giovedì 12 marzo 2015

Un romanzo a puntate - IL FU MATTIA PASCAL Capitoli XVII e XVIII


IL FU MATTIA PASCAL

Capitolo XVII 
Mattia si reca alla stazione e sale sul treno per Pisa, dove ha intenzione di fermarsi un paio di giorni prima di riprendere il treno per Miragno.
Mattia si sente sollevato “Finalmente libero! Non dover più mentire, non dover più temere di essere scoperto ! Come mi ero illuso che potesse vivere un tronco reciso dalle sue radici?” Mattia fa delle congetture su ciò che si potrà dire di Adriano Meis nel momento in cui si saprà del suicidio. Perché Adriano si è suicidato? Per via del duello imminente? Per un furto? A causa di una relazione sentimentale? “Domande, supposizioni, pensieri, sentimenti, tumultuavano in me, mentre il treno rombava nella notte e non mi davano tregua.” E’ soprattutto il pensiero di Adriana che angustia Mattia.
Il giorno dopo  compare sul giornale la notizia del suicidio di Adriano, che ha lo stesso risalto di un normale fatto di cronaca.  Mattia, tranquillizzato, può partire per Oneglia, dove ha intenzione di far visita al fratello Roberto.
Berto rimane stupefatto quando vede il fratello, lo abbraccia e lo informa che la moglie Romilda  si è sposata con Pomino; se Mattia torna a casa il secondo matrimonio verrà annullato per legge .
Mattia decide di partire per Miragno la sera stessa.

Ascoltalo QUI 

Capitolo XVIII


Mattia salì su un vagone di prima classe, voleva vendicarsi e provava odio, si era dimenticato di domandare a Berto del Malagna, della zia Scolastica, del podere della Stia ecc. Egli pensava che poteva trovare Pomino nel suo Palazzo e caso mai avrebbe avuto l'indirizzo dalla portinaia. Giunse lì e ci doveva essere aria di funerale, forse era morto il padre di Pomino. La portinaia lo fece aspettare davanti a una porta, forse stavano cenando. Bussò e la vedova Pescatore domandò chi fosse e Mattia disse che era lui, si stupirono ed ebbero tutti paura. Pomino cadde per terra, la vedova Pescatore fece un forte urlo. Mattia cercava Romilde ma Pomino disse che era di là insieme alla figlioletta perché doveva darle il latte. Romilda con la bambina andò nella sala, quando lo vide si spaventò, e piangendo gli chiese dove era stato. Egli rispose che loro lo avevano creduto morto e che ora lui deve riprendersi la moglie con la bambina di Pomino, perché non voleva lasciare la bambina senza mamma. In fondo, con Pomino avevano fatto pari: lui aveva un figlio, figlio del Malagna (ma in realtà di Mattia) e lui una figlia che è figlia di Pomino e, se lo avesse voluto Dio, un giorno si sarebbero sposati. Intanto la bambina era addormentata, Romilda la posò nella culla e andarono di là a discutere. Mattia si mise a guardare Romilda, mentre Pomino diventava geloso, Mattia capì che le voleva bene e disse loro che li lasciava in pace e lasciava Romilda a Pomino anche per amore della bambina e si sarebbe accontentato di passare di lì per fare delle chiacchierate. Pomino s'infuriò e gli disse quasi che sarebbe stato meglio fosse morto davvero. Mattia controbatté domandando come stavano gli altri parenti, se c'era una lapide sulla sua tomba, se avevano portato fiori al cimitero e come mai si erano sposati così presto. Pomino disse che dopo la sciagura era stato vicino a Romilda, poi si era sposato con lei ed avevano avuto la bambina e fu gioia per tutti anche per il nonno, che era morto da due mesi. Per quanto riguarda la zia Scolastica, era viva ma non la vedeva da due anni. Si misero a conversare aspettando l'alba del giorno in cui sarebbe pubblicamente risorto. Lasciò lì la valigia, scese a passeggiare per le strade, però nessuno lo riconosceva. Voleva ritornare indietro e cancellare tutto il patto. Poi, invece di andare al Municipio a farsi cancellare dal registro dei morti, andò in biblioteca dove trovò don Eligio Pellegrinotto che dopo avergli sentito pronunciare il proprio nome, gli fece una festa, lo portò in paese e lo fece riconoscere ai concittadini. Tutti lo tempestavano di domande, ma egli rispondeva che aveva fatto il morto ed era venuto dell'altro mondo, il giornalista Lodetta gli portò il giornale di due anni fa dove c'era la notizia della sciagura, ma egli disse che il contenuto lo sapeva a memoria perché si leggeva all'inferno, poi nel giornale della domenica scrisse che era vivo a grosse lettere. Tra i pochi che non vollero farsi vedere furono i creditori e Batta Malagna. La domenica incontrò Oliva con il figlio di cinque anni, lei lo guardò negli occhi e gli disse tante cose. Ora Mattia vive con la zia Scolastica, dorme nel letto dove è morta la madre e passa molto tempo della sua giornata in biblioteca insieme a don Eligio: è da sei mesi che, aiutato da lui, sta scrivendo questa storia, anche se non sa a che fine, e se gioverà agli altri. Comunque, il succo è che non si può vivere fuori dalla legge per bella o triste che sia. A volte va al cimitero del povero ignoto a portargli i fiori e se qualcuno lo segue e gli domanda chi fosse, gli risponde sempre "Io sono... Il fu Mattia Pascal!"

Ascoltalo QUI

Nessun commento:

Posta un commento

Scrivi qui il tuo commento: sarà pubblicato dopo la moderazione.