Siamo davvero diventati così?
Smartphone e tablet diminuiscono le nostre capacità di vivere,
crescere, comunicare? E se sì, quanto? Leggendo tra le righe si trovano
sorprese spiacevoli.
«Come sarebbe stata diversa la storia di Romeo e Giulietta se avessero avuto un telefono!»
Ti capita spesso di camminare per strada digitando nel frattempo sul
tuo smartphone un messaggio più o meno importante? Controlli con
frequenza gli ultimi aggiornamenti dei social network, da mattina presto
fino a sera, anche mentre stai facendo altro? In compagnia di altre
persone, magari a cena o al bar, vi riscoprite spesso tutti concentrati
sui vostri schermi, o a fare foto al cibo?
Di certo stare costantemente attaccati agli schermi dei nostri
smartphone e tablet di ultimissima generazione influisce di molto sulle
nostre capacità di stare con gli altri, comunicare faccia a faccia,
persino pensare…
1. Gli smartphone riducono le nostre relazioni sociali, anziché aumentarle
Basta osservare per dieci minuti un adolescente (e non solo) nel gruppo di coetanei per notare da subito quanto sia isolato: è come se vivesse in un mondo separato rispetto agli adulti e persino gli stessi coetanei; lo sguardo è spesso lontano,
estraneo, indifferente, impegnato a riflettere su cosa scrivere nel
prossimo post o messaggio; anche quando è in compagnia, non perde
occasione di tuffarsi nel suo smartphone alla ricerca dell’ultima frase,
l’ultima notizia, l’ultimo pettegolezzo o scambio di battute
divertenti, l’ultima emoticon o sticker. Certo la sua
capacità di prendere l’iniziativa e parlare con l’altro è molto ridotta,
insieme al contatto oculare e corporeo: le persone impegnate in una
relazione col proprio smartphone per forza di cose si guardano meno, si
toccano meno, il loro contesto di riferimento non è il mondo esterno, è
lo schermo.
In una situazione del genere stupirebbe se uno smartphone-dipendente
non trovasse difficile capire le emozioni e i sentimenti altrui… ma fa
di certo fatica ad ascoltare e comunicare anche le proprie, visto che la
sua attenzione è tutta diretta verso lo schermo anziché verso se
stesso.
2. Gli smartphone ci fanno parlare e gesticolare meno e peggio
Più di una volta hai avuto una grande sorpresa: mentre scrivevi un
messaggio o una mail hai avuto la sensazione di aver in qualche modo
dimenticato come si scrivesse quella parola (per esempio scuola, ognuno, specie, ecc., per non parlare di accenti, apostrofi e h).
A forza di scrivere digitando sulle tastiere invece di parlare o
scrivere a penna, non solo la capacità di scrittura ma anche la comunicazione
“a voce” si riduce e diventa sensibilmente più sgrammaticata, breve,
ricca di errori e povera di termini e di immaginazione. Si usano sempre
le stesse parole e frasi, e male. Un tempo era “parla come mangi”, ora
purtroppo è diventato “parla come scrivi”… e sugli smartphone non
sembriamo certo degli amanti dell’Italiano!
Anche la comunicazione non verbale ne risente: se una mano (o
entrambe) sono impegnate a digitare sulla tastiera, non possono
funzionare come importante strumento di comunicazione, completando,
sottolineando o sostituendo quello che viene detto a parole. Addio alla
famosa gestualità di noi italiani!
3. Gli smartphone si usano in modo stereotipato e ripetitivo
Vivere in un mondo di due pollici o poco più va di
pari passo col fare sempre le stesse cose, gli stessi movimenti, con
interessi ristretti e rigidità: è vero o no che riceviamo continuamente
(fastidiosi) inviti a partecipare a qualche giochino o a provare qualche
nuova applicazione? Eppure tutti quei colori, quelle forme
tondeggianti, quei suoni stimolanti sembrano divertirci e aiutarci a
“passare il tempo”… e che dire delle notifiche? Come potremmo mai vivere
senza? Peccato che la nostra attenzione verso il mondo esterno (e
soprattutto attività importanti quali il lavoro e lo studio) vada a
farsi friggere, a favore della prossima partita!
La sorpresa sugli smartphone
Riassumendo potremmo dire che le
caratteristiche descritte sono isolamento, difficoltà nel contatto
oculare e corporeo, niente iniziativa nei rapporti, sguardo perso ed
estraneo, difficoltà a capire le emozioni e sentimenti altrui e
proprie. E ancora riduzione della comunicazione verbale e non verbale.
Infine rigidità, interessi stereotipati, attività ripetitive, problemi
di attenzione.
Come liberarsi un po’ dalla schiavitù di smartphone e tablet
Sembra scontato ma per liberarsi da ciò che smartphone e tablet stanno facendo alla nostra mente… basta esercitarsi a ritornare esseri umani veramente capaci di parlare, stare insieme, fare. Prova per esempio:
- La mattina appena svegli, invece di accendere e
controllare il telefono come prima cosa, forzati a fare qualcos’altro:
apri la finestra e guarda il mondo, preparati e fai colazione, fai
dell’esercizio fisico. Sforzati di accenderlo solo dopo un po’ di tempo e
solo quando diventa indispensabile (es. se lo usi per lavoro), e
allunga progressivamente questo tempo di libertà fino a raggiungere un
piccolo traguardo: il primo giorno 10 minuti dal risveglio, il secondo
15, il terzo 20, e così via.
- Concediti due, al massimo tre, accessi ai social network al giorno,
ovvero decidi che controllerai le notifiche, commenterai e risponderai
ai messaggi solo in orari prestabiliti, ad esempio alle 11:00, alle 14:00 e alle 22:00; durante il resto della giornata i social andranno ignorati.
- Mentre cammini per la strada evita di tenere il
telefono in mano; mettilo in borsa o in tasca e tira su la testa, apriti
al mondo, guarda il cielo, i palazzi, gli alberi, gli esseri viventi
che popolano il posto in cui vivi.
- Mentre studi e lavoro il telefono deve essere bandito. Le distrazioni visive e uditive provenienti
dallo smartphone non aiutano certo né la concentrazione e l’attenzione
né la continuità nel fare ciò che stai facendo e hanno effetti
disastrosi su qualunque attività che sia più complessa di bere un
bicchiere d’acqua!
- Nel tempo libero leggi un libro, impara qualcosa,
amplia i tuoi interessi e il ventaglio di attività che fai ogni giorno.
Ciò che facciamo è ciò che ci definisce più di altra cosa… e francamente
non saprei cosa raccontare di me se ho passato gli ultimi 5 anni a
saltare da una schermata all’altra sul mio smartphone.
- Quando ti trovi in una situazione di gruppo lascia
stare il telefono e per curiosità osserva tutti gli altri che lo stanno
usando. Nel frattempo senti dentro di te la necessità crescente di usare
anche tu il cellulare! E’ come se, visto che lo stanno facendo tutti
gli altri, per non sembrare troppo diversi dovessimo fare anche noi come
loro! Dopo di che torna a guardarti intorno, nota tutte le persone che
stanno digitando, col viso illuminato dalla luce del piccolo schermo.
Guardane la faccia e gli occhi, guarda il modo in cui sono seduti o
stanno in piedi e si muovono… e preparati a una sorpresa di cui non ti
svelo nulla… provare per credere!
- Discuti su questo argomento con i tuoi amici, le
persone a cui vuoi bene e che vedi spesso rinchiuse nella gabbia dello
schermo. E forse, col tempo, riscopriremo insieme la bellezza e
profondità degli occhi l’uno dell’altra.
La Redazione
(informazioni prese dalla rete)
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