaio berlinese e combattente della resistenza tedesca, assassinato nel carcere di Brandeburgo nel gennaio del '45 e commemorato qui con la sua immagine e la sua ultima lettera.  Seiffert aveva organizzato nello stabilimento della Siemens a Berlino un gruppo di resistenza che nel 1944 cade vittima della GESTAPO. Condannato a morte, viene ghigliottinato il 29 Gennaio 1945 nel penitenziario di Brandeburgo.
Scendendo pochi gradini, ci siamo così trovati in uno dei luoghi dell’orrore nazi-fascista più tristemente noti. Nati come rifugio anti aereo, i cunicoli e le sale sotterranee vennero scelti proprio perché nascosti, lontano dagli occhi indiscreti. Le persone che vi entravano sparivano letteralmente nel nulla e di loro si sapeva solo in seguito se erano tornate in carcere o se erano state condannate a morte. La guida ci ha raccontato come questo luogo fu “riscoperto” solo negli anni '70, quando proprio un gruppo di studenti - stanco dell’ipocrisia e della voglia di rimuovere i ricordi della guerra, che dopo l'8 settembre aveva visto opporsi la Resistenza ai nazifascisti - demolì i muri costruiti per impedire l’accesso a quei locali, dove decine di partigiani – ma anche persone anche solo sospettate di aiutarli – vennero rinchiusi e torturati in modo indicibile in quelle stanze dell’orrore, dopo essere stati ammassati nelle minuscole celle, dove ancora si possono vedere le scritte e i graffiti  lasciati dai prigionieri sui muri (potete vederne alcune nel video qui sotto). La Casa dello Studente, nata per accogliere gli studenti universitari fuori sede, era così diventata tristemente nota per le grida disperate che si potevano udire chiaramente passando davanti all'edificio. Per questo, la gente accelerava il passo quando passava di qui, proprio per evitare di sentire le urla strazianti delle persone lì rinchiuse. Qui sotto si torturava con la corrente elettrica o piegando la schiena alle vittime su un tavolaccio posto nel mezzo di una delle sale. E raramente si uccideva, perché i morti non parlano.
Queste visite guidate e le conferenze organizzate dal centro di documentazione Logos vogliono trasmettere, a noi delle nuove generazioni, il ricordo di quanto è successo, per evitare che momenti tanto orribili del recente passato si possano ripetere, ma anche per testimoniare come le ideologie legate ad ogni tipo di totalitarismo e alla discriminazione e alla riduzione delle libertà personali, possono sfociare in orrore. Per trasmettere il ricordo di ciò che fu, ma anche per ricordare che il movimento partigiano e anti-dittatori fu un fenomeno europeo e presente anche in Germania, lettere e testimonianze (anche queste sono nel video qui sotto) sono esposte nella mostra antologica tratta da "Lettere dei condannati a morte delle Resistenza Europea", promossa dal Centro di documentazione "LOGOS", dall'A.N.P.I. e dall'ALFA Liguria e allestita nei sotterranei. Di questa prima parte della nostra visita vi proponiamo qui un video realizzato con le immagini di Marta Gambino, Giulia Tesoro e Federica Urso della V E tur.


Dopo la visita, che ci ha molto turbato e fatto riflettere, abbiamo partecipato alla conferenza “Antifascismo e accoglienza” con Luca Sansone (Centro di LOGOS) e Manuela Dogliotti (Cooperativa "Un'altra storia", Coronata Campus), che abbiamo ripreso per testimoniare come il vero nemico da combattere oggi sia ancora l'indifferenza, quella che ci fa chiudere gli occhi e le orecchie di fronte alle nuove crudeltà che troppe persone devono subire, in quello che appare un nuovo tramonto dell'umanità. 





La Redazione

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