“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. ” (Giovanni Falcone)
Per ricordare i 20 anni trascorsi dalla morte di Giovanni Falcone, vi proponiamo una serie di articoli sull'argomento.
III - Quello che resta
In questi giorni per, per ricordare la morte (ma soprattutto la vita e l'eroismo) di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino saranno numerosissime le manifestazioni e gli eventi in tutta Italia, che in concomitanza ricorderanno anche l'attentato alla scuola di Brindisi (intitolata proprio alla moglie di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo) di pochi giorni fa, in cui la giovane studentessa Melissa Bassi ha perso la vita, ed altri studenti sono rimasti feriti gravemente.
Di Giovanni Falcone e di tutti quegli uomini che hanno sacrificato le loro vite per combattere la mafia in nome della giustizia, cosa resta? La loro fine, e in particolare quella del magistrato siciliano, potrebbe essere letta come una sconfitta dei giusti e dello Stato, come la fine di una speranza, ma in realtà la sua morte ha rappresentato l’inizio di una vera rinascita della società civile, che ha spinto le istituzioni statali a sferrare nei confronti della mafia un attacco senza precedenti a Cosa nostra. Molti tra i più grandi latitanti sono stati catturati e l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine non conosce soste. È importante, però, che l’azione non si fermi. Qualsiasi indecisione o allentamento della tensione giova a Cosa nostra. Per questo è fondamentale l’impegno delle istituzioni e, soprattutto, la vigilanza della società civile. Spetta a tutti noi, anzi, soprattutto a noi giovani, protagonisti del domani, mantenere alto l’esempio lasciato da Giovanni Falcone e fare nostra la lezione di legalità, di professionalità e di amore per lo Stato che il magistrato ci ha lasciato. SENZA MAI LASCIARCI INTIMIDIRE!
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