QUI la quarta puntata
QUARTO GIORNO
Laudi
Il cadavere di Berengario viene disteso su un tavolo
dell’ospedale e qui Guglielmo e Severino lo esaminano, notando che i polpastrelli
di alcune dita della mano destra, e un po’ anche di quella sinistra, sono
scuri, cosa che Severino aveva notato anche a Venanzio; inoltre scoprono che
anche la lingua è nera. Ne concludono che forse i due avevano toccato e poi
ingerito qualche veleno, e Severino ricorda che qualche anno prima era sparita
un’ampolla contenente una sostanza molto potente. L’esistenza di questa
sostanza era nota sicuramente all’Abate e a Malachia, forse anche a Berengario
e ad altri che erano nello scriptorium.
Prima
Uscendo dall’ospedale, incontrano Malachia che entra e
pare voler nascondere a Guglielmo e ad Adso il vero motivo della visita.
Guglielmo decide di interrogare Salvatore e proprio in quel momento lo vedono e
lo fermano. Guglielmo gli chiede della donna di quella notte e lui, intimorito,
gli dice che per compiacere il cellario gli procura delle ragazze del
villaggio, poi gli chiede se aveva conosciuto il cellario prima o dopo esser
stato con Dolcino e quello ammette di essere stato dolciniano, di essere poi fuggito
insieme a Remigio ed entrato nel convento di Casale, infine di essersi
trasferiti tra i cluniacensi. Dopodiché interroga anche Remigio e, dopo vari
giri di parole, il cellario confessa di essere stato dolciniano e di cedere
alle lusinghe della carne. Inoltre rivela che, la notte in cui era stato ucciso
Venanzio, un’ora dopo compieta, lo aveva trovato morto in cucina, con una tazza
infranta e segni di acqua (ma non sa se fosse realmente acqua) per terra e, la
mattina, era rimasto allibito scoprendolo nella giara. All’insinuazione di
Guglielmo su Malachia, che avrebbe potere di muoversi liberamente per
l’Edificio, Remigio reagisce in malo modo e poi confessa che anche Malachia è a
conoscenza della sua storia. In quel mentre Severino gli porta le lenti trovate
nel saio di Berengario, e Guglielmo ne deduce che era stato proprio lui ad aver
rubato il libro di Venanzio, e poi Nicola gli porta un nuovo paio di occhiali.
Così Guglielmo si ritira a decifrare il messaggio di Venanzio e Adso va in
chiesa e ricomincia ad essere ossessionato dalla fanciulla.
Terza
Adso si è innamorato e, vedendo la ragazza in ogni
cosa, ne è appagato, ma nello steso tempo soffre perché non c’è realmente. Di
lì a poco incontra Guglielmo che ha terminato la traduzione del testo greco e
intuisce che fossero degli appunti presi da Venanzio mentre leggeva il libro,
ma quelle frasi sono alquanto sibilline e non ne traggono molto.
Sesta
Poi Guglielmo si mette a pensare e Adso
va con Severino e alcuni porcai lungo le falde del monte a cercare i tartufi.
Così ha la possibilità di avvistare per primo la legazione dei minoriti e di
avvisare il suo maestro. Infatti il papa aveva invitato più volte Michele da
Cesena, ministro generale dell’ordine dei frati minori, ad Avignone, ma molti
glielo sconsigliavano, così si era stabilito un pre-incontro tra una legazione
di francescani e una papale che sarebbe servito per decidere sui modi e sulle
garanzie del viaggio ad Avignone e Guglielmo era stato incaricato
dall’imperatore di sovrintendervi. A pranzo discutono su papa Giovanni XXII e
su quanto sia malvagio ed astuto, e tutti mettono in guardia Michele.
Nona
Dopo un po’ arriva anche l’altra delegazione, con
Bernardo Gui a capo degli arcieri e, da subito, acerrimo nemico di Guglielmo.
Dopo i convenevoli, ognuno va per la sua strada, così Guglielmo va a leggere
alcuni libri nello scriptorium, mentre Bernardo interroga i fratelli laici e
i contadini.
Vespri
Attendendo l’ora di cenare, Guglielmo e
Adso incontrano Alinardo, che parla loro per l’ennesima volta delle trombe
dell’Apocalisse e accenna ai versetti di quel libro, poi dice che doveva
diventare bibliotecario, ma che un altro lo era diventato al posto suo e si
dichiara contento che sia «entrato
nel regno delle tenebre».
Quindi Guglielmo insegna ad Adso che per risolvere un mistero bisogna
immaginarsi quante più ipotesi possibili per poi approdare ad una legge
generale applicabile a tutti i casi. Adso rimane perplesso da questo tipo di
procedimento e, quasi pentito, cova maggiori speranze di riuscita in
Bernardo Gui.
Compieta
Dopo cena, Adso si introduce in cucina e vede
Salvatore sgattaiolare fuori con un fagotto in braccio, così lo ferma e gli
chiede spiegazioni, dicendogli che se non gliel’avesse detto ne avrebbe parlato
a Guglielmo. Allora Salvatore gli spiega una strana magia per ammaliare una
ragazza. Dopodiché Adso raggiunge Guglielmo per intraprendere un altro viaggio
nella biblioteca.
Dopo compieta
Nella biblioteca svolgono un lungo e
noioso lavoro, che è quello di annotare sulla tavola di Adso le pareti piene,
le iniziali scritte su ogni porta, per poi arrivare a comprendere il meccanismo
che regola l’ordine dei libri. Questi sono raggruppati in più aree, le quali
sono contraddistinte da un nome che si ottiene componendo varie iniziali, a
partire dalle lettere rosse: così c’è una zona chiamata Anglia, una chiamata
Hibernia, una Roma, insomma le varie zone riflettono la cartina geografica del
mondo; poi in ogni zona ci sono libri che provengono da quel determinato luogo
o che vi avrebbero dovuto provenire secondo i costruttori della biblioteca,
come in Roma ci sono i classici latini e in Hibernia ci sono le opere di
grammatica di Irlandesi ma non solo. Infine notano che non c’è l’accesso alla
stanza eptagonale del torrione meridionale, segno che è quello il luogo dei
segreti, definito anche come finis Africae. Cercano in ogni modo di entrarvi
attraverso un passaggio segreto, tastando nei pressi dello specchio (perché lo
suggerisce il testo cifrato di Venanzio con la parola eidolon), ma inutilmente. Infine Adso ha anche modo di
leggere un libro sulla malattia d’amore, in cui si parla dei sintomi, e Adso li
riconosce tutti come suoi.
Notte
Mentre i due vanno nel refettorio, sentono dei rumori
provenire da fuori, allora percorrono la solita strada dell’ossario e giungono
sul luogo dell’accaduto. Qui trovano Salvatore e la ragazza che aveva giaciuto
con Adso prigionieri degli arcieri. Questi ultimi trovano addosso al monaco un
gatto nero e alla donna trovano un gallo anch’esso nero, così Bernardo ne
deduce che pratichino la magia nera e che la ragazza sia una strega. Li fa
imprigionare nelle celle sottostanti il laboratorio dei fabbri, ripromettendosi
di interrogarli in seguito. Adso ha ben due volte l’impulso di andare a
liberare la ragazza, ma Guglielmo lo trattiene. Ubertino nota il suo intenso
sguardo verso la ragazza e lo mette in guardia dalla bellezza del corpo.
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