Oggi, come ogni 16 giugno da molti decenni a questa parte, le strade di Dublino si popolano di una folla di gente particolare. Si tratta di appassionati lettori di James Joyce,
che si radunano per celebrare il loro scrittore preferito proprio nel
giorno in cui avvengono gli eventi narrati nel suo romanzo Ulisse: è il Bloomsday.
L’intera sequenza di avvenimenti che costituisce la trama del romanzo,
infatti, si dipana nell’arco di un solo giorno, il 16 giugno 1904.
Sembra che Joyce scelse proprio questo giorno perché proprio in tale
data ebbe il primo appuntamento con Nora Barnacle, colei che sarebbe poi
diventata sua moglie.
La narrazione segue il pensoso
peregrinare lungo le strade di Dublino dei personaggi, tra i quali i
principali sono Stephen Dedalus, un giovane insegnante idealista,
Leopold Bloom, il protagonista e la moglie di quest’ultimo, Molly. Il
lettore viene messo a conoscenza delle vite dei personaggi, sin nei
dettagli più intimi, grazie alla tecnica narrativa del “flusso di
coscienza”, della quale Joyce fu maestro.
Il titolo Ulisse è dovuto al
fatto che l’autore instaura un parallelo, ribadito nei titoli delle
varie sezioni in cui il romanzo è suddiviso, tra i suoi personaggi e
quelli dell’Odissea omerica; Leopold è quindi Ulisse, la moglie
fedifraga è una Penelope rivisitata in chiave parodistica e il giovane
Stephen Dedalus, il cui cognome rimanda a un altro mito greco,
rappresenta Telemaco nonché l’alter ego di Joyce.
Joyce ambientò tutte le sue opere a
Dublino e poneva un’attenzione maniacale nella descrizione dei luoghi e
delle strade percorse dai suoi personaggi durante i loro spostamenti e
ciò va a tutto vantaggio dei partecipanti al Bloomsday, che possono
ripercorrere esattamente i passi dei protagonisti dell’Ulisse.
Pare che le prime celebrazioni del Bloomsday
risalgano agli anni Venti e lo stesso Joyce, che però non ne prendeva
parte, ne parli in una sua lettera del 1927 in cui riporta di averne
sentito parlare.
Nel cinquantenario degli eventi narrati,
ossia il 16 giugno 1956, il critico John Ryan e lo scrittore Brian
O’Nolan e altre tre persone, tra cui Tom Joyce, cugino di James,
organizzarono un “pellegrinaggio” di un giorno lungo gli itinerari del
romanzo affittando, per l’occasione, anche delle carrozze simili a
quella con la quale Leopold Bloom va al funerale di un amico. Sembra che
questa particolare celebrazione si interruppe a metà giornata a causa
di una sosta troppo prolungata in un pub di proprietà dello stesso Ryan,
dopo la quale i partecipanti non erano più in grado di proseguire con
le proprie gambe.
Le visite al pub sono parte integrante
anche dei moderni Bloomsday ma, per fortuna, c’è anche molto altro. Le
celebrazioni moderne del romanzo di Joyce prevedono, innanzitutto,
itinerari guidati nei luoghi descritti nelle pagine dell’Ulisse, ma
anche letture all’aperto di estratti del romanzo. I più coraggiosi
leggono l’intero romanzo (più di 600 pagine) mentre chi vuole essere
corretto dal punto di vista storico si veste in abiti dell’epoca.
Per celebrare il centenario della
nascita di Joyce, l’emittente di stato irlandese trasmise una lettura
integrale dell’opera mentre nel 2004, per la ricorrenza del centenario
del giorno in cui il romanzo è ambientato, 10.000 persone fecero
colazione all’aperto.
In seguito al successo del Bloomsday di Dublino, ne sono stati organizzati altri,
ad esempio negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Australia e
in Ungheria, fittizio paese di origine della famiglia Bloom. In Italia
Joyce viene celebrato a Genova e a Trieste, città nella quale Joyce visse e nella quale divenne amico di Italo Svevo.
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