“Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970 – Rimini, 14
febbraio 2004)” , potrebbe essere questo l’inizio di un articolo in
onore del decimo anniversario dell’uomo che ha fatto la storia nel
ciclismo, ma non è così che deve iniziare.
Marco Pantani è stato un ciclista su strada italiano, con
caratteristiche di scalatore. Professionista dal 1992 al 2003,
vinse un Giro d'Italia e un Tour de France, la medaglia di bronzo
ai mondiali in linea del 1995, ottenendo in tutto 46 vittorie in
carriera.
“Il Pirata”, soprannominato così poiché indossava sempre la
bandana, era l’uomo che non temeva nessuno ma si faceva temere.
Lui, che con la sua potenza, i suoi muscoli e la sua grande forza
di volontà arrivava sempre in cima; lui che quando si pedalava
in salita restava sempre indietro lasciando tutti con il fiato
sospeso, ma che aspettava il momento giusto per scattare e far
mangiare polvere agli avversari. Fatica, sudore e stanchezza erano
all’ordine del giorno, ma per Marco erano “il pane” quotidiano, un
nutrimento essenziale.
Tanto forte e determinato nel suo lavoro, quanto incosciente;
ebbene, “Il Pirata”, che aveva affrontato mari tempestosi
uscendone sempre vincitore, è stato in fine “divorato”
dall’incoscienza che lo ha portato alla morte. Pantani faceva uso
di droghe, le stesse che forse lo aiutavano a vincere o forse che gli
davano “semplicemente” la giusta carica per affrontare le tortuose
strade che lo avevano visto vincitore numerose volte.
Gli amici lo ricordano come una “bomba” di
energia,determinazione e umiltà, l’uomo che non deludeva mai
i suoi fans e sapeva come far parlare di lui; i fans,che sono stati
intervistati a seguito della giornata commemorativa del “Pirata”,
ne parlano come un dio da adorare e stimare.
Il signor Alessandro A. dice: “ mi sono tatuato sul braccio la data
in cui il mio idolo ci ha lasciati, 14 febbraio 2004, ci ha regalato
grandi emozioni e ci ha fatto appassionare del ciclismo; quanto al
doping, ha sbagliato e purtroppo ne ha pagato le conseguenze, ma
non per questo lo giudico”
Abbiamo raccolto altre dichiarazioni al riguardo, come quella,
ad esempio, del signor Germano L. che si esprime dicendo: “Sari
sempre nei nostri cuori Pirata!e come ho sempre detto: la storia o
la si fa o la si studia e tu l’hai decisamente fatta, abbiamo solo da
imparare! Non ti dimenticheremo!”
E’ In maniera quasi commovente che si chiude questo capito
di storia, iniziato con un uomo sconosciuto, il comune “Marco
Pantani” e concluso con il mito del ciclismo, “il Pirata”.
Uscirà a breve in tutte le librerie, un libro in suo onore, per
ricordare insieme ai suoi fans il suo lungo viaggio verso la vittoria
e la fama.
Nicole (III B tur)
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