venerdì 15 marzo 2013

Un romanzo a puntate - ORGOGLIO E PREGIUDIZIO - VIII puntata: dal cap. 46 al cap.51




Ecco l'ottava puntata di ORGOGLIO E PREGIUDIZIO (Pride and Prejudice), di Jane Austen: pubblichiamo oggi i capp. 46-51 . Vi diamo i link che rimandano alla lettura completa di ciascuno (in inglese e testo a fronte in italiano), seguiti dal riassunto del capitolo stesso. Buona lettura!




QUI potete trovare la settima puntata (capp. 39-45) 





Vol. III, cap. 4 (46)
Elizabeth non aveva ancora ricevuto lettere da Jane, e ne era rimasta stupita, ma finalmente ne arrivano due insieme, la prima delle quali aveva subito un ritardo per l'indirizzo scritto male. Gli zii escono, ed Elizabeth legge le due lettere, che contengono una notizia terribile: Lydia è fuggita da Brighton con Wickham. Jane non può fare a meno di descrivere l'estrema angoscia sua e di tutta la famiglia, informando la sorella che fino a quel momento le ricerche erano state vane e che le ultime tracce sembravano portare a Londra, dove il padre era andato per tentare di rintracciare i due. Jane prega anche Elizabeth di tornare subito a Longbourn con gli zii, affinché lo zio possa aiutare il padre nelle ricerche. Elizabeth è sconvolta, ma, non appena si appresta a uscire di corsa per cercare gli zii, viene fermata dall'arrivo di Darcy. Lui si accorge subito che dev'essere successo qualcosa e la convince a incaricare un domestico invece di andare lei stessa. Dopo qualche esitazione, Elizabeth lo mette al corrente della fuga; Darcy stenta quasi a crederci, anche lui è visibilmente sconvolto da quella notizia, ma poi, riprendendosi, si accomiata con un'aria allo stesso tempo piena di partecipazione e di riserbo. Elizabeth si rende conto che tutte le sue speranze di rinnovare quel legame che lei aveva respinto sono ormai perdute, e cerca di scacciarle dalla mente dedicandosi, insieme agli zii ormai tornati, ai preparativi per partire il più presto possibile. Nell'arco di un'ora tutto è pronto, e i tre si avviano verso Longbourn.
Vol. III, cap. 5 (47)
Durante il viaggio di ritorno a Longbourn, zii e nipote non riescono ovviamente a parlare d'altro che della fuga di Lydia, in un alternarsi di ottimismo da parte degli zii, e pessimismo da parte di Elizabeth. Una volta arrivati a Longbourn, Jane non è in grado di fornire nessuna novità, a parte quello che già sapevano: il padre è a Londra e la madre è in ambasce e non si sposta dalla sua camera. Mrs. Bennet, rivedendoli, si comporta esattamente come previsto: gemiti e lamenti alternati a raccomandazioni al fratello di salvare Mr. Bennet da un duello con Wickham e di evitare che Lydia faccia di testa sua negli acquisti per le nozze. Durante il pranzo, al quale naturalmente non partecipa Mrs. Bennet, i commensali devono anche sorbirsi le prediche moraleggianti di Mary. Nel pomeriggio Elizabeth riesce a restare sola con Jane, e, dopo essersi rammaricate di non aver rivelato a nessuno quello che sapevano su Wickham, quest'ultima le fa leggere la lettera scritta da Lydia a Mrs. Forster prima di fuggire, dalla quale, se non altro, Elizabeth capisce che la sorella era convinta di partire per andare a sposarsi, pur se il tenore della lettera è adeguato alla sventatezza della sorella. Il colloquio termina con le informazioni, molto scarse, che Jane è in grado di fornire circa i mezzi che intende usare il padre per rintracciare i due fuggitivi.
Vol. III, cap. 6 (48)
Una volta partito Mr. Gardiner per Londra, a casa Bennet non si fa altro che aspettare notizie da Londra. Intanto, a Meryton, tutti fanno a gara per scoprire le malefatte e i debiti di Wickham, trasformatosi improvvisamente da angelo in diavolo. Arriva una prima lettera dallo zio, che racconta degli insuccessi di Mr. Bennet nelle sue ricerche e le informa di aver scritto al colonnello Forster per cercare di sapere qualcosa su eventuali parenti di Wickham, che potrebbero fornire una qualche traccia. Prima della seconda lettera di Mr. Gardiner, ne arriva una di Mr. Collins, che, con il suo solito stile, offre la propria partecipazione al dolore della famiglia, si mostra sollevato per lo scampato pericolo che avrebbe corso sposando Elizabeth, e li informa di aver messo al corrente di tutto Lady Catherine, che ha pronosticato un brutto avvenire alle sorelle della fuggitiva. Arriva poi la lettera di Mr. Gardiner, con notizie non certo positive: il colonnello Forster non è stato in grado di fornire nessun elemento utile, anzi ha saputo che Wickham ha lasciato molti debiti in città, in particolare debiti di gioco. Annuncia anche il prossimo ritorno di Mr. Bennet, dato che ormai per lui a Londra c'è ben poco da fare. Lo stesso giorno del previsto arrivo di quest'ultimo, Mrs. Gardiner, approfittando della carrozza che sarebbe andato a prenderlo dopo la prima tappa da Londra, lascia Longbourn con i figli. Mr. Bennet non sembra aver perduto la sua filosofica calma, ma, in un colloquio con le figlie, ammette le proprie colpe e dà atto a Elizabeth di aver saputo prevedere quello che sarebbe successo. Poi, dopo aver ironizzato sul comportamento della moglie, indirizza i suoi strali su Kitty, che, prendendoli sul serio, si dispera.
Vol. III, cap. 7 (49)
Dopo un paio di giorni dal ritorno di Mr. Bennet, Elizabeth e Jane, a passeggio nei dintorni della casa, vengono raggiunte dalla governante, che chiede loro di sapere qualcosa sulle novità giunte da Londra con una lettera di Mr. Gardiner. Le due sorelle, all'oscuro di tutto, si precipitano dal padre, che si sta rigirando la lettera tra le mani e chiede a Elizabeth di leggerla ad alta voce. Mr. Gardiner scrive di aver rintracciato i due, che la situazione non è così disperata come sembrava e che ha raggiunto un accordo con Wickham per fargli sposare Lydia, in cambio di cento sterline l'anno. Aggiunge inoltre che, una volta pagati i debiti, resterà anche qualcosa per Lydia. Chiede quindi al cognato di fargli subito avere il consenso per quell'accordo. Elizabeth è stupita per quella subitanea sistemazione della faccenda, per di più con un esborso così limitato, ma il padre le assicura che Wickham non avrebbe mai accettato così poco per sposare Lydia: di sicuro è intervenuto lo zio, con un esborso che lui non ritiene sia minore di diecimila sterline, una somma che non sarà mai in grado di restituire. Il padre si avvia in biblioteca per rispondere al cognato e le due ragazze portano la lettera alla madre. Mrs. Bennet è naturalmente entusiasta: una figlia sposata a soli sedici anni è più di quanto avrebbe mai immaginato; si lancia subito in previsioni su quanto sarà necessario comprare per le nozze, a stento frenata da Jane, che cerca di farla ragionare, senza molto successo, sulla gratitudine che devono allo zio. Mrs. Bennet è incontenibile, convoca subito la governante per prepararsi a uscire e informare tutti della bella notizia. Elizabeth, nauseata da quell'entusiasmo senza nessuna remora, si rifugia in camera sua, dove riflette amaramente sulla necessità di accontentarsi di un epilogo non certo favorevole alla felicità della sorella, per quanto obbligato dallo stato dei fatti.
Vol. III, cap. 8 (50)
Mr. Bennet ripensa al passato, alle economie non fatte, al figlio maschio non arrivato, alle scarse possibilità di ripagare il cognato, ma poi ricade nella sua solita indolenza, e in fondo si congratula con se stesso per aver dovuto partecipare così poco alla soluzione della faccenda. Scrive perciò al cognato accettando senza riserve le sue proposte. La notizia del matrimonio di Lydia si diffonde nel vicinato e Mrs. Bennet non sta nella pelle, e comincia anche a fare una cernita delle possibili case nelle vicinanze adatte alla coppia. Il marito, però, mette subito in chiaro che i due non metteranno mai piede a Longbourn e, cosa ancora più mortificante per la moglie, che lui non intende spendere un soldo per il matrimonio della figlia. Elizabeth, da parte sua, non può fare a meno di tornare con la mente a Darcy e di rendersi conto di come tornerebbe volentieri indietro, di come accetterebbe con gioia la sua proposta di matrimonio, ora che la cosa è ormai fuori questione; infatti, a parte tutte le sue obiezioni precedenti, lui di certo non accetterebbe mai di imparentarsi con una famiglia ormai così legata a Wickham. Arriva una lettera di Mr. Gardiner, che li informa della decisione di Wickham di lasciare la milizia e arruolarsi nell'esercito regolare, in un reggimento di stanza nel nord. Prega anche Mr. Bennet di provvedere a saldare i debiti di Wickham a Meryton, mentre lui ha già fatto la stessa cosa con quelli di Brighton, tramite il colonnello Forster. Conclude dicendo che la nipote ha espresso il desiderio di rivedere la sua famiglia. La notizia del trasferimento della coppia al nord è accolta molto male da Mrs. Bennet ma, in compenso, le figlie riescono a convincere il padre a permettere alla coppia di venirli a trovare a Longbourn prima di partire per la nuova destinazione.
Vol. III, cap. 9 (51)
Arriva il giorno delle nozze di Lydia e dell'arrivo della coppia a Longbourn. L'unica ad accoglierli con estasiata felicità è naturalmente Mrs. Bennet, e Lydia non si smentisce: al suo arrivo non mostra nessun imbarazzo e non fa altro che parlare del suo matrimonio e della voglia di farlo sapere a tutti. Wickham, pur più riservato, non è da meno, e si mostra disinvolto e piacevole come sempre. Il soggiorno sarà di sole due settimane, visto che Wickham deve raggiungere il suo reggimento al nord, ma nessuno, tranne la solita Mrs. Bennet, sembra essere addolorato per la brevità della visita. Una mattina, poco dopo il loro arrivo, Lydia, chiacchierando con Elizabeth e Jane, si lascia sfuggire quello che subito dopo si ricorda che doveva restare un segreto: alle sue nozze era presente anche Mr. Darcy. Elizabeth è sbalordita nel sentire quella notizia, e non riesce a immaginare nulla che possa giustificarla, anche perché, dopo la rivelazione, le due sorelle maggiori, sentendo Lydia dire che il fatto doveva restare segreto, le avevano detto di non dire altro e di non parlarne più. Elizabeth però non può restare con quel rovello, e decide si scrivere subito alla zia per chiedere spiegazioni su quel fatto così straordinario.

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