domenica 1 marzo 2015

PENA DI MORTE - Dibattito e riflessioni I


La pena di morte è una condanna giusta?

La pena di morte, o pena capitale, è un tipo di condanna inflitta ai colpevoli di reati considerati gravi dall’ordinamento giuridico, che consiste nell’uccisione del reo. Nonostante sia una pratica antica, ancora oggi sono molti gli stati (ben 95 nel mondo, tra cui Stati Uniti, Cina e Giappone) che attuano la pena di morte per “vendicare” il reato commesso da una persona. Giustiziare un uomo e condannarlo a morte è davvero una cosa giusta o non è una pena adatta?
Uno dei primi pensieri contro la condanna a morte venne elaborato dall’illuminista Cesare Beccaria, che nel Settecento pubblicò il saggio “Dei delitti e delle pene”, in cui Beccaria argomentava come, con la pena di morte, lo Stato, per punire un delitto, ne commetteva uno a sua volta. Pertanto, egli affermava che la pena capitale fosse uno strumento crudele, disumano e inutile, che viola il diritto alla vita e nega una possibilità di riabilitazione al condannato.
Tuttavia, c'è chi pensa che la pena di morte sia una cosa giusta, sia per la dignità umana, nel caso dell’ergastolo, che per l’economia e sicurezza del Paese. Infatti la condanna a morte, dal punto di vista umanitario, è meno punitiva e più dignitosa dell’ergastolo, inoltre assicura un “risarcimento morale" ai parenti delle vittime del crimine.
Friedrich Nietzsche, filosofo dell’Ottocento, sosteneva che la morte del criminale è l’unico atto che può assolverlo dalla colpa. Affermava dunque che il valore della pena non deve essere quello di destare il senso di colpa e neanche quello di rieducare il criminale, ma soltanto quello di punirlo. Oltre che per questi motivi, molte sono le persone a favore della pena capitale, perché questa evita allo Stato le spese derivanti dal mantenimento improduttivo e a vita dei criminali condannati all’ergastolo e riduce la criminalità grazie al suo effetto deterrente.
A mio avviso ritengo che l'esecuzione di un condannato sia una punizione inadeguata che può portare ad una grave conseguenza, ovvero l'uccisione di un innocente a causa di un errore giudiziario, per colpa di una difesa legale non adatta o per le false testimonianze e la corruzione dei giudici; tutto ciò sarebbe un crimine, forse il più orribile e ingiusto di tutti.
Pertanto, se ci viene detto che è illegale uccidere un’altra persona, perché dovrebbe essere legale uccidere il criminale?
E’ giusto che il criminale venga punito in qualche modo, però, al posto della pena di morte, ci sono tanti altri sistemi, come quello dei lavori forzati che oltre a punire l’imputato, se voliamo anche parlare di temi economici, garantisce un guadagno monetario allo Stato. Va detto poi che la pena di morte non dà conforto ai famigliari della vittima, infatti l’uccisione dell’assassino non riporta in vita la vittima e né cancella la sofferenza dei suoi famigliari, anzi, infligge sofferenza ai famigliari e amici del condannato.
Per concludere, la pena di morte è sintomo di una cultura di violenza, e lo Stato che la esegue dimostra la stessa prontezza nell’uso della violenza fisica. Come disse Beccaria “Nessun uomo può disporre della vita di un altro”. La pena capitale è solo un metodo fallimentare che vien fuori dal pessimo esempio dei regimi autoritari del mondo antico.
Monica Hernandez IV E tur





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