Come tanti miei coetanei, mi interrogo spesso su quello che sarà il mio futuro, sia a livello personale, sia a livello lavorativo, ma le risposte non sempre arrivano.
La prima domanda che mi pongo è Cosa voglio fare nel mio futuro?
Ad essere sincera, non lo so, ho tanti sogni chiusi dentro ad un cassetto, come si addice ad una adolescente, il problema sta nel timore di realizzali.
Ad esempio, a volte penso “potrei imbarcarmi in una nave da crociera, partire e provare questa nuova esperienza”.
Esperienza che a parer mio è un battesimo del fuoco per ogni persona, perché, a differenza della vita di terra, in una nave puoi contare solo e unicamente su te stessa, ed è anche un'ottima opportunità per viaggiare, imparare lingue nuove e culture nuove.
Tuttavia, come ogni medaglia che si rispetti, c'è anche un’altra faccia, un lato negativo: la distanza da casa, le difficoltà di una vita “isolata”, la difficoltà nel riuscire ad ottenere un impiego di questo tipo, che è senz’altro il freno più forte per tanti di noi.
Il fallimento per noi è all’ordine del giorno, sentiamo sempre di qualcuno che ha perso il lavoro, che ha appena preso il diploma e non trova un'occupazione, come capita a molti di noi, sentiamo spesso di persone che avevano un sogno e che non ce l’hanno fatta, e questo ci butta giù totalmente, portandoci a pensare “cosa ci provo a fare? Tanto non mi prenderanno mai”.
Io personalmente sono molto caparbia e testarda, e se voglio qualcosa mi impegno al massimo per ottenerla, ma dallo scenario grigio cupo che si prospetta per noi, nuove generazioni, le prospettive per il nostro futuro non sono delle migliori migliori.
La seconda domanda che mi faccio è Dove immagino il mio futuro?
Vorrei che il mio futuro fosse qui. In Italia, paese madre che mi ha cresciuta e formata, insieme agli amici d’infanzia, insieme alla mia famiglia.
Ma, oggi, questo è un paese dove il posto per noi giovani non c’è, un paese che non dà opportunità di carriera, di realizzarti, quindi a malincuore penso molto spesso a trasferirmi, a iniziare il mio futuro in un altro paese, dove posso avere l’opportunità di essere una persona realizzata.
Ma la domanda che mi faccio subito dopo è Quando sarà il mio futuro?
Quello che sto vivendo io, ora, è il mio futuro cui pensavo 4 anni fa, e nulla di quello che avevo progettato o immaginato per me si è realizzato; per questo il mio futuro non posso immaginarlo, o meglio, non voglio.
Non voglio crearmi un’illusione di qualcosa che vorrei fosse, per poi rimanere con l’amaro in bocca quando non succederà. Non ho un sogno in particolare, come tanti miei compagni, ho un sogno nuovo ogni giorno, e mi piace così. Mi piace poter immaginare un futuro diverso per me ogni giorno, e quello che sarà del mio lavoro, delle mie passioni e della mia vita lo scoprirò, quando mi sveglierò una mattina, e il mio sogno sarà lo stesso del giorno prima. Capirò allora che sarà quello giusto. Fino a quel momento non voglio interrogami ancora sul futuro, voglio vivere il presente al massimo, e il futuro sarà quel che sarà, come deve essere.
Aurora Marotta IV E tur
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