Proprio quest'anno, e più precisamente il 10 marzo, festeggiamo il settantesimo anniversario dalla prima volta in cui le
donne in Italia si recarono a fare le elezioni amministrative. E in merito a
questo abbiamo festeggiato la festa della donna cui simbolo è la mimosa, fiore
povero e diffuso nella campagna, che fiorisce nei primi giorni di marzo. Ma
prima che potessimo averla questa libertà di scegliere, questa libertà in
generale.. Cos'è avvenuto?
E voi lo sapete cos'è? Il suffragio
universale è il principio secondo il quale tutti i cittadini di età
superiore a un certo numero, di solito maggiorenni, senza distinzioni di
carattere economico e culturale e altri quali ceto, censo, etnia, grado di
istruzione, orientamento sessuale e genere, possono esercitare il diritto di
voto e partecipare alle elezioni politiche, amministrative e ad altre
consultazioni pubbliche.
Ma più particolarmente vogliamo
trattare il suffragio femminile ossia lo stesso concetto ma riferito solo alle
donne.
Era il 2 giugno 1946 quando le donne
votarono al Referendum Istituzionale Monarchia-Repubblica. Beh
"ri"fatta l'Italia bisogna fare delle leggi per gli italiani.. Ma
questa volta potranno avere voce in capitolo le donne? Sì! Sono 21 le donne che
hanno collaborato alla creazione della Costituzione che come possiamo vedere
non ha solo padri ma anche madri, le madri costituenti. Vennero elette per
crearla solo 21 donne su 226, ma era già un grosso risultato.
"Noi donne in un mondo fatto per
gli uomini", quanto abbiamo dovuto lottare per riuscire ad arrivare dove
siamo ora?
In ordine cronologico vediamo cinque
tipi di donne dall'unità d'Italia ad oggi.
·
Prima dell'unità d'Italia la Lombardia, la
Toscana e il Veneto davano il privilegio di dare la proprio opinione per
elezioni locali solo e soltanto a donne benestanti.
·
Dall'Unità d'Italia alla fine dell'800 i
pensieri tradizionalisti di una volta vennero nuovamente alla luce e con questo
quel poco giudizio che le donne avevano in politica fu tolto. All'incirca per
40 anni donne a volte appoggiate anche da uomini fecero petizioni, lettere e
richieste per riuscire a far considerare il proprio pensiero, purtroppo senza
successo.
·
Dalla fine 800 ai primi anni del Fascismo. Il
cammino delle donne per arrivare al suffragio universale inizio nel 1890 con
una legge che conferiva loro il diritto di votare e di essere votate,
attenzione però solo nei consigli di amministrazione delle istituzioni di
beneficenza.
Nel 1922 quando Benito Mussolini salì al governo si presentò pro alle
suffragette italiane e perciò a concedere loro il voto amministrativo,
rassicurando gli uomini non sicuri di questa scelta con conseguenze benefiche
nei loro confronti. Il 9 Giugno dello stesso anno venne fatto un disegno di
legge che prevedeva la concessione del voto amministrativo alle donne ma solo
in maniera limitata. Nel 1925 il fascismo fece entrare in vigore una legge che
ufficialmente faceva avere alle donne il voto amministrativo senza limitazioni,
l'anno dopo, nel 1926 la riforma podestarile che sostituiva il sindaco con il
podestà tolse anche questo traguardo, dato che il podestà veniva eletto non più
dal popolo ma dal governo.
·
Durante la Seconda Guerra Mondiale così com'è
successo durante la Grande Guerra le donne dovettero prendere il posto degli
uomini, fare da madri e da padri, esseri forti. Questo le porto a una maggiore
autostima e consapevolezza nelle loro potenzialità e nel loro intelletto,
facendole così anche partecipi della Resistenza.
·
Dal 1944 al 1946. Nel 1944 Alcide De Gasperi e
Palmiro Togliatti si dimostrarono favorevoli al suffragio femminile capendo che
loro rappresentando il 53% dell'elettorato erano un elemento chiave, grazie a
loro prese forma il decreto Bonomi che presenta solo tre articoli, nel primo
estende il diritto di voto anche alle donne, nel secondo ordina la compilazioni
di liste elettorali differenti da quelle maschili e nel terzo esclude le
prostitute che esercitavano la "professione" al di fuori dai luoghi
autorizzati dal diritto di votare. Il 31 gennaio 1945 venne emanato un decreto
che conferiva il voto alle donne italiani dai 21 anni in su. Persino il clero
che allora era rappresentato da Papa Pio XII interruppe la tradizione clericale
dando il suo appoggio al suffragio femminile. Tuttavia il decreto Bonomi
conferiva solo il diritto di votare alla donne e non quello di essere votate,
dovemmo aspettare circa ancora un anno per avere finalmente anche quel Nostro
diritto.
Che storia la nostra.. Quante donne forti nel corso delle epoche che si
sono battute per diritti così giusti! E poi c'è qualcuno che si chiede anche
perché dobbiamo essere festeggiate, pensa te.
Spero che questo mio piccolo flash-back sulla storia del suffragio
femminile in Italia vi sia piaciuto, a presto lettore/lettrice.
Kristel
Lazaro
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