mercoledì 20 maggio 2015

Una lacrima sul viso...


...fa capire tante cose, diceva più o meno una canzone dei tempi lontani. Siete anche voi ragazze con la lacrima in tasca? Oppure siete maschi che nascondono la commozione perché temono di essere presi in giro? O siete prof. come la nostra direttrice che piange senza ritegno quando legge Rosso Malpelo? Ebbene oggi la vostra Redazione ha scovato in rete una notizia che vi farà sentire orgogliosi di quella che spesso molti credono una debolezza di cui vergognarsi.

Se siete fortemente inclini a commuovervi e le lacrime inumidiscono spesso i vostri occhi,  con grande probabilità, rientrate nella categoria «High Sensitive Person» (Hsp), ovvero persone che reagiscono in maniera più intensa alle esperienze, rispetto alla media. Secondo gli esperti, i soggetti Hsp, elaborano in maniera assai più profonda, più emotiva, sia gli impulsi positivi che quelli negativi provenienti dall’esterno. Si tratta di individui che hanno una percezione più piena, più consapevole delle sensazioni, che siano il tatto, il gusto, il suono o l’olfatto. E sono particolarmente sensibili alle emozioni, proprie e degli altri.

In base agli studi che sono stati realizzati in materia, almeno il 20% della popolazione complessiva rientra nella categoria Hsp, e la caratteristica è stata riscontrata in maniera pressoché equivalente tra uomini e donne. Di Hsp si è ampiamente dibattuto di recente nel corso della prima conferenza scientifica internazionale su «High Sensitivity or Sensory Processing Sensitivity», che si è tenuta a Bruxelles. I gruppi di studio composti da esperti hanno focalizzato in particolare la loro attenzione sul fenomeno di ipersensibilità nei bambini, ma anche su cosa si può imparare dalle persone «sensibili» che hanno avuto successo nella vita. Ebbene quello che è emerso con forza è che l’ipersensibilità non è una forma disfunzionale o una condizione «particolare», piuttosto è un tratto caratteristico innato che permane. E che può essere anche un vantaggio, che aiuta a comprendere meglio gli individui o i gruppi sociali con cui si viene a contatto.

I più empatici, quindi, prestano più attenzione a ciò che li circonda e sono più reattivi alle questioni di carattere sociale, cosa che permette loro di gestire meglio i rapporti anche nel mondo del lavoro.

Tiè! :-D

La Redazione 


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