lunedì 11 aprile 2016

Un romanzo a puntate - IL NOME DELLA ROSA - Quinta puntata (QUARTO GIORNO)


QUI la quarta puntata

QUARTO GIORNO

Laudi
Il cadavere di Berengario viene disteso su un tavolo dell’ospedale e qui Guglielmo e Severino lo esaminano, notando che i polpastrelli di alcune dita della mano destra, e un po’ anche di quella sinistra, sono scuri, cosa che Severino aveva notato anche a Venanzio; inoltre scoprono che anche la lingua è nera. Ne concludono che forse i due avevano toccato e poi ingerito qualche veleno, e Severino ricorda che qualche anno prima era sparita un’ampolla contenente una sostanza molto potente. L’esistenza di questa sostanza era nota sicuramente all’Abate e a Malachia, forse anche a Berengario e ad altri che erano nello scriptorium.
Prima
Uscendo dall’ospedale, incontrano Malachia che entra e pare voler nascondere a Guglielmo e ad Adso il vero motivo della visita. Guglielmo decide di interrogare Salvatore e proprio in quel momento lo vedono e lo fermano. Guglielmo gli chiede della donna di quella notte e lui, intimorito, gli dice che per compiacere il cellario gli procura delle ragazze del villaggio, poi gli chiede se aveva conosciuto il cellario prima o dopo esser stato con Dolcino e quello ammette di essere stato dolciniano, di essere poi fuggito insieme a Remigio ed entrato nel convento di Casale, infine di essersi trasferiti tra i cluniacensi. Dopodiché interroga anche Remigio e, dopo vari giri di parole, il cellario confessa di essere stato dolciniano e di cedere alle lusinghe della carne. Inoltre rivela che, la notte in cui era stato ucciso Venanzio, un’ora dopo compieta, lo aveva trovato morto in cucina, con una tazza infranta e segni di acqua (ma non sa se fosse realmente acqua) per terra e, la mattina, era rimasto allibito scoprendolo nella giara. All’insinuazione di Guglielmo su Malachia, che avrebbe potere di muoversi liberamente per l’Edificio, Remigio reagisce in malo modo e poi confessa che anche Malachia è a conoscenza della sua storia. In quel mentre Severino gli porta le lenti trovate nel saio di Berengario, e Guglielmo ne deduce che era stato proprio lui ad aver rubato il libro di Venanzio, e poi Nicola gli porta un nuovo paio di occhiali. Così Guglielmo si ritira a decifrare il messaggio di Venanzio e Adso va in chiesa e ricomincia ad essere ossessionato dalla fanciulla.
Terza
Adso si è innamorato e, vedendo la ragazza in ogni cosa, ne è appagato, ma nello steso tempo soffre perché non c’è realmente. Di lì a poco incontra Guglielmo che ha terminato la traduzione del testo greco e intuisce che fossero degli appunti presi da Venanzio mentre leggeva il libro, ma quelle frasi sono alquanto sibilline e non ne traggono molto.
Sesta
Poi Guglielmo si mette a pensare e Adso va con Severino e alcuni porcai lungo le falde del monte a cercare i tartufi. Così ha la possibilità di avvistare per primo la legazione dei minoriti e di avvisare il suo maestro. Infatti il papa aveva invitato più volte Michele da Cesena, ministro generale dell’ordine dei frati minori, ad Avignone, ma molti glielo sconsigliavano, così si era stabilito un pre-incontro tra una legazione di francescani e una papale che sarebbe servito per decidere sui modi e sulle garanzie del viaggio ad Avignone e Guglielmo era stato incaricato dall’imperatore di sovrintendervi. A pranzo discutono su papa Giovanni XXII e su quanto sia malvagio ed astuto, e tutti mettono in guardia Michele.
Nona
Dopo un po’ arriva anche l’altra delegazione, con Bernardo Gui a capo degli arcieri e, da subito, acerrimo nemico di Guglielmo. Dopo i convenevoli, ognuno va per la sua strada, così Guglielmo va a leggere alcuni libri nello scriptorium, mentre Bernardo interroga i fratelli laici e i contadini.
Vespri
Attendendo l’ora di cenare, Guglielmo e Adso incontrano Alinardo, che parla loro per l’ennesima volta delle trombe dell’Apocalisse e accenna ai versetti di quel libro, poi dice che doveva diventare bibliotecario, ma che un altro lo era diventato al posto suo e si dichiara contento che sia «entrato nel regno delle tenebre». Quindi Guglielmo insegna ad Adso che per risolvere un mistero bisogna immaginarsi quante più ipotesi possibili per poi approdare ad una legge generale applicabile a tutti i casi. Adso rimane perplesso da questo tipo di procedimento e, quasi pentito, cova maggiori speranze di riuscita in Bernardo Gui.
Compieta
Dopo cena, Adso si introduce in cucina e vede Salvatore sgattaiolare fuori con un fagotto in braccio, così lo ferma e gli chiede spiegazioni, dicendogli che se non gliel’avesse detto ne avrebbe parlato a Guglielmo. Allora Salvatore gli spiega una strana magia per ammaliare una ragazza. Dopodiché Adso raggiunge Guglielmo per intraprendere un altro viaggio nella biblioteca.
Dopo compieta
Nella biblioteca svolgono un lungo e noioso lavoro, che è quello di annotare sulla tavola di Adso le pareti piene, le iniziali scritte su ogni porta, per poi arrivare a comprendere il meccanismo che regola l’ordine dei libri. Questi sono raggruppati in più aree, le quali sono contraddistinte da un nome che si ottiene componendo varie iniziali, a partire dalle lettere rosse: così c’è una zona chiamata Anglia, una chiamata Hibernia, una Roma, insomma le varie zone riflettono la cartina geografica del mondo; poi in ogni zona ci sono libri che provengono da quel determinato luogo o che vi avrebbero dovuto provenire secondo i costruttori della biblioteca, come in Roma ci sono i classici latini e in Hibernia ci sono le opere di grammatica di Irlandesi ma non solo. Infine notano che non c’è l’accesso alla stanza eptagonale del torrione meridionale, segno che è quello il luogo dei segreti, definito anche come finis Africae. Cercano in ogni modo di entrarvi attraverso un passaggio segreto, tastando nei pressi dello specchio (perché lo suggerisce il testo cifrato di Venanzio con la parola eidolon), ma inutilmente. Infine Adso ha anche modo di leggere un libro sulla malattia d’amore, in cui si parla dei sintomi, e Adso li riconosce tutti come suoi.
Notte

Mentre i due vanno nel refettorio, sentono dei rumori provenire da fuori, allora percorrono la solita strada dell’ossario e giungono sul luogo dell’accaduto. Qui trovano Salvatore e la ragazza che aveva giaciuto con Adso prigionieri degli arcieri. Questi ultimi trovano addosso al monaco un gatto nero e alla donna trovano un gallo anch’esso nero, così Bernardo ne deduce che pratichino la magia nera e che la ragazza sia una strega. Li fa imprigionare nelle celle sottostanti il laboratorio dei fabbri, ripromettendosi di interrogarli in seguito. Adso ha ben due volte l’impulso di andare a liberare la ragazza, ma Guglielmo lo trattiene. Ubertino nota il suo intenso sguardo verso la ragazza e lo mette in guardia dalla bellezza del corpo.

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