Essere senza destino (titolo originale Sorstalanság) è un romanzo di formazione dello scrittore premio Nobel per la letteratura 2002 Imre Kertész, pubblicato per la prima volta in Ungheria nel 1975, ed in Italia nel 1999 da Feltrinelli. Nel libro l'autore traspone parte della propria esperienza in quella di un adolescente ebreo ungherese deportato in vari lager durante l'ultimo periodo della Seconda guerra mondiale, da cui riesce a stento a sopravvivere.Dal romanzo nel 2005 è stata realizzata una versione cinematografica con produzione mista (tedesca, ungherese ed inglese), la cui sceneggiatura è stata curata dallo stesso scrittore.
Trama - Gyurka è un adolescente ungherese che vive a Budapest, figlio di
genitori separati, alle prese con una situazione familiare non proprio
serena, tra il padre e la matrigna con cui il tribunale ha deciso deve
vivere, e le esortazioni della madre a venire piuttosto a stabilirsi con
lei ed il suo nuovo compagno. Non è quindi sorprendente che non dia
troppa importanza alla stella gialla
che ha sui vestiti, visto che la devono portare tutti quelli come lui e
la sua famiglia. Ed anche quando vede suo padre partire per il temuto
periodo di lavoro obbligatorio, di cui nessuno sa esattamente
destinazione e durata, non riesce a farsene un'idea precisa. Tanto più
che non passa molto tempo che pure lui si ritrova impegnato a lavorare
in una fabbrica, anche se per fortuna non troppo lontano da casa, tra
persone della sua età e condizione, con cui può fare amicizia. Ma un
giorno, con sua grande sorpresa, il tram che normalmente lo porta al
lavoro viene fermato, e lui ed i suoi amici vengono fatti scendere, con
tutti quelli che portano la stella sui vestiti. E dopo una marcia che
vede confluire tanta altra gente simile a loro, vengono tutti rinchiusi e
spogliati dei beni più preziosi, con la prospettiva di essere
trasferiti a lavorare in Germania. Tutto sommato meglio partire di
propria volontà, forse per quelli che vogliono darsi da fare ci sono
prospettive migliori, ed ecco che Gyurka ed i suoi amici si ritrovano
chiusi in un vagone piombato in viaggio verso ovest, senza acqua per
giorni. La destinazione si rivela un luogo mai sentito, Auschwitz,
dove una rapida selezione divide gli arrivati tra abili al lavoro e
non, e Gyurka finisce nel gruppo giusto anche grazie ai consigli dei
prigionieri addetti al loro primo accoglimento. Solo più tardi, dopo una
serie di procedimenti alquanto sconcertanti, in cui vengono
progressivamente spogliati di tutto quello che caratterizza un essere
umano, ai nuovi arrivati si rivela il significato di quella selezione:
chi non è ritenuto utile, passa direttamente nelle camere a gas e quindi
nei forni crematori. Vengono condotti a Buchenwald,
e da qui, dopo un'altra rapida selezione ed un breve viaggio, Gyurka si
ritrova a Zeitz, in un piccolo campo di lavoro. Qui incontra un
connazionale di nome Bandi Citrom, che lo istruisce alla spietata vita
del campo, fatta di regole ineluttabili, lavoro pesante, poco sonno,
percosse e soprattutto tanta fame, compagna costante che non abbandona
mai i pensieri dei prigionieri. Ed il giovane Gyurka un poco alla volta
cede alle fatiche, si lascia vincere e diventa un "musulmano", uno
sconfitto. Con l'indebolimento e la trascuratezza arriva la malattia,
sotto forma di un flemmone al ginocchio che lo porta all'ospedale del
campo, quindi nuovamente a Buchenwald. Dove il ragazzo, già rassegnato
al proprio destino, si trova con sua grande meraviglia a subire un
trattamento umano da parte di alcuni infermieri del campo, che lo
aiutano a rimettersi in salute, proteggendolo. Così, quando la
liberazione arriva, Gyurka può fare ritorno a casa, dove però troverà ad
attenderlo la notizia della morte del padre, ed un mondo poco propenso a
riaccoglierlo, ed a riflettere su quanto è successo.
La Redazione
Nessun commento:
Posta un commento
Scrivi qui il tuo commento: sarà pubblicato dopo la moderazione.