Nel corso
di due conferenze stampa svoltesi simultaneamente l’11 febbraio 2016 a
Washington, presso il Laser Interferometer Gravitational-Wave
Observatory (LIGO), e a Cascina, in provincia di Pisa, presso l’European
Gravitational Observatory (EGO), è stata annunciata la scoperta, per la
prima volta nella storia, delle onde gravitazionali teorizzate da
Albert Einstein nel 1915.
"Siamo riusciti a individuare le
onde gravitazionali, ce l'abbiamo fatta", ha riferito David Reitze,
direttore esecutivo del Ligo, confermando che si tratta esattamente di
quanto ipotizzato da Einstein nella sua teoria della relatività, di cui
nel 2015 si è celebrato il centenario.
Anche se tutti gli
aspetti fondamentali di questa teoria, tra cui l’equivalenza
massa-energia, erano stati finora dimostrati, solo ora è possibile
affermare con prove certe l'attendibilità relativa all'esistenza di onde
gravitazionali.
Secondo l'ipotesi dello scienziato tedesco,
la gravità è dovuta alla curvatura dello spazio-tempo generata dalla
massa, e ogni spostamento di un qualsiasi corpo dotato di massa
causerebbe queste onde. Le onde gravitazionali sono quindi increspature
nello spazio-tempo, come quelle di una pietra lanciata in uno stagno,
risultanti però dall’accelerazione nello spazio di oggetti dalle
dimensioni enormi.
Ogni volta che ci alziamo dal letto, che
camminiamo, che spostiamo un oggetto, produciamo onde gravitazionali, ma
più un evento è di vasta portata, più grandi sono le onde
gravitazionali che produce. Le onde attraversano dunque la Terra
continuamente, ma non è possibile notare la loro azione di distorsione
dello spazio intorno a noi, perché al momento del loro arrivo le loro
vibrazioni sono di grandezza infinitesimale.
Eventi come il
Big Bang o la formazione di buchi neri, ad esempio, sono in grado di
generare onde gravitazionali di una straordinaria portata energetica, ma
nonostante l’enormità di questi eventi, le variazioni causate dalle
vibrazioni sono inferiori alle dimensioni di un atomo.
Le onde
rilevate dal team di scienziati sono invece il risultato della
collisione avvenuta 1,3 miliardi di anni fa tra due buchi neri.
I
due oggetti erano di dimensioni così notevoli che l'interazione delle
loro gravità distorse lo spazio e il tempo che li circondava come uno
specchio deformante.
Ora, per la prima volta, queste onde
minuscole generate da eventi di questa portata sono state rilevate, e i
fisici sono già concordi nel considerare l’evento una delle più grandi
scoperte del secolo.
La scoperta spalanca infatti le porte a
un nuovo modo di studiare l'universo e i suoi fenomeni: fino a oggi,
infatti, sono stati osservati solo i segnali che le stelle, le galassie e
i pianeti hanno emesso nell'universo. Le onde gravitazionali, invece,
possono permettere agli studiosi di capire se esistono realmente alcuni
fenomeni che abbiamo visto finora solo nelle opere di fantascienza, come
i tunnel spazio-temporali, che metterebbero in collegamento tra di loro
luoghi remoti dell'universo.
Trovare queste onde dà agli
scienziati un nuovo modo di guardare l'universo. Si potrebbe, per
esempio, trovare indizi su ciò che è accaduto frazioni di secondo dopo
il Big Bang, le cui onde si propagano tuttora come un’eco attraverso il
tessuto della nostra realtà.
Szabolcs Marka, un collaboratore
del Ligo, ha dichiarato al New York Times. "Fino ad oggi, il campo
dell’astronomia è sempre stato associabile a un occhio. Finalmente sono
cresciute le orecchie. Non abbiamo mai avuto orecchie prima".
Sara Custode
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