martedì 5 aprile 2016

SETTANT'ANNI FA IL PRIMO VOTO DELLE DONNE/2


Proprio quest'anno, e più precisamente il 10 marzo, festeggiamo il settantesimo anniversario dalla prima volta in cui le donne in Italia si recarono a fare le elezioni amministrative. E in merito a questo abbiamo festeggiato la festa della donna cui simbolo è la mimosa, fiore povero e diffuso nella campagna, che fiorisce nei primi giorni di marzo. Ma prima che potessimo averla questa libertà di scegliere, questa libertà in generale.. Cos'è avvenuto?

In varie parti del mondo a partire dalla seconda metà dell'800 venne approvato il suffragio universale.
E voi lo sapete cos'è? Il suffragio universale è il principio secondo il quale tutti i cittadini di età superiore a un certo numero, di solito maggiorenni, senza distinzioni di carattere economico e culturale e altri quali ceto, censo, etnia, grado di istruzione, orientamento sessuale e genere, possono esercitare il diritto di voto e partecipare alle elezioni politiche, amministrative e ad altre consultazioni pubbliche.
Ma più particolarmente vogliamo trattare il suffragio femminile ossia lo stesso concetto ma riferito solo alle donne.
Era il 2 giugno 1946 quando le donne votarono al Referendum Istituzionale Monarchia-Repubblica. Beh "ri"fatta l'Italia bisogna fare delle leggi per gli italiani.. Ma questa volta potranno avere voce in capitolo le donne? Sì! Sono 21 le donne che hanno collaborato alla creazione della Costituzione che come possiamo vedere non ha solo padri ma anche madri, le madri costituenti. Vennero elette per crearla solo 21 donne su 226, ma era già un grosso risultato.
"Noi donne in un mondo fatto per gli uomini", quanto abbiamo dovuto lottare per riuscire ad arrivare dove siamo ora?
In ordine cronologico vediamo cinque tipi di donne dall'unità d'Italia ad oggi.
·         Prima dell'unità d'Italia la Lombardia, la Toscana e il Veneto davano il privilegio di dare la proprio opinione per elezioni locali solo e soltanto a donne benestanti.
·         Dall'Unità d'Italia alla fine dell'800 i pensieri tradizionalisti di una volta vennero nuovamente alla luce e con questo quel poco giudizio che le donne avevano in politica fu tolto. All'incirca per 40 anni donne a volte appoggiate anche da uomini fecero petizioni, lettere e richieste per riuscire a far considerare il proprio pensiero, purtroppo senza successo.
·         Dalla fine 800 ai primi anni del Fascismo. Il cammino delle donne per arrivare al suffragio universale inizio nel 1890 con una legge che conferiva loro il diritto di votare e di essere votate, attenzione però solo nei consigli di amministrazione delle istituzioni di beneficenza.
Nel 1922 quando Benito Mussolini salì al governo si presentò pro alle suffragette italiane e perciò a concedere loro il voto amministrativo, rassicurando gli uomini non sicuri di questa scelta con conseguenze benefiche nei loro confronti. Il 9 Giugno dello stesso anno venne fatto un disegno di legge che prevedeva la concessione del voto amministrativo alle donne ma solo in maniera limitata. Nel 1925 il fascismo fece entrare in vigore una legge che ufficialmente faceva avere alle donne il voto amministrativo senza limitazioni, l'anno dopo, nel 1926 la riforma podestarile che sostituiva il sindaco con il podestà tolse anche questo traguardo, dato che il podestà veniva eletto non più dal popolo ma dal governo.
·         Durante la Seconda Guerra Mondiale così com'è successo durante la Grande Guerra le donne dovettero prendere il posto degli uomini, fare da madri e da padri, esseri forti. Questo le porto a una maggiore autostima e consapevolezza nelle loro potenzialità e nel loro intelletto, facendole così anche partecipi della Resistenza.
·         Dal 1944 al 1946. Nel 1944 Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti si dimostrarono favorevoli al suffragio femminile capendo che loro rappresentando il 53% dell'elettorato erano un elemento chiave, grazie a loro prese forma il decreto Bonomi che presenta solo tre articoli, nel primo estende il diritto di voto anche alle donne, nel secondo ordina la compilazioni di liste elettorali differenti da quelle maschili e nel terzo esclude le prostitute che esercitavano la "professione" al di fuori dai luoghi autorizzati dal diritto di votare. Il 31 gennaio 1945 venne emanato un decreto che conferiva il voto alle donne italiani dai 21 anni in su. Persino il clero che allora era rappresentato da Papa Pio XII interruppe la tradizione clericale dando il suo appoggio al suffragio femminile. Tuttavia il decreto Bonomi conferiva solo il diritto di votare alla donne e non quello di essere votate, dovemmo aspettare circa ancora un anno per avere finalmente anche quel Nostro diritto.

Che storia la nostra.. Quante donne forti nel corso delle epoche che si sono battute per diritti così giusti! E poi c'è qualcuno che si chiede anche perché dobbiamo essere festeggiate, pensa te.


Spero che questo mio piccolo flash-back sulla storia del suffragio femminile in Italia vi sia piaciuto, a presto lettore/lettrice.
Kristel Lazaro

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